Deep Inside. Dissociations. al CACT Ticino

Il CACT CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA TICINO apre il prossimo 9 giugno 2012 la mostra collettiva DEEP INSIDE. DISSOCIATIONS. Il tema nasce da alcune riflessioni attorno alla definizione di nuove espressioni linguistiche, che si modificano in rapporto ad una società in totale cambiamento, allo sviluppo delle tribù telematiche, in grado di sovvertire il concetto d’estetica e delle modalità comunicazionali: ciò tocca giocoforza anche un istituto e un museo d’arte. La caduta di due blocchi contrapposti quali il Comunismo e il Capitalismo e la rimessa in seria discussione del concetto di avanguardia, che – lo si credeva – bene avrebbe potuto coniugarsi con quello di Modernità, pone l’artista e il creatore di pensieri al centro di un dibattito che li riconfigura attraverso nuovi posizionamenti societali e culturali. La transmedialità ha ormai sostituito la multimedialità e l’identità di un museo è pure in via di ridefinizione. È oltremodo interessante constatare come negli ultimi anni la società si sia trasformata da corpo concettuale, animato da modalità collettive, a identità tattile eterogenea, laddove ogni singolo cerca la propria personale identità e collocazione entro una rete di codici collettivi.

Il ritorno al tattile rappresenta il ritorno al ‘reale’, sia in arte che nella società di tutti i giorni, laddove le mistificazioni del pensiero filosofico, sociologico e/o analitico hanno fortemente perso il loro impatto concettuale e ideologico sull’idea di gruppo sociale, ridando ossigeno alla persona libera e ai suoi valori. Il ritorno al tattile pone in forte analisi il museo non solo come giardino del vedere, bensì anche come luogo d’azione. Ecco che l’applicazione dell’idea ‘performativa’, preconizzata qualche anno fa quale ritorno ad una psico-geografia della persona artistica come condivisione tra oggetto e soggetto, la si scorge nell’approfondimento della figurazione attraverso l’espressionismo e la sensualità del corpo sensuale e psichico.

Benvenuto Disertori al Mart di Trento

Benvenuto Disertori (1886-1969), grande maestro dell’incisione, è conosciuto soprattutto per le sue “acquaforti civiche”, vedute di città dell’Italia, ampiamente apprezzate e studiate dalla critica d’arte. Esiste però un aspetto centrale della vicenda artistica di Disertori che non è altrettanto noto: ritratti, nudi e raffigurazioni allegoriche che rivelano come l’incisore trentino sia stato un interprete attento e raffinato della cultura Liberty e simbolista.

Cinquanta di queste opere sono ora al centro della mostra “Benvenuto Disertori. Un segno Liberty”, a cura di Alessandra Tiddia, in programma dal 16 giugno – 2 settembre 2012 nella sede di Torre Vanga a Trento.  Affiancata da un catalogo con testi di Andrea Disertori, figlio dell’artista, di Duccio Dogheria e di Alessandra Tiddia, la mostra si concentra in particolare sull’attività di ritrattista di Disertori; accanto alle incisioni saranno esposte per la prima volta una selezione di matrici xilografiche, e in rame e zinco, relative alle opere presentate e un nucleo di disegni inediti provenienti dalla collezione di famiglia. Inoltre, nel catalogo della mostra il Mart pubblica la lista completa delle opere di Disertori presenti nelle proprie collezioni, per offrire un essenziale strumento di approfondimento agli studiosi.

Gillo Dorfles. Kitsch alla Triennale di Milano

La Triennale di Milano presenta la mostra “Gillo Dorfles. Kitsch – oggi il kitsch” curata da Gillo Dorfles, insieme con Aldo Colonetti, Franco Origoni, Luigi Sansone e Anna Steiner. Nel 1968 esce “Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto” edito da Mazzotta, una serie di approfondimenti teorici che hanno aiutato a descrivere il concetto di kitsch in tutte le sue articolazioni; concetto che Dorfles per primo ha contribuito in modo decisivo a definire, a livello internazionale.  Il testo di Dorfles è una vera pietra miliare per la comprensione e l’evoluzione del “cattivo gusto” dell’arte moderna; afferma che alcuni capolavori della storia dell’arte come il Mosé di Michelangelo, la Gioconda di Leonardo sono “divenuti emblemi kitsch perché ormai riprodotti trivialmente e conosciuti, non per i loro autentici valori ma per il surrogato sentimentale o tecnico dei loro valori”.

