Giovedì Difesa: Il bosco è fuori

di Redazione Commenta

Continuando a parlare di film difficili da trovare, mi preme sottolineare che anche il cinema italiano ha i suoi episodi sperimentali poco noti.

Il bosco fuori è un film horror del 2006 scritto e diretto dal regista italiano esordiente Gabriele Albanesi. Prodotto in maniera indipendente dalla NeroFilm di Gregory J Rossi, assieme allo stesso Gabriele Albanesi e alla Manetti Bros, con un budget minimo. In italia ha avuto incassi minimi grazie ad una pubblicità assente e ad una presenza infinitamente bassa nelle sale. In home video in Giappone con il titolo Italian Chainsaw è andato molto bene, tanto da affermarsi tra i dieci dvd home video più venduti. Il titolo per il Giappone è indovinato perché viene in mente il folle mondo delirante dei tutti cattivi di The Texas Chainsaw Massacre, che in italiano si dice “Non aprite quella porta” non saprei spiegare perché: ormai un cult dell’horror indipendente e a basso costo diretto da Tobe Hooper, e distribuito nelle sale nel 1974.

Il bosco fuori in verità ha partecipato a numerosi festival nazionali ed internazionali, tra cui il Montreal World Film Festival e il Philadelphia Film Festival. Al Buenos Aires Rojo Sangre Film Festival, Gennaro Diana, già attore di Albanesi nel cortometraggio “Braccati!”, vince il premio come miglior attore protagonista.

Il film viene quindi venduto in quasi tutto il mondo e nell’ottobre del 2008 viene distribuito negli USA con il titolo The Last House in the Woods dalla Ghost House Underground di Sam Raimi in collaborazione con la Lionsgate.

Per la violenza gratuità che crea toni di oscura suspence e di confusione dei ruoli buono-cattivo ovunque e per la morbosità di alcuni personaggi il film è accattivante, per i patiti del genere, davvero di respiro internazionale. Viene inoltre in mente, ma solo a sprazzi, per la recitazione molto libera e quasi dialettale, i vecchi film di Eros Puglielli. Tuttavia però, a mio avviso gli attori non sempre sono all’altezza, e solo a tratti i toni caricaturali appaiono funzionali. Direi invece che l’immagine e la trama sono trascinanti, la fotografia è di ottimo livello e il soggetto è abbastanza folle da poter tenere l’attenzione per tutto il film.

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