Carrara blocca Maurizio Cattelan e il monumento a Bettino Craxi

di Redazione 1

La XIV Biennale di Scultura di Carrara torna a far parlare di sé e stavolta la pietra dello scandalo è il redivivo Maurizio Cattelan che negli ultimi tempi aveva centellinato le sue azioni provocatorie. Ma come si sa il lupo perde il pelo e non il vizio ed il buon vecchio demonietto dell’arte contemporanea è tornato a colpire, proprio nella capitale del marmo. Si era quindi pensato di sostituire il monumento di Giuseppe Mazzini con una statua dedicata a Bettino Craxi.

La cosa ha fatto andare su tutte le furie la popolazione ed il popolo di facebook che è subito insorto con gruppi e gruppetti contro l’astuta manovra dell’artista. Eppure Cattelan aveva compiuto alcuni sopralluoghi in città, progettando nei minimi dettagli l’intera situazione. In un intervista di alcuni giorni fa l’artista aveva così motivato la sua scelta ai microfoni de L’espresso:  “Ecco è Mazzini la figura su cui lavorare. Molto meglio di Garibaldi che è un personaggio fin troppo popolare. Giuseppe Mazzini è più misterioso. Tutti sanno che ha contribuito in maniera fondamentale all’Unità d’Italia, ma nessuno sa esattamente in che termini. Dunque si può partire da lui e dal suo ruolo per fare una riflessione a 360 gradi sulla vulnerabilità della storia. Mi piace pensare che la temporanea assenza di Mazzini lo trasformi in una cosa viva, e che il dibattito che ne seguirà lo riconsegni al nostro presente. Mentre la trasformazione in monumento di Craxi lo consegni alla storia, proprio quando se ne ridiscute l’attualità”. La sostituzione era ovviamente temporanea e doveva durare una manciata di mesi. Eppure le polemiche hanno mosso la soprintendenza ad un dietro front quasi annunciato. Così Cattelan ha deciso di collocare la sua opera al cimitero di Carrara per (diciamo così) seppellire la sua idea.

Sempre da l’Espresso, Fabio Cavallucci curatore della manifestazione aveva dichiarato: “Al posto delle polemiche è meglio cogliere l’occasione. La sostituzione del monumento è provvisoria, dura solo i quattro mesi della Biennale, così nel frattempo possiamo ripulire la superficie e rafforzare i vecchi perni dell’Ottocento”. Evidentemente le sue parole non sono state ascoltate ma Cattelan ha comunque trovato il modo per non passare inosservato.

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