NATURE VS NURTURE è la nuova mostra collettiva di FaMa Gallery che presenta opere di David Casini, Mat Collishaw, Patricia Piccinini, Barry Reigate e Sissi. L’esposizione inaugura venerdì 8 giugno e resterà aperta fino al 28 luglio 2012. Nature vs nurture, natura vs educazione, cultura. Questa dicotomia – tra le caratteristiche e i tratti per così dire naturali, insiti nell’individuo e antecedenti qualsiasi influenza data dalla società e dalla cultura e tutto ciò che, invece, lo forma e lo modella e che proviene dal contesto nel quale egli si sviluppa – rimasta per lungo tempo al centro del dibattito scientifico, in particolar modo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha prodotto innumerevoli studi sull’origine innata o culturale dei tratti fisici e comportamentali umani ed è tornata recentemente al centro dell’attenzione degli studiosi, soprattutto in ambito umanistico.
La mostra NATURE VS NURTURE muove da questo ampio e complesso dibattito per interrogare il lavoro di cinque artisti che analizzano nella loro pratica, seppur con tecniche e approcci differenti, il metodo scientifico, fino ad arrivare ad appropriarsi dei suoi presupposti e dei suoi obiettivi, ma indagano allo stesso tempo sulle conseguenze, anche politiche, che le idee di evoluzione e progresso hanno nella definizione di una società moderna.David Casini – la cui pratica artistica è particolarmente legata all’indagine sui materiali – seleziona, elabora e riconfigura meticolosamente gli oggetti e gli elementi, naturali o artificiali, carichi di un forte valore simbolico, che compongono i suoi lavori. Le installazioni di Casini, che sembrano dare forma all’immaginario privato dell’artista, sono permeate da un lieve sapore nostalgico e appaiono quali frammenti di tempo sospeso, silenzioso e solitario. Nel recente lavoro Déjà Vu, tre specchiere vintage duplicano e smaterializzano alcuni oggetti, minerali e organici, sospesi davanti a esse per mezzo di leggere strutture in ottone, richiamando quindi la valenza simbolica dello specchio quale possibilità del doppio e instaurando con l’osservatore una forte tensione emozionale data dalle prospettive sempre nuove dalle quali è possibile seguire questo gioco di rimandi visivi.
Venal Muse, la nuova serie di lavori fotografici di Mat Collishaw esposta in occasione dell’esposizione, nasce da un tributo a Les Fleurs du Mal di Baudelaire: come i versi del poeta francese sono incentrati su temi quali la decadenza e l’erotismo, allo stesso modo i fiori di Collishaw, geneticamente modificati, segnati da cicatrici e piaghe, appaiono affetti da un inarrestabile decadimento che ne compromette la bellezza e del quale l’uomo appare inevitabilmente essere la causa. Evocando le atmosfere dello studiolo rinascimentale l’artista indugia, attraverso queste immagini, in una sorta di spettacolarizzazione degli esperimenti scientifici, indagando il fascino esercitato dalla bellezza e dalla sua corruzione.
La ricerca artistica dell’australiana Patricia Piccinini parte, invece, da un profondo interesse per importanti temi di attualità quali l’ingegneria genetica, la bioetica e le biotecnologie ed è caratterizzata dall’uso di linguaggi artistici differenti, pittura, installazioni, video. Le creature di Piccinini, familiari e inquietanti allo stesso tempo – realizzate con silicone, vetroresina, capelli umani e vestiti che le rendono incredibilmente realistiche – giocano sul registro dell’ambivalenza: se da un lato il loro aspetto e gli atteggiamenti nei quali sembrano essere state sorprese dallo sguardo dell’artista comunicano un senso di familiarità e vicinanza, dall’altro, di fronte a queste strane creature, non si può fare a meno di interrogarsi sulla loro origine, incapaci di stabilire se si tratti di esseri alieni o appartenenti a un futuro che, forse, presto vivremo. L’artista mette l’osservatore davanti all’evidenza dell’ibrido geneticamente modificato, e, senza emettere un giudizio o esprimere una posizione, spinge piuttosto lo spettatore a interrogarsi sia sul limite e sul rapporto fra naturale e artificiale, sia sulla reazione scaturita dall’incontro con lo sconosciuto e il diverso.
Nella sua nuova serie di lavori Barry Reigate esplora – con lucida analisi critica e attraverso l’utilizzo di semplici forme frutto della decontestualizzazione di diagrammi tratti dai test di matematica per bambini – il legame che esiste tra la forma e ciò che viene concettualmente proiettato su di essa. Il linguaggio che caratterizza questi dipinti è giocato sulla ripetizione di alcuni elementi geometrici che guardano all’estetica modernista, ma che, allo stesso tempo, svuotati da qualsiasi riferimento alla storia dell’arte, pongono la questione relativa al rapporto tra realtà e struttura. Le forme geometriche di Reigate si aggregano formando delle strutture modulari che richiamano, quindi, i concetti di evoluzione e progresso e che suggeriscono un collegamento fra strutture fisiche, materiali e costruzioni sociali, culturali.
Sottoponendo le sue idee a una ironica ma assolutamente rigorosa analisi e catalogazione di chiara provenienza scientifica, che si traduce in una pratica artistica altrettanto disciplinata, quasi ossessiva, nella quale ogni elemento viene realizzato a mano, l’artista bolognese Sissi perfeziona un vero e proprio paradigma all’interno del quale conduce esperimenti che originano sculture, installazioni e performance strettamente legate al suo trascorso personale – ma che parlano di temi universali – cercando costantemente nuovi spazi o corpi da abitare o entro cui proliferare e germogliare.
Le opere esposte in occasione di NATURE VS NURTURE appartengono alla produzione più recente degli artisti in mostra e sono tutte inedite.