Meetings on Art: Patti Smith e Karl Holmqvist ai Giardini della Biennale di Venezia

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Al via il secondo appuntamento di Meetings on Art, una serie di conversazioni con artisti, curatori, filosofi e studiosi organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, nell’ambito della 54. Esposizione Internazionale d’Arte ILLUMInazioni, curata da Bice Curiger.

Dopo il successo della prima conferenza/discussione informale con Laurie Anderson, il secondo incontro – Rimbaud, Poetry & Rock’n’ Roll – an Expanded Conversation – vede la partecipazione degli artisti Patti Smith e Karl Holmqvist. Si terrà ai Giardini, presso il para-padiglione di Oscar Tuazon, sabato 3 settembre alle ore 16 e sarà aperto al pubblico in possesso del titolo di ingresso valido per quel giorno (in caso di maltempo si svolgerà al Teatro Piccolo, Arsenale). La conversazione, introdotta da Bice Curiger, si concentrerà sulla figura di Arthur Rimbaud. Il titolo della 54. Esposizione fa infatti esplicito riferimento alle sue Illuminations, la raccolta di poemi in prosa pubblicata nel 1886.

Come spiega Karl Holmqvist “Le Illuminazioni sono state scritte nell’arco dei primi anni settanta del XIX secolo, un periodo in cui Rimbaud fu presumibilmente quasi sempre in viaggio. I brevi componimenti in prosa di cui si compone la raccolta hanno in comune l’inquietudine del loro giovane autore: nessuno è più lungo di una pagina anche se tutti sono piuttosto densi di contenuto. I vocaboli cambiano significato e la sintassi è incostante, veicolando un senso di rivelazione e drammaticità. A quanto pare, Rimbaud amava compilare elenchi di parole mentre viaggiava, e una delle sfide in cui si cimentava nei suoi scritti consisteva nell’uso di quanti più vocaboli possibile tra quelli inclusi nelle liste, che venivano combinati in maniera sempre nuova e singolare. Che abbiano un suono esotico o siano semplicemente insoliti, questi termini provocano piccole esplosioni sotto gli occhi del lettore, innescando una sorta di semantica pirotecnica composta da concatenazioni di associazioni e significati possibili”.

Nel corso della sua carriera Patti Smith ha dedicato a Rimbaud performance, poesie, disegni e vari scritti. All’età di sedici anni scopre l’opera del poeta il cui linguaggio e figura la seducono completamente. Racconta così la sua fascinazione: “La prima cosa che ho avuto da Rimbaud è stato il potere della sua immagine: la sua faccia. Ero giovane e non avevo un ragazzo; ho guardato le Illuminazioni: era proprio un bel tipo. Portava anche i capelli lunghi, molto prima dei Beatles. Era così semplice, niente di eccezionale. Sembrava una sorta di Bob Dylan. Quando ebbi il suo libro ero immersa nel rock’n’roll, non me ne fregava niente della poesia; quello che mi interessava davvero era la perfezione. La poesia di Rimbaud era perfezione sulla pagina, come grafite luccicante”. Nel suo libro, Just Kids, Patti Smith ritorna a questo primo incontro con l’“eroe” Rimbaud che, per la sua “irreverente intelligenza”, diventerà nel corso degli anni un “compatriota, fratello e amante segreto”. Nel 1973, nel giorno dell’anniversario della morte del poeta, Patti Smith tiene a New York il suo primo concerto dal titolo “Rock and Rimbaud” con il chitarrista Lenny Kaye, due anni prima dalla pubblicazione del primo album che darà inizio alla sua decennale carriera musicale.

 

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