Il mondo dell’arte schiavo dell’Operazionismo creativo

di Redazione Commenta

 

Nan Goldin si riscopre fotografa (senza identità) per il re delle scarpe Jimmy Choo. Ai Weiwei non disdegna la collaborazione con W Magazine. Jerry Saltz è un grande critico ma è anche un giudice del reality show dell’arte Work Of Art, una delle peggiori idee della tv contemporanea. Christie’s da par suo assolda Spiderman e lo fa interagire con una scultura di Louise Bourgeois. Le fiere dell’arte si moltiplicano a vista d’occhio con conseguente bagno di folla ma spesso gli opening si affastellano l’uno sull’altro, creando replicanti inutili. I grandi franchisor come Lisson aprono sedi in ogni parte del globo per attirar più clienti nei loro supermarket dell’arte. La Vip Art Fair, fiera dell’arte esclusivamente online, ritocca la sua piattaforma in occasione dell’edizione 2012.

Queste, in sintesi, le notizie provenienti dal mondo dell’arte contemporanea degli ultimi giorni. Si tratta di eventi che in sostanza superano il concetto di spettacolo ed intrattenimento per lanciarsi sui sentieri inesplorati del nulla totale. La crisi del mondo moderno ha provocato una reazione all’interno dell’artesistema ma questa reazione è in realtà un grande effetto collaterale che minaccia la salute di un mondo ormai esangue. L’arte sembra proiettata verso un’ideologia del massacro che ha di fatto superato il concetto di consumismo, coniando una nuova formula: LOperazionismo creativo, vale a dire la teoria per cui il significato di un concetto artistico è dato esclusivamente dall’insieme delle operazioni pubblicitarie che permettono di esprimerlo. All’interno di questo stato delle cose artista e opera hanno un valore relativo, ciò che conta è l’operazione, il battage , la cornice che si costituisce attorno al grande vuoto che di riflesso genera il vero e proprio sistema dell’arte.

Dopo la lunga ed ermetica stagione del concettuale, il mondo ha bisogno di strumenti per comprendere ciò che osserva ma mercato ed istituzioni sono in grado di offrire misere didattiche infarcite di effetti speciali da carosello di fine serata. A questo punto manca solo il musical di Guernica per raggiungere la forma perfetta dell’invisibile.

Micol Di Veroli

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