Iabo likes Naples, and you?

di Redazione Commenta

A voi piace Napoli? A noi tantissimo e fortunatamente non siamo i soli a pensarla così visto che lo scorso 9 dicembre un misterioso I Like, il classico pollicione alzato di Facebook, è comparso  sulla facciata del Palazzo San Giacomo, sede storica del Comune di Napoli.

L’opera è stata ideata dal camaleontico Iabo, artista che da diverso tempo seguiamo con molto interesse sia per le sue spericolate incursioni in perfetto stile Street Art che per le sue installazioni ed opere pittoriche comparse nelle maggiori fiere d’arte del nostro italico stivale. I like Naples, questo il nome dell’opera in questione, è un gigantesco lightbox rivestito da tela in PVC e fa parte di LuminAria 03 curato da Simona Perchiazzi, progetto che in passato ha accolto tra le sue fila anche altri grandi nomi della new wave italiana come Roxy in the box. L’opera resterà esposta per tutto il periodo delle feste natalizie ma fin dal primo momento è entrata nel cuore dei cittadini napoletani. Il primo pollicione alzato è quello di Iabo, un “mi piace” che invita la popolazione a non mollare Napoli ed al tempo stesso a complimentarsi con l’operato del Sindaco Luigi De Magistris, un volto nuovo che ha già lasciato la sua impronta sul territorio partenopeo. Un progetto che, come tante altre opere ideate da Iabo, nasconde una profonda indagine sociale, compiuta combattendo sul territorio.

Vorremmo quindi chiudere quest’articolo citando quanto profilo quanto mai azzeccato di Iabo, scritto dalla curatrice Mara De Falco: “Inafferrabile. Se esiste un aggettivo che può qualificare Iabo, di certo questo è il più appropriato. Avvezzo alla fuga, per via, forse, del suo background da writer, ha fatto di necessità virtù. Refrattario alle etichette, guai a bollarlo. Vi fareste un nemico. Imprendibile. Come un flusso energetico. Liquidarlo con la sintetica definizione di artista visivo equivale ad imbavagliare la sua più genuina natura. E’ piuttosto un camaleontico, metamorfico divulgatore, totalmente devoto alla dialettica orizzontale e democratica. L’arte per lui è ecologia. Intesa come riutilizzo di risorse creative”.

 

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