L’acid green di Ludo invade Roma

di Redazione Commenta

Piccole creature insignificanti che acquistano proporzioni gigantesche impadronendosi di qualsiasi tipo di supporto: da squallidi muri metropolitani, a logore tavole di compensato fino ad un portellone posteriore di una defunta 500. Materiali usurati dal tempo che evidenziano i cambiamenti avvenuti dalla fine del Settecento, quando l’industrializzazione ha iniziato a mutare il volto del globo terrestre con strade e città costruite là dove c’erano solo campi incolti. Una sfida secolare, quella tra uomo e natura, che diventa l’indiscussa protagonista in alcuni stencil comparsi, dallo scorso gennaio, in diverse zone della capitale: da Via del Porto Fluviale, a Via Cavour, alla stazione Casilina fino al colonnato di Piazza San Pietro. Autore di queste azioni è LUDO, una delle ultime leve della street-art.

Trentenne, nato nei sobborghi parigini, si è appassionato d’arte studiando a Milano e Venezia. Dal 2006 ha sentito l’esigenza di invadere le vie cittadine attraverso innumerevoli interventi indirizzati a “monsier tout le monde”. Già noto nelle più grandi città mondiali, da New York a Londra, da Oslo a Los Angeles, oggi arriva a Roma, presso la Wunderkammern, dove presenta per la prima volta al pubblico italiano le sue singolari creazioni.
Entrando nello spazio espositivo il fruitore resta abbagliato dal verde acido che caratterizza le serie su carta “Nature’s Revenge” e “Bugs” dove eleganti, e al contempo inquietanti, immagini di piante e animali dal sapore surreale sono accostate a elementi paradossali e inconciliabili. Insetti un tempo innocui, si evolvono e si trasformano sotto il nostro sguardo in ibridi meccanici e tecnologici per sopravvivere e difendersi dal temuto aggressore, preparando la loro vendetta. Nell’opera ‘I love Rome’ la parola‘amore’ è contemporaneamente cuore e teschio, vita e morte. Una forte metafora che, illustrata con pochi mezzi, evoca una potenziale e imminente catastrofe causata da una società incurante dell’ambiente che la circonda e affamata solo di consumo, lusso e progresso.

Estro e lucidità non mancano di certo al writer francese che, per il suo ultimo lavoro, sferra un attacco durissimo nei confronti dell’attuale estetica del bello e della perfezione promossa dai prestigiosi marchi internazionali (Gucci, Calvin Klein, FIAT o Chanel) che bombardano il consumatore medio con le loro pubblicità e slogan da sogno. Un progetto acuto, concepito per essere ubicato in luoghi banali e comuni come le pensiline degli autobus. Scendendo nel sotterraneo della galleria lo spettatore è invitato a entrare in piccoli vani, catturato e incuriosito dalle luci soffuse provenienti da quattro imponenti Light-boxes su cui sono stampati i “Co-Branding”. Icone accattivanti, caratterizzate da ossessive colate acid green, dove api e cavallette si tramutano in armi da guerra rivelando la loro potenza ammaliante.

 

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