“L’industrializzazione culturale, afferma Dorfles, estesa al mondo delle immagini artistiche ha condotto con sé un’esasperazione delle tradizionali distinzioni tra i diversi strati socio-culturali. La cultura di massa è venuta ad acquistare dei caratteri assai diversi (almeno apparentemente) dalla cultura d’élite, e ha reso assai più ubiquitario e trionfante il kitsch dell’arte stessa.”

Posseduti dall’amore al Progetto Tangram di Brescia

Leggendo il recente saggio di Michael Hardt e Toni Negri, Comune (2009), col quale si conclude la trilogia aperta da Impero (2000) e proseguita con Moltitudine (2004), ci si imbatte, ad un tratto, in un vero e proprio inno all’amore, fondato sulla necessità della sua rivalutazione concettuale nell’ambito della teoria politica, del discorso filosofico e persino della scienza economica e ciò malgrado i due autori sappiano «ormai bene che questo termine mette a disagio molti lettori», alcuni dei quali «si rigirano nervosamente sulle loro sedie», mentre «altri alzano le spalle con aria di superiorità» e che gli stessi filosofi, teorici politici ed economisti che spesso, pur senza accantonare «il loro algido rigore intellettuale», parlano d’amore sono così inibiti da precludersi la possibilità di fornirci importanti insegnamenti.

«L’amore», si spingono persino a dichiarare, quasi riecheggiando il San Paolo della Prima lettera ai Corinzi, «è il cuore pulsante del programma che abbiamo sviluppato fino a questo punto senza il quale il resto sarebbe un ammasso senza vita». Posseduti dall’amore, intende costituire un primo passo in vista di un’esplorazione plurilinguistica e pluridisciplinare del legame esistente tra potenza dell’amore e prodursi dell’arte; sull’amore come principio costituente della creazione artistica, così come sull’arte costituita dalla pratica amorosa.

Paolo Consorti a Palazzo Reale di Milano

Promossa dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design e Palazzo Reale, la centralissima sede espositiva milanese ospita dal 14 giugno al 1° luglio 2012 la mostra di Paolo Consorti “Rebellio Patroni, Sant’Ambrogio e il piccolo Duomo”, a cura di Antonio Arévalo, con un contributo critico di Angelo Bucarelli. L’esposizione – venti opere di grande formato, un’istallazione e un docufilm prodotto da Magazzini Einstein per Rai Educational – si basa su una reinterpretazione in chiave contemporanea e simbolica dell’operato dei Santi d’Italia, espressione della cultura popolare del nostro paese e di un’unità geografica e spirituale.

Il Progetto Rebellio Patroni, concepito come un percorso multiforme e in progress, in cui la performance, la scultura e il dipinto costituiscono il corpus unico del progetto, prende avvio nel 2011 in coincidenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. In esso i santi di Consorti si esprimono attraverso azioni paradossali mettendo in atto nel presente una loro originale e pacifica forma di azione antagonista che, aggirando con l’ironia la retorica sul decadimento morale e civile della società, propone l’urgenza di un impegno nel presente.

PhotoReload V (Digital Natives) alla Romberg Arte Contemporanea di Latina

Sabato 9 giugno nello spazio ROOMBERG, al piano terra del grattacielo Baccari, si inaugura Digital Natives, quinta ed ultima tappa della rassegna PhotoReload. La mostra presenta i lavori fotografici di Robert Gligorov, Miltos Manetas, Dean West e alcuni video di Isobel Blank. Col termine “Digital Natives”, “Nativi Digitali”, si indica la generazione nata e cresciuta con le tecnologie digitali, quindi completamente assorbita, nelle proprie attività quotidiane e creative, da esse.

Pur riferendosi alla generazione dei nati dalla metà degli anni ’90 in poi, è possibile espandere ed associare questa stessa definizione ad alcuni artisti contemporanei che fanno della elaborazione digitale la loro tecnica principale, elemento imprescindibile e determinante per il risultato finale delle loro opere. Il pensiero creativo, e la sua conseguente messa in opera da parte del “digitale nativo”, è quindi governato da una chiara consapevolezza sulle infinite possibilità offerte da queste nuove tecnologie, tanto da portare agli estremi limiti il concetto stesso di fotografia, non presentando più dinamiche operative di tipo tradizionale ma percorrendo un percorso esecutivo inedito.

