Freaky Friday, diario di bordo

di Redazione Commenta

 Siamo giunti alla resa dei conti per le due manifestazioni fieristiche romane Roma-the road to contemporary art e Arto’- art fair in open city, mentre Roberto Casiraghi, direttore di The Road to Contemporary tira in ballo le istituzioni per un possibile finanziamento delle future edizioni della fiera, il nuovo direttore di Arto’ Raffaele Gavarro replica che l’aiuto da parte delle istituzioni deve essere attuato in minima parte ed in determinate modalità, ribadendo il concetto di fiera come evento di mercato.
Dietro l’annuncio di Casiraghi si cela forse una realtà fieristica un poco alla deriva ma avremo modo di parlare ampiamente dei due appuntamenti fieristici romani a bocce ferme, in un nostro approfondimento della prossima settimana. Analizziamo quindi il Freaky Friday, l’evento di The Road to Contemporary, notte bianca dell’arte che ieri sera ha registrato l’apertura simultanea di 60 gallerie e spazi diversi. L’edizione 2009 dell’evento ci è sembrata un poco più blanda e diluita di quella dell’anno scorso, sostanzialmente è cambiato il target di pubblico in giro per gallerie. Mentre nel 2008 oltre ai soliti addetti al settore si era registrata la presenza di un cospicuo numero di collezionisti maturi che hanno visionato ed in alcuni casi acquistato le proposte artistiche del Freaky Friday, l’edizione 2009 ha segnato la presenza di pubblico giovane.

In un certo qual modo la cosa non può che farci piacere poiché Roma dovrebbe fare di più per avvicinare il pubblico giovanile all’arte contemporanea ed il Freaky Friday conferma questo bisogno di manifestazioni organizzate in tal senso. In un’ottica diversa, l’assenza di “pubblico adulto” ci fa pensare ad una scarsa affluenza di visitatori giunti dall’estero o da altre regioni d’Italia per presenziare alle due fiere romane oltre che confermare la fase di stallo del mercato dell’arte contemporanea nella nostra città.
Presenze a parte il Freaky Friday ha comunque messo in mostra una serie di proposte artistiche di grande qualità che fanno ben sperare per le sorti della scena contemporanea romana. Oltre a Gagosian che ha presentato Anselm Kiefer registrando il pieno di pubblico mondano non possiamo non citare altre importanti gallerie romane come Fondazione Volume! che ha messo in mostra Valery Koshlyakov e Monitor con Graham Hudson. Decisamente affascinante anche la monumentale opera Colosseum di Nam June Paik presente a Il Ponte Contemporanea. Interessante e poetica anche la mostra di Satoshi Hirose alla galleria Maria Grazia Del Prete curata da Angelo Capasso. Frizzante e come sempre sopra le righe Rumbling Shoes, la proposta di Pio Monti arte contemporanea che ha presentato scarpe disegnate da Damien Hirst, Manolo Blahnik, Zaha Hadid, Enzo Cucchi e Jannis Kounellis.

Photo Copyright di Satoshi Hirose

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