Arte politica e politica dell’arte

Fare arte vuol dire fare politica. Più che lecito parlare di arte politica o politica dell’arte, anche se per qualcuno l’arte rimane un momento di creatività slegata dal linguaggio politico. Eppure oggi più di ieri l’artista non può non tener conto degli aspetti per così dire “burocratici” della vita creativa. I musei, i ministeri, gli assessori, gli addetti, i direttori e persino i collezionisti, tutti appartengono ad un colore politico e purtroppo bisogna sapersi accodare se in qualche modo si vuole continuare a lavorare.

Andrea Diprè in politica, candidato anche Osvaldo Paniccia

L’improbabile critico(?) d’arte si candida anche in politica. E’ l’ultimo capitolo di una storia tutta italiana che dovrebbe spaventarci. Ed invece la rete si diverte ed attende la discesa in campo di Osvaldo Paniccia. Gustatevi il video con l’intero programma politico dopo il salto…

David Byrne: “Mi hanno rubato Road To Nowhere”

Siamo qui ancora una volta a parlare dell’eccentrico ed eclettico David Byrne, musicista, compositore e produttore discografico britannico naturalizzato statunitense, fondatore e animatore dei Talking Heads e vincitore in carriera del premio Oscar, del Golden Globe e del Grammy award. Ma Byrne come ben sapete è anche uno stimato protagonista della scena dell’arte contemporanea internazionale. Comunque sia ogni tanto il nostro Byrne si getta in bizzarre questioni, tanto per tener fede alla sua fama di borderline dell’arte, ed alle volte fa arrabbiare qualcuno (vedi il nostro articolo sulla vicenda Biesenbach/Lady Gaga).

Questa volta però è accaduto l’esatto contrario e qualcuno ha fatto decisamente arrabbiare Mr. Byrne. Charlie Crist, l’attuale governatore della Florida, avrebbe infatti usato una celebre song dei Talking Heads per la sua campagna senatoriale contro il repubblicano Marco Rubio. L’inconveniente è che la hit dal titolo Road To Nowhere è stata illecitamente gestita da Crist il quale secondo Byrne non possedeva i diritti per farlo.

In mostra a Vienna le fotografie più discusse della storia

La storia dell’arte è fatta di grandi maestri e grandi opere che hanno cambiato per sempre il mondo della creatività. Tra le opere che più si ricordano vi sono anche (e sopratutto) quelle che hanno destato scalpore ed hanno fatto arrossire o indignare pubblico e critica, guadagnandosi la fama imperitura a colpi di polemiche. Basi pensare alla Merda D’artista di Piero Manzoni o Fountain di Marcel Duchamp ovvero l’orinatoio più celebre della storia.

Proprio alle opere controverse ed in special modo a quelle fotografiche è dedicata la mostra Controversies, ospitata dal 4 marzo al 20 giugno 2010 dal Kunst Haus Wien di Vienna. L’evento presenta circa 100 immagini che sono state oggetto di numerose controversie che in molti casi si sono risolte solo tramite procedimenti legali. La mostra ospita fotografie di maestri del contemporaneo come Man Ray, Robert Capa, Lewis Carroll,Henri Cartier-Bresson, Oliviero Toscani, Richard Avedon, Robert Mapplethorpe o Todd Maisel, in un tourbillon di immagini che abbracciano la storia della fotografia dalla sua nascita sino ai giorni nostri.