La galleria Gagliardi Art System è lieta di presentare Screenshots, nuovo progetto inedito di Margot Quan Knight (dal 7 giugno al 21 luglio 2012). L’artista, la cui ricerca è da sempre focalizzata sull’interpretazione fotografica del reale, spesso con esiti stranianti e poetici, indaga ora, con originalità di visione e mezzi, nuove percezioni visive suggerite da strumenti come Skype, sempre più di uso comune.
La frammentazione di visione tipica di questa modalità di comunicazione (che è in parallelo frammentazione emotiva, poiché le persone connesse sono fisicamente lontane ma unite da relazioni affettive) viene tradotta dall’artista con un’immagine in pixel dipinti su tela, bianco su bianco, percepibile solo con una particolare inclinazione della luce. Effetto reso anche con un ciclo di lavori sorprendente realizzati in cera su carta e infine con un’opera, un unicum per complessità esecutiva, che prevede l’utilizzo di schegge di vetro, corto-circuito della visione in frammenti che ricompone un volto caro all’artista. Dal testo in mostra di Stefano Catalani: “Negli ultimi dieci anni la ricerca artistica di Margot Quan Knight ha interpretato la poetica del restauro dell’interezza, enunciata da Louise Bourgeois, sposando un’estetica della frammentazione in cui il ritratto fotografico, da sempre elemento cruciale della sua analisi, è esaminato, sezionato e poi riassemblato allo scopo di costituire una tensione dialettica nell’identificazione fra il soggetto – rotto, incompleto o pressoché assente – e lo spettatore, il quale si addentra in una riflessione su ciò che è andato perduto e/o ciò che viene restaurato.
La ricerca procede in direzioni multiple, con risultati differenti, ma riconosce sempre la necessità di analizzare lo scopo della fotografia e la sua pretesa di ‘verità’. La serie di lavori più recente, Screenshots, ispirata a un percorso personale di riparazione di ciò che era stato infranto e danneggiato, esplora e divide in parti, per poi ricostituire il ritratto fotografico con modalità inattese, raggiungendo profondi livelli di lirismo”.