Margot Quan Knight alla Gagliardi Art System di Torino

La galleria Gagliardi Art System è lieta di presentare Screenshots, nuovo progetto inedito di Margot Quan Knight (dal 7 giugno al 21 luglio 2012). L’artista, la cui ricerca è da sempre focalizzata sull’interpretazione fotografica del reale, spesso con esiti stranianti e poetici, indaga ora, con originalità di visione e mezzi, nuove percezioni visive suggerite da strumenti come Skype, sempre più di uso comune.

La frammentazione di visione tipica di questa modalità di comunicazione (che è in parallelo frammentazione emotiva, poiché le persone connesse sono fisicamente lontane ma unite da relazioni affettive) viene tradotta dall’artista con un’immagine in pixel dipinti su tela, bianco su bianco, percepibile solo con una particolare inclinazione della luce.

Do not think alla Fabbrica del Vapore di Milano

Arriva a Milano, alla Fabbrica del Vapore “Do not think“, il progetto skateboarding promosso dalla Fondation d’Art Oxylane, dopo le tappe di Berlino e Wroclaw (Polonia) e prima di proseguire il viaggio verso Barcellona, Marsiglia e Londra.  Opere di: Andrea Belfi, Dave the Chimp, Brad Downey, Jacques Floret, Micha Wermkauf & Matthias Leinke, Christian Roth, The Wa

Un incontro tra arte e sport: una grande rampa per skate decorata verrà regalata alla città di Milano e sarà realizzata all’interno del piazzale della Fabbrica del Vapore, mentre l’esposizione proseguirà in alcuni spazi interni. In mostra le opere di otto artisti tra musica, disegni, installazioni, fotografie e video, tutte ispirate al mondo dello skateboarding, con il patrocinio del Comune di Milano.

Marzia Migliora al Castello di Rivoli

Viaggio intorno alla mia camera è un progetto speciale dell’artista Marzia Migliora per Oltre il muro, la nuova proposta di allestimento e percorsi attraverso la collezione permanente del Castello di Rivoli a cura di Beatrice Merz. Il progetto dialoga non solo con gli spazi e con la storia stessa del primo museo italiano dedicato all’arte contemporanea, ma coinvolge – attraverso una chiamata alla partecipazione attiva – la struttura vivente dei visitatori del Museo. Il pubblico come attore degli spazi e dei progetti culturali del Castello diviene, grazie all’artista, un collaboratore, evidenziando la funzione culturale, educativa e divulgativa del Museo il quale è casa di tutti, in primis dei cittadini.

Ai cittadini del territorio è richiesto di diventare prestatori, nella modalità propria dell’arte, di un oggetto personale, ovvero una poltrona da un posto del proprio salotto. Le poltrone selezionate, saranno ospitate temporaneamente al Museo, entrando in relazione con le opere della collezione. Il prestatore, cede temporaneamente e in modo anonimo un oggetto personale e d’uso quotidiano, per condividerlo con la collettività; prestare qualcosa di proprio mettendolo a disposizione di altri è simbolo di una presenza partecipata.

Mario Merz e Giuseppe Penone da Maria Cilena a Milano

In questa occasione verranno esposte due serie di opere su carta di due protagonisti dell’Arte Povera. Le 14 tavole che compongono il ciclo Da un erbario raccolto nel 1979 in Woga-Woga, Australia, realizzato da Merz nel 1989, accostano a diversi esemplari di foglie di piante (su cui l’artista interviene come suo solito con lo scotch) la numerazione tipica della successione di Fibonacci.

Le Trentatré erbe di Penone, anch’esse datate 1989, sono invece il risultato di un’azione di frottage con risvolti intensamente lirici. Le 33 opere verranno esposte una al giorno, come se fossero fogli di una sorta di calendario poetico incentrato sul rapporto tra uomo e natura. In galleria saranno presenti anche altri due lavori di Merz: una Salamandra e un Fagiolo, entrambi realizzati nell’89 su carta da lucido in cassetta di ferro.

Nature Vs Nurture alla FaMa Gallery di Verona

NATURE VS NURTURE è la nuova mostra collettiva di FaMa Gallery che presenta opere di David Casini, Mat Collishaw, Patricia Piccinini, Barry Reigate e Sissi. L’esposizione inaugura venerdì 8 giugno e resterà aperta fino al 28 luglio 2012.  Nature vs nurture, natura vs educazione, cultura. Questa dicotomia – tra le caratteristiche e i tratti per così dire naturali, insiti nell’individuo e antecedenti qualsiasi influenza data dalla società e dalla cultura e tutto ciò che, invece, lo forma e lo modella e che proviene dal contesto nel quale egli si sviluppa – rimasta per lungo tempo al centro del dibattito scientifico, in particolar modo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha prodotto innumerevoli studi sull’origine innata o culturale dei tratti fisici e comportamentali umani ed è tornata recentemente al centro dell’attenzione degli studiosi, soprattutto in ambito umanistico.

