Iván Navarro – Nacht und Nebel

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Dal 2 marzo al 5 maggio 2012 la Fondazione VOLUME! presenta Nacht und Nebel di Iván Navarro a cura di Antonio Arévalo. La mostra, attraverso un intervento istallativo, vuole rievocare l’atmosfera della città di Roma tra il settembre 1943 e il giugno del ’44, quando, occupata dalle truppe naziste, fu esposta ai bombardamenti e alle persecuzioni e la sua popolazione cercava rifugio in sotterranei, cunicoli, tunnel. Anfratti bui che divennero salvezza ma a volte anche sinonimo di morte, come nel caso delle fosse Ardeatine che furono scenario di un efferato eccidio nazista.

Il progetto dunque, insiste proprio su questa duplice interpretazione e su questo concetto di memoria. L’artista Iván Navarro (Santiago del Cile, 1972) nel suo lavoro sviluppa il concetto di conversione dell’energia attraverso la costruzione di oggetti ed installazioni luminose con neon e materiali d’uso quotidiano, rimettendo in discussione gli stilemi dell’arte modernista con un’attenzione ad un risvolto socio-politico. Per gli spazi della Fondazione VOLUME! ha concepito sette pozzi in mattoni e cemento dalla forma circolare, quadrata o triangolare, contenenti ognuno una scritta al neon: ODIO, OCCHIO, ECCO, ECO, EX, BECCO ed ECCIDIO.
Ciascuna delle scritte di luce ha una sua consistenza reale e allo stesso tempo illusoria. Solamente la metà inferiore delle parole è infatti realizzata con il neon curvato, l’altra metà è riflessa in uno specchio: la parola così può essere letta solo attraverso la sua duplicazione speculare. Navarro usa il linguaggio come strumento per il risveglio delle coscienze, come l’ultima delle libertà possibili. Le parole sono epifanie luminose moltiplicate in contenitori di dolore, memoria e vita.
Il titolo della mostra si riferisce al decreto emanato da Adolf Hitler nel dicembre 1941, con il quale si disponeva la condanna a morte e la sparizione “nella notte e nella nebbia” di chi avesse commesso atti contro il Terzo Reich nei territori occupati. La dicitura fu ispirata dall’opera L’oro del Reno di Richard Wagner in cui Alberich, indossato l’elmo magico, si trasforma in colonna di fumo e sparisce cantando “Nacht und Nebel, niemand gleich” [“Notte e Nebbia, (non c’è) più nessuno”]. Così, nella sua forma contratta NN furono siglati gli abiti dei prigionieri politici nel campo tedesco di Struthof-Natzweiler. E allo stesso modo, NN, furono indicati i desaparecidos del continente latinoamericano che spesso nel suo lavoro Navarro rievoca: per loro era un acronimo di “No Name” e allo stesso tempo un più crudele riferimento a Nacht und Nebel, appunto.

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