Italics sbarca in America

di Redazione Commenta

Importante tappa americana per la mostra Italics: Italian Art between Tradition and Revolution, 1968-2008 che sarà ospitata dal Museum of Contemporary Art (MCA) di Chicago dal prossimo 14 novembre fino al 14 febbraio 2010.

L’evento rappresenta una grande opportunità per l’arte contemporanea nostrana che finalmente riesce a sbarcare negli U.S.A. con un progetto interessante il quale potrebbe rappresentare una buona vetrina e fare da traino al nostro affannato sistema. Italics non è solamente una collezione di arte made in Italy ma una vera e propria dimostrazione di quanto il nostro passato artistico influenzi sia esteticamente che filosoficamente le giovani generazioni di artisti emergenti forgiando la loro identità. L’evento offre uno sguardo senza precedenti sulla produzione artistica di un Paese dove il cambiamento culturale è stato influenzato dalla persistenza del passato, Italics rivela inoltre un profondo senso di originalità e vitalità che si espande su ogni possibile disciplina artistica. La mostra prende in esame più di 40 anni di produzione e sperimentazione artistica rivoluzionaria esponendo 110 opere prodotte da più di 75 artisti. Le opere diverse e contrastanti fra loro contribuiscono a provocare dialoghi generazionali e culturali, abbracciando o combattendo le tradizioni classiche.

In controtendenza con altre mostre, Italics non è organizzata cronologicamente o per movimenti artistici. Molti artisti in mostra come Giovanni Anselmo e Lucio Fontana furono profondamente influenzati da correnti come l’Arte Povera, movimento rivoluzionario di fine anni ’60 che tentò di liberarsi dalle convenzioni e dal controllo del governo e delle istituzioni culturali. Tra gli altri grandi nomi in mostra figurano il celebre e controverso Maurizio Cattelan, Gabriele Basilico, Giuseppe Gabellone, Luisa Lambri, Michelangelo Pistoletto e Mario Ceroli.

Italics è stato precedentemente ospitato dal Palazzo Grassi di Venezia nel 2008, il suo curatore Francesco Bonami è anche direttore artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte di Torino, del Pitti Discovery di Firenze e del Villa Manin di Passariano. Bonami sarà inoltre il curatore dalla Whitney Biennial del 2010.

Photo: Maurizio Cattelan, Palazzo Grassi

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