David Hockney il nuovo profeta della digital art? decisamente no

di Redazione Commenta

Tempo fa via avevamo dato notizia delle nuove esperienze di pittura sperimentate da David Hockney con l’ausilio dell’iPad. Ovviamente all’epoca la cosa ci era sembrata simpatica, ma dopo che le creazioni dell’artista hanno cominciato a monopolizzare l’intera informazione artistica ed a essere osannate come dipinti di un nuovo profeta della Digital Art, la nostra opinione è un poco cambiata.  Ed il bello è che la Fondation Pierre Bergè – Yves Saint Laurent di Parigi ha persino dedicato una mostra dal titolo Fleurs Fraîches (visibile fino al 30 gennaio 2011) alle terribili manifestazioni floreali create dal celebre artista inglese.

Questa storia di David Hockney che dipinge con l’iPad a noi sembra ancor più ridicola di quella del Papa che spedisce la sua prima e-mail. A fronte di ciò che Hockney ci propina con i suoi gioiellini di casa Apple è d’obbligo ribadire che gli esperimenti nel campo della digital art o della computer art che dir si voglia sono stati varati nel 1953 da Benjamin Francis Laposky mediante l’uso di un (pensate un poco) oscilloscopio, altro che iPad. Da quel momento in poi centinaia di artisti hanno affrontato questa tecnica con l’ausilio di diversi programmi e computers, creando opere sensazionali che hanno permesso a questa tecnica di guadagnarsi un posto all’interno della storia dell’arte contemporanea. Stiamo parlando di grandi invenzioni concettuali ma anche di favolose forme estetiche. Tutto questo non è attribuibile all’arte iPadiana di Hockney. Forse con già con computer obsoleti come il Commodore 64 o con l’Amiga500 venivano prodotte opere superiori anni luce a quelle di David Hockney o quantomeno qualcosa di più onesto di un patetico pointillisme con tanto di rosa nel vaso. Ora, sfidiamo chiunque a procurarsi l’applicazione Brushes per iPad ed a produrre qualcosa di peggio.

Praticamente impossibile ma vi garantiamo che noi ci proveremo. Provateci anche voi magari esporremo le vostre opere sulle pagine di Globartmag, costituendo un nuovo museo della Bad Art.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>