La mostra NATURE VS NURTURE muove da questo ampio e complesso dibattito per interrogare il lavoro di cinque artisti che analizzano nella loro pratica, seppur con tecniche e approcci differenti, il metodo scientifico, fino ad arrivare ad appropriarsi dei suoi presupposti e dei suoi obiettivi, ma indagano allo stesso tempo sulle conseguenze, anche politiche, che le idee di evoluzione e progresso hanno nella definizione di una società moderna.

Al via la IX edizione del Premio Celeste

PREMIO CELESTE IX EDIZIONE 2012

Le iscrizioni alla IX edizione del Premio Celeste sono aperte fino al 30 giugno 2012.

Quest’anno sono in palio € 20.000 di premi così suddivisi:
Premio Pittura € 4.000
Premio Fotografia & Grafica digitale € 4.000
Premio Video & Animazione € 4.000
Premio Installazione, Scultura & Performance € 4.000
Curatore dell’edizione 2012 è lo stilista italiano Antonio Marras.
Quest’anno il comitato di Selezione è composto dai seguenti critici e curatori d’arte contemporanea: Giuliana Altea, Katia Baraldi, Lorenzo Bruni, Alberto D’Ambruoso, Marco Delogu, Daniele De Luigi, Laura Fanti, Renata Ferri, Carolina Lio, Anna Santomauro, Stefano Verri, Visual Container (Giorgio Fedeli, Alessandrà Arnò). 

Ashley Bickerton Alla Cardi Black Box di Milano

Ho sempre amato la pittura, la fotografia e la scultura come tecniche utilizzate separatamente nel lavoro di altri artisti. Tuttavia, personalmente, credo che esse siano “problematiche” come forme individuali d’espressione: infatti, è solo nel loro utilizzo congiunto che riesco a sentirmi veramente a mio agio. La pittura mi è sempre sembrata troppo “cartonata”, la fotografia un po’ troppo fredda, e la scultura…Diciamo che non mi sono mai sentito troppo a mio agio nello spazio tridimensionale.

Nei lavori dei primi anni dipingevo direttamente sui miei modelli, sui loro vestiti ed accessori; successivamente li fotografavo in una serie di primi piani, da “cucire” insieme dopo essere stati “cubificati” attraverso Photoshop. Ciò che ne risultava veniva poi stampato su tela e quindi intervenivo con la pittura. Con il passare del tempo la pittura e lo strato di colore e trucco applicato sui miei modelli è diventato più spesso e più brutale, gli accessori e gli ornamenti sempre più irreali.

Inaugura la Galleria Doppelgaenger di Bari con una mostra di Giovanni Ozzola

Inaugura in Puglia, a Bari, la galleria d’arte contemporanea Doppelgaenger, che ha sede all’interno di Palazzo Verrone, uno dei più interessanti complessi edilizi del centro storico della città, risalente all’XI secolo. Tre livelli di spazio espositivo che verranno allestiti a partire da giungo con mostre di artisti nazionali ed internazionali. Una galleria ed una residenza artistica interamente destinate alle nuove sperimentazioni, all’estetica delle forme e dello spazio.La Galleria verrà inaugurata lunedì 4 giugno 2012, anteprima per la stampa domenica 3 giugno, con la mostra personale dal titolo Castaway Depot e dal sottotitolo 41° 7’ 31’’ N 16° 52’ 0’’ E – In a sentimental mood di Giovanni Ozzola, giovane artista fiorentino, appena trentenne ma con alle spalle un curriculum fitto di premi ed esibizioni, in Italia e nel Mondo, da Amsterdam a Tokyo, da Londra a Pechino. 

Bari e l’eterno-materno abbraccio del mare accolgono Giovanni Ozzola con i quali sembra aver stretto un profondo legame. Le sue creazioni hanno sempre saputo raccontare magistralmente la luce, il tempo e l’orizzonte, temi che vengono costantemente trattati secondo un’estetica ricca di simbologie e misticismo.