Jürgen Ots in mostra al White Fish Tank di Ancona

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White Fish Tank: concept di sperimentazione inaugura la sua attività giovedi’ 1 luglio 2010 alle ore 19.00 con operaprima, una personale one work dell’artista belga Jürgen Ots. Ideato e diretto dall’artista Ljudmilla Socci, White Fish Tank si propone di agire come centro di riferimento, divulgazione e sensibilizzazione verso l’arte contemporanea in aree culturali periferiche ma dalle grandi potenzialità, costituendosi nel Centro Italia come luogo di osservazione, produzione e riflessione sia per artisti, addetti ai lavori e pubblico attento ad eventi culturali di ricerca.

L’intento ultimo e’ quello di promuovere la conoscenza e di creare dei progetti che uniscano peculiarità e necessità provenienti dal territorio, con problematiche e motivi di discussione piu’ generali. Una dimensione ricercatamente locale e decentrata diventa piattaforma privilegiata di un programma cosmopolita, opportunamente svincolato dalle proposte omogeneizzanti del mainstream internazionale.A supporto del progetto Andrea Bruciati, critico e storico dell’arte, direttore della GC. AC – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, già conosciuto in occasione della rassegna Arrivi e Partenze_Europa (Ancona, Mole Vanvitelliana, 2010). Oltre all’attività espositiva, incentrata su cinque mostre l’anno, il White Fish Tank e’ rivolto alla promozione di un solido rapporto tra arte contemporanea ed imprenditoria sul modello di note e riuscite collaborazioni a livello internazionale in cui l’apporto e gli input di artisti affermati o la scommessa su emergenti ha saputo dar vita all’ideazione di interessanti esperimenti in equilibrio tra arte, design e comunicazione. In questa accezione lo spazio si costituisce quale punto di ricerca, aperto a collaborazioni estensive miranti a creare un network, per un flusso di informazioni e una riflessione continua sullo stato sociale e linguistico dell’arte.

La pratica artistica di Jürgen Ots (Dendermonde, 1978) testimonia un amore indiscusso per la materia e le sue possibili sperimentazioni plastiche; un’attrazione che si percepisce immediatamente come necessità di interrogare lo spazio fisico dell’opera, e di instaurare un dialogo con esso. La carta, le fotografie, il cellophane, la plastica entrano a far parte di strutture site-specific in cui Ots interviene per poi lasciar parlare la materia stessa, potenziando al massimo il suo valore sensoriale. L’importanza della forma e dell’aspetto tattile dell’opera rendono a volte le installazioni dell’artista belga delle sfide decorative allo spazio.

Il programma espositivo prosegue a settembre con l’artista canadese Scott Treleaven.

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