La performance va di moda alla Tate

di Redazione Commenta

La performance art non è più un semplice documento, un video o una fotografia, uno slideshow o il rinforzino di una qualsivoglia mostra museale, da ammirare a “bocce ferme”. La performance art è oggi una delle tecniche creative più corteggiate da istituzioni pubbliche e private ed è sempre più supportata da strutture e manifestazioni che ne facilitano la fruizione “live”.

La Tate Modern di Londra, ad esempio, lancerà ben presto una nuova programmazione denominata The Tanks, una sorta di festival della performance che si protrarrà per ben 15 settimane e a cui parteciperanno artisti quali  Anne Teresa De Keersmaeker, Eddie Peake, Anthony McCall, Ei Arakawa, Tania Bruguera, Undercurrent, Haegue Yang, Jeff Keen, Boris Charmatz, Performance Year Zero, Aldo Tambellini, Filmaktion e Juan Downey. Nel frattempo, il celeberrimo Tino Sehgal, quello del bacio nella Rotonda del Guggenheim Museum di New York per intenderci, occuperà nientemeno che la Turbine Hall della prestigiosa istituzione. I vertici della Tate Modern hanno definito The Tanks come: “la prima grande manifestazione museale legata alla performance”. In realtà, in questi ultimi tempi le manifestazioni legate alla performance art  si stanno moltiplicando a vista d’occhio.

Una delle kermesse più prestigiose è senza ombra di dubbio Performa, la biennale della performance art.  La storia di questa manifestazione è relativamente breve, Performa è infatti nata nel 2004 per volere di RoseLee Goldberg, curatrice e pioniera degli studi sulla performance art. Nel 2005 è stata quindi organizzata la prima edizione, sin da subito impreziosita dalla presenza di protagonisti d’eccezione come Marina Abramovic che per l’occasione presentò la sua ormai storica performance Seven Easy Pieces, dedicata a tutte quelle opere performative che di fatto hanno influenzato la sua creatività. Insomma, molti pensavano ad un’escalation esponenziale della Video Art in questi anni ’10 all’interno di manifestazioni e mostre internazionali. Ed invece stiamo assistendo ad una leggera flessione del mezzo video a favore delle live performance.

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