Social Networks e giovani artisti, attenzione a non esagerare

di Redazione 1

Ormai non è più inverosimile pensare all’arte ed alla vita privata come due entità non separate. Giusto una manciata di anni fa, artisti come Tehching Hsieh avevano deciso di trasformare la loro vita in una continua performance, con tutte le difficoltà e gli inconvenienti del caso. Oggi invece non bisogna far troppa fatica per manifestare la propria creatività anche in un contesto totalmente al di fuori dall’attività pubblica.

L’artista dei nostri giorni ha infatti a sua disposizione una serie di piattaforme digitali su cui espandere la propria creatività e mantenere il resto del pubblico in contatto con la propria attività anche in ambito privato. Facebook ad esempio può essere un buon metodo per espandere le proprie conoscenze e fare un poco di public relations che non guastano mai.

Twitter è invece molto usato anche da veri e propri mostri sacri come Ai Weiwei che proprio dal celebre social network cinguettante ha lanciato la sua battaglia contro le ingiustizie delle istituzioni cinesi. Ultimamente invece molti giovani artisti hanno scoperto piattaforme alternative come Tumblr, website che permette di creare veri e propri blogs altamente customizzabili tnato che è facilissimo trovare modelli già pronti per creare portfolios.

Ma il bacino di strumenti a disposizione è molto più ampio, da Pinterest a Foursquare, passando per Instagram c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il vero problema è rappresentato proprio dall’attuale saturazione di questi social networks e dalla loro reale utilità per i giovani artisti. Se da un lato il social network è utile per mostrare è pur vero che, in un universo dove tutti ostentano, difficilmente si trova qualcuno disposto ad osservare. C’è poi l’effetto “replicante”, vale a dire il pericolo di reiterare le immagini delle proprie opere su tutti gli account personali, rimandando il possibile spettatore da una scatola cinese all’altra senza una ragione precisa.

Anche comunicare la propria mostra è divenuto un processo sempre più difficile, tanto che molti stanno tornando alla cara vecchia email. Al solito la saturazione di eventi, porta il fruitore ad evitare di prendere in considerazione qualsiasi evento. Non è detto poi che curatori e galleristi siano pronti ad accogliere le centinaia di immagini che i giovani artisti inviano puntualmente ogni giorno. Ed allora che fare? Usare tutto con moderazione e soprattutto mantenere vivi i vecchi metodi operativi, lavorare in studio e crearsi una rete di contatti non “virtuali”, Una regola fissa non esiste ma è pur vero che invadere il web con il proprio ego non sempre paga.

Commenti (1)

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