Come funziona la videoarte?

 Esiste un vero e proprio mercato della video arte? La domanda a cui si è tentato di rispondere ad un recente talk dal titolo Videoarte e Mercato, Come Orientarsi? moderato dalla scrivente durante il Festarte Videoart Festival ha fornito valide risposte ma ha anche creato ulteriori interrogativi che non possono di certo essere dipanati in un unico appuntamento.

Si sono fatti esempi di aste e vendite stratosferiche per opere di artisti del calibro di Bill Viola, Pipilotti Rist e Shaun Gladwell ma per quanto riguarda il mainstream va fatto un discorso ben più articolato. Vi sono infatti artisti che rendono pubbliche le loro opere pubblicandole su piattaforme come Youtube, altri che scelgono di venderle a tirature altissime tramite i distributors e renderle così fruibili a tutti come se si trattasse di  comuni films in dvd. Vi sono invece altri artisti che puntano sulla limitatezza dei master per far alzare le quotazioni ed altri che studiano appositi packaging limited edition per rafforzare il concetto di unicità, in tal caso il cofanetto a corredo diviene un’opera nell’opera.

La bellezza della distanza e la Biennale di Sidney 2010

Anche il 2010 è anno di Biennali dell’arte e più precisamente è l’anno della 17esima Biennale di Sydney grande manifestazione che raccoglie artisti da ogni parte del globo ed aprirà le sue porte il prossimo 12 maggio rimanendo in visione fino al 1 agosto. Il  titolo scelto dal nuovo curatore, David Elliot è quanto mai azzeccato in questi tempi di incertezza e ristrettezze economiche: The Beauty of Distance (Songs of Survival in a Precarious Age) che suona un poco come “La bellezza della distanza (canzoni di sopravvivenza in un’epoca precaria)”, incipit pomposo ed alquanto poetico.

Ma in che modo la distanza si può trasformare in bellezza? Secondo Elliot la distanza ci permette di essere noi stessi, con le nostre differenze e caratteristiche peculiari che aiutano a creare un’offerta creativa variegata ed eterogenea. Per scelta del sottotitolo, Elliot afferma di riferirsi al potere dell’arte che riesce ad imporsi su minacce come le guerre, la fame nel mondo ed il riscaldamento globale. Sebbene l’arte non è in grado di sconfiggere tali piaghe, in un certo qual modo può servire a convogliare e sensibilizzare l’opinione pubblica su certe scottanti tematiche.

Biennale di Venezia, second act

Per quanto riguarda i Padiglioni Nazionali ecco la nostra lista dei preferiti. Gli Stati Uniti hanno allestito una vera e propria retrospettiva dedicata al genio di Bruce Nauman, la mostra rappresenta un’occasione unica per ammirare il talento del grande artista americano.

The Collectors ai padiglioni Danimarca e Paesi Nordici ha confermato le aspettative pre-Biennale, Elmgreen e Dragset hanno allestito un vero e proprio teatro vivente che ha catturato l’attenzione degli spettatori, affascinanti le architetture e le opere proposte, vasta la selezione di grandi artisti e maestri della provocazione come Maurizio Cattelan e Tom of Finland . Poetica ed ironica la rivelazione Australia con Shaun Gladwell che si diverte a rievocare cavalli di battaglia del suo paese come il famoso film Mad Max (Interceptor).