Abu Dhabi art fair a gonfie vele – Ai Weiwei agli arresti domiciliari

di Redazione Commenta

Quando si parla di Medio Oriente si pensa subito al petrolio ma c’è da dire che in molti stati del golfo si sta registrando in questi ultimi tempi un sempre più crescente interesse per l’arte contemporanea. Ciò e ampiamente testimoniato dal boom di presenze registrate nel corso di Abu Dhabi Art Fair, la fiera d’arte contemporanea che si è tenuta dal 4 al 7 novembre all’interno dell’Emirates Palace di Abu Dhabi. Ovviamente da quelle parti non c’è una tradizione pregressa per quanto riguarda l’arte contemporanea ed allora bisogna costruirsela in tutta fretta, senza badare a spese.

La seconda edizione della fiera è andata alla grande con vendite vertiginose, come i 5 milioni  di dollari spesi per un dipinto di Frank Stella. Molte gallerie internazionali come la Galerie Thaddaeus Ropac hanno partecipato all’evento, segno evidente che il mercato del Medio Oriente è ambito anche dai delers più prestigiosi. Insomma tutto ciò potrebbe tramutarsi in una vantaggiosa opportunità sia per le nostre gallerie che per i nostri artisti.

Voltiamo pagina e torniamo a parlare del nostro paladino degli oppressi Ai Weiwei, pochi giorni fa vi avevamo informato dell’imminente demolizione del suo studio di Shanghai. Tale decisione ha generato la pronta risposta dell’artista  che ha subito lanciato un party di protesta. Ebbene purtroppo Weiwei non è riuscito ad organizzare l’evento poichè la polizia lo ha trattenuto agli arresti domiciliari fino alla mezzanotte di domenica nella sua abitazione di Pechino.

L’accusa non è ben chiara e dal suo account di Twitter Ai Weiwei afferma che gli agenti si sono comportati in maniera molto educata ma erano anche molto imbarazzati. “Questa è la vera tragedia di questa nazione. Ogni cosa deve essere autorizzata dalla polizia. E’ come usare un’ascia per fare le pulizie di casa perché è l’unico strumento di cui si dispone” ha dichiarato l’artista in merito all’intera situazione. Noi di Globartmag ci uniamo alla protesta di Weiwei, in nome della libera espressione culturale.

AFP PHOTO / GEORGES GOBET

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