E Gagosian apre anche a Parigi

di Redazione Commenta

Parigi non è certo il fulcro del sistema dell’arte contemporanea internazionale, eppure c’è chi è pronto a scommettere su una pronta rinascita della Francia. Ad alzare la posta ci ha penato il celebre dealer americano Larry Gagosian che solitamente non sbaglia un colpo ed apre le sue Gagosian Gallery in città che si rivelano in seguito come new entries del mercato o in rapida crescita esponenziale per quanto riguarda il giovane sottobosco creativo.

Basti prendere ad esempio la sede di Gagosian a Roma che ora si trova per così dire affiancata da un Macro a pieno regime ed un Maxxi nuovo di zecca, due punti a favore per un dealer che solitamente vende opere di artisti blasonati ed ospitati dai più grandi musei del mondo. Insomma stavolta Gagosian ha deciso di aprire una sede parigina che sarà inaugurata il prossimo 20 ottobre. La nona galleria Gagosian sorgerà sugli Champs Elysees e più precisamente al numero 4 di Rue Ponthieu dove un tempo era situato un hotel. Per ora gli operai sono ancora al lavoro per l’ingente ristrutturazione ma una volta ultimati gli ultimi ritocchi, Gagosian Paris disporrà di ben 3.800 metri quadrati di spazio espositivo disposti su due livelli con una scala a chiocciola a far da connessione. “Parigi è la storica capitale dell’arte ed è stato sempre il sogno di Gagosian, ora però stiamo notando molti cambiamenti. La città è in procinto di riprendersi il suo posto all’interno del circuito internazionale dell’arte anche grazie alle ultime grandi mostre museali” ha dichiarato Serena Cattaneo, co-direttore della nuova galleria.

Insomma Gagosian possiede ora quattro gallerie negli Stati Uniti (tre a New York e una a Los Angeles), due a Londra, una a Roma ed una in Grecia. Tra gli artisti in vendita nei suoi avamposti figurano i nomi di Richard Serra, Cy Twombly, Damien Hirst, Jeff Koons, Richard Prince, Pablo Picasso, Francis Bacon e Andy Warhol. In quanto a numeri ci sembra che Gagosian non abbia rivali, speriamo solo che questa sorta di multinazionale dell’arte non subisca la stessa sorte dei sogni di conquista di Napoleone.

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