A New York una mostra sulla quarantena

di Redazione 1

Martedì scorso quel frammento che è la galleria Storefront For Art & Architecture di New York non è riuscito a contenere la folla che ha invaso gli spazi in occasione del progetto collaborativo Landscapes of Quarantine ( in visione fino al prossimo 17 aprile). Anche l’aggiunta di un paio di strutture in Tyvek (intitolate irriverentemente Suck & Blow) che hanno esteso lo spazio fino a comprendere tutto il marciapiede, non è bastata a creare più spazio per gli innumerevoli curiosi presenti. L

’evento è stato organizzato da Geoff Manaugh e Nicola Twilley, rispettivamente marito e moglie oltre che coppia curatoriale. L’idea della quarantena è stata ispirata da un viaggio a Sidney dove i coniugi hanno alloggiato in un Hotel di lusso, un tempo luogo di quarantena. Landscapes of Quarantine prevede l’intervento di un mix di artisti, architetti, video game designers,scenografi teatrali ed architetti, personaggi che hanno avuto il compito di esplorare in otto settimane le implicazioni culturali di una tattica di auto-preservazione vecchia come la lebbra. Il risultato di questo periodo di incubazione creativa è un corpus di opere molto variegato che include una storia di 40 pagine (il periodo ufficiale di quarantena è appunto di 40 giorni) creata da Scott Geiger , ogni pagina è stampata sotto forma di memo e può essere collezionata o affissa al muro. Amanda e Jordan Spielman hanno invece creato delle cartelle per il bingo con sopra riportati i sintomi dell’influenza ed i comportamenti da assumere in caso di influenza. Mimi Lien ha prodotto dei mini ambienti di vita reale racchiusi in scatole di metallo, ecosistemi visibili all’interno solamente attraverso piccoli buchi. Il collettivo Front Studio ha sviluppato un progetto chiamato Parallel City, applicando agli edifici della città dei container di tela arancione, impacchettando gli ambienti alla maniera di Christo e Jeanne Claude ma per fini igienici.

Gli organizzatori hanno così commentato gli intenti della mostra:”Il concetto di quarantena è molto vasto, abbiamo intervistato alcuni esperti accademici ed ognuno di loro ci ha dato una differente definizione per il termine. In genere la quarantena è una condizione spaziale temporanea ma può essere ricondotta al contenimento, il muro tra Israele e Palestina o il Muro di Berlino o ancora il confine tra Stati Uniti e Messico possono essere atti di quarantena? Esiste una quarantena ideologica, e se si che forma achitetturale ha? Queste sono domande interessanti di importanza geopolitica che abbiamo voluto porre con questa iniziativa”.

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