Le proteste in Iran si allargano al mondo dell’arte

di Redazione Commenta

In seguito alle utlime elezioni presidenziali dello scorso 13 Giugno 2009, vinte ufficialmente da Aḥmadinejād, ma sulla cui regolarità l’opposizione ha espresso forti dubbi, si è registrata una drammatica  rivolta  sociale in Iran che si è risolta in manifestazioni non autorizzate e scontri di piazza, con un numero indefinito di morti provocato da un intervento delle forze dell’ordine le quali con efferata violenza si sono abbattuto sulle masse.

Il mondo non è stato certamente a guardare è numerose iniziative di supporto sono spontaneamente apparse sia da parte della politica che dal sociale e dallo spettacolo. Anche l’arte contemporanea ha deciso ultimamente di focalizzare l’attenzione sul problema Iran. Il 26 giugno il Chelsea Art Museum di New York ha inaugurato una mostra dal titolo Iran Inside Out, manifestazione tesa ad esplorare il linguaggio artistico di 56 artisti provenienti dal paese islamico.  Contemporaneamente, dall’altra parte del globo anche la Asia House di Londra ospita nei suoi spazi espositivi la mostra Made In Iran una piccola collettiva con giovani artisti, tutti quanti provenienti dalla città di Tehran.

Tra i nomi in mostra svetta quello di Shadi Ghadirian, promettente fotografa che ultimamente ha esposto alla Saatchi Gallery in occasione di una mostra dedicata al medio oriente. Degna di nota anche a serie di opere fotografiche  Hybrid Girls presentate da Shirin Aliabadi che indaga sul ruolo della donna all’interno della società iraniana.

Alla mostra partecipa anche il famoso artista Vahid Sharifian, classe 1982, giovanissimo esponente della corrente pop medio orientale più volte nominato come l’equivalente islamico di Andy Warhol e Jeff Koons.L’artista presenta una serie di divertenti e buffe stampe olografiche che reinterpretano delle immagini prese da un libro di cucina degli anni ’70 con fotografie di Sophia Loren.

Photo Copyright: Shirin Aliabadi

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