Working Title – Peep-Hole

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Giovedì 10 febbraio Peep-Hole di Milano presenta Working Title una mostra di Pavel Büchler con Evangelia Spiliopoulou. Invitato a sviluppare un progetto specifico per lo spazio, riflettendo sul suo essere contemporaneamente artista, scrittore e docente, Pavel Büchler ha elaborato con Evangelia Spiliopoulou, sua ex allieva alla Manchester Metropolitan University, un progetto che sviluppa e analizza l’ambivalenza del termine “istruzione”: pedagogia e insegnamento da un lato, norma e regola dall’altro. Il progetto assume così la forma di un dialogo, una doppia mostra personale che vede impegnati i due artisti in uno scambio di reciproche suggestioni.

Working Title prende le mosse da un processo che mira a fare delle dinamiche del pensiero speculativo l’opera stessa. Invertendo il principio secondo il quale una cosa viene prima esposta per poi essere discussa, Büchler e Spiliopoulou fanno della discussione lo scopo stesso e non il mero strumento per raggiungerlo. Il confronto dialettico tra due artisti provenienti da generazioni, attitudini e contesti diversi non vuole giungere a conclusioni o articolare una posizione comune. Büchler e Spiliopoulou trattano con rigore concettuale ed economia estetica le zone di interesse condivise ed emerse da una serie di conversazioni preliminari che costituiscono la parte sostanziale del processo creativo di Working Title. In mostra sono presentate due installazioni singole dei due artisti e un video realizzato in collaborazione come unico risultato di tali conversazioni.

In occasione di Working Title Peep-Hole presenta il settimo numero di Peep-Hole Sheet, trimestrale di scritti d’artista, con il contributo di Pavel Büchler intitolato Notes from the bottom of a bag. Per la prima volta i due programmi, quello espositivo e quello editoriale, si incrociano. Peep-Hole Sheet #07 – Notes from the bottom of a bag non si configura come un catalogo della mostra ma come un progetto ad essa complementare che affronta con modalità diverse il concetto di “working-method-as-a-concept” già presente nella mostra.

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