Salon de Montrouge, ovvero: come promuovere la giovane arte nazionale

di Redazione 1

La scena dell’arte contemporanea francese è assai difficile da capire, tanto che a volte essa ci appare timidamente a ridosso delle altre grandi superpotenze dell’arte. La Francia invece ha tutte le carte in regola per ben figurare in un mondo sempre più agguerrito. Ci sono le fiere importanti vedi FIAC, ci sono interessantissimi centri per l’arte vedi il Palais De Tokyo, ci sono gli artisti internazionali come Christian Boltanski e Sophie Calle ed infine ci sono prestigiose gallerie dedite alla promozione dei nuovi artisti contemporanei come Magda Danysz.

Tra le tante piattaforme culturali di cui la Francia dispone c’è anche il Salon de Montrouge. Forse a molti di voi questa manifestazione può risultare del tutto ignota ed allora ci teniamo a precisare che il Salon è attivo sin dal 1955. Obiettivo principale di questa piattaforma è quello di offrire al pubblico (ogni primavera) le migliori primizie della new wave francese. Il Salon infatti è interamente dedicato alla giovane arte. La 56esima edizione si è aperta lo scorso 5 maggio (in visione fino al prossimo 1 giugno) negli spazi de La Fabrique, uno spazio industriale sito a Montrouge che conta oltre 3.500 metri quadrati di spazio espositivo e quest’anno ospita le opere di 95 artisti selezionati da una giuria presieduta dal collezionista Antoine de Galbert e coadiuvata dal curatore Shepane Correard assieme a 17 fra giornalisti, storici ed altri curatori. La dinamica del Salon è semplice, ogni artista partecipante ha a disposizione 20 metri quadrati per esporre le proprie opere, come se si trattasse di una manifestazione fieristica.

Quest’anno il grand Prix du Salon è stato assegnato al videoartista Clément Cogitore, il premio della giuria è andato alla pittrice Rosa Maria Unda Souki mentre il premio Conseil Général des Hauts-de-Seine è stato vinto da Ken Sortais. I tre vincitori si sono inoltre aggiudicati una mostra al Palais de Tokyo che si svolgerà a novembre 2011. Insomma, in un Italia divisa tra premi e premietti una manifestazione del genere non sarebbe poi tanto male. Si ricorre spesso al grido di battaglia:”facciamo sistema”. Iniziamo dalla nostra giovane arte, prendiamo esempio dai francesi.

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>