Natura sono la tua sposa, David Hockney alla Royal Academy of Arts

di Redazione Commenta

“Natura…Natura sono la tua sposa…Prendimi”. Come testo di una colonna sonora già precedentemente ascoltata, queste le parole che risuonano all’interno della Royal Accademy of Arts di Londra.

David Hockney e il suo paese delle meraviglie. Attraverso il lontano Grand Canyon americano, caldo e maestoso; passando per la fredda Svizzera e la nostra Italia. Destinazione Yorkshire. Da quando vivo in Inghilterra ho da sempre sentito un desiderio smisurato di recarmi in questa lontana regione del Nord. Non sono che io mi sono recata nello Yorkshire ma è stato lo Yorkshire a venire da me.

Alberi, foglie, fiori. Stagioni che si susseguono affannosamente: autunno, inverno, primavera, estate. Ricerca del cambiamento, del mutamento di ogni singolo particolare col susseguirsi di esse. Colore: si sparge attraverso ogni sala in grandi macchie sgargianti che non avrebbero senso se non viste in connessione le une con le altre.

Tunnel: attraversarne uno creato dagli stessi rami degli alberi. Mille volte nella mia fanciullezza li ho solcati: dal terreno freddo, dall’odore di umido, ad accarezzarmi gli stessi rami ;quelle stesse foglie ad infondermi un senso di protezione quasi materno.

Profumo di biancospini: ricercare meticolosamente il periodo più prolifico dove la bellezza della natura è al massimo del suo splendore; attraversare una sala all’interno di un museo e dalla percezione visiva arrivare a quella olfattiva.

L’arrivo della primavera: una piccola stradina ripresa nei suoi cambiamenti mese dopo mese, giorno dopo giorno. L’arrivo in questa ultima sala squote in me forti reazioni emotive.

Mi sento anche io parte di questo meraviglioso racconto, in ogni singolo momento, in ogni piccolo cambiamento, ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese; come la foglia, come l’albero, come la neve che diventa ghiaccio e viceversa, come cambiano i colori attraverso il susseguirsi delle stagioni.

Nelle opere di questo artista ormai maturo (ma dagli occhi e dalla sensibilità di un fanciullo), realizzate mediante l’osservazione, la memoria, l’immaginazione ed espedienti tecnologici quali l’iPad, comprendiamo il  virtuosismo e l’approccio innovativo che  permettono di evocare possentemente il paesaggio e lo spazio con una rara carica emotiva .

Nel nostro faticoso errare alla fine non ci resta che tornare a ciò che realmente siamo. Tornare alla nostra sposa, a nostra madre che ancora una volta ,e nel pieno della sua straordinaria bellezza, ci accoglierà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>