Comprendere l’arte tra l’enigma e l’idiozia

L’arte contemporanea è sempre di gran moda ed è comunque terreno fertile per sperimentazioni estetiche e filosofiche di ogni tipo. Ultimamente però, per quanto concerne l’approccio didattico all’arte contemporanea le cose si sono fatte un tantino caotiche. Diciamo che si è persa la mezza misura, quella chiave di lettura accessibile ma non per questo semplice che garantiva una corretta esegesi della manifestazione creativa, senza per questo avvilire né l’opera né tanto meno il fruitore.

 Ecco quindi che oggigiorno l’arte contemporanea è divenuta incomprensibile e pretestuosa o semplicemente futile e banale. La storia dell’arte dei giorni nostri è la storia delle grandi manifestazioni ma molte di esse sono dei veri e propri deliri curatoriali che hanno in qualche modo dimenticato l’esistenza delle opere. Utopia Station, il progetto per la Biennale di Venezia del 2003 a cura di Molly Nesbit, Hans-Ulrich Obrist e Rirkrit Tiravanija ha aperto la strada alle imprese curatoriali smaccatamente ciclopiche, buone solo per tirar quattro colpi ad effetto.

La nuova moda della galleria d’arte è non essere una galleria d’arte

 

C’era una volta la galleria d’arte contemporanea in pieno centro, vale a dire ubicata nel quartiere più sofisticato e ricco della città. Una galleria bene in vista, situata in una strada dove solitamente passano ricche signore annoiate e rampolli d’alta società. Fino a poco tempo prima della crisi la nostra galleria andava benone e riusciva anche a partecipare a molte fiere d’arte contemporanea sparse per l’italico stivale.

I suoi artisti vincevano premi importanti ed il sistema li coccolava con le sue finte speranze. In seguito sono giunti i tempi delle vacche magre e la nostra galleria, per sbarcare il lunario, ha deciso di spostarsi in un’area periferica, uno di quei quartieri un tantino  popolari che qualcuno definisce art district senza nemmeno sapere perché.

Viadellafucina A.I.R., una residenza per artisti a Torino

viadellafucina A.I.R. è il primo autentico programma di residenza per artisti ubicato nel cuore della città che nasce con l’intento peculiare di attivare, attraverso periodi di residenza a Torino, processi di cooperazione tra artisti torinesi e artisti “forestieri” volti allo sviluppo di progetti condivisi che interessino l’area di Porta Palazzo.

Attraverso concreti dispositivi di integrazione, volti a rendere l’esperienza di residenza fruttuosa sia per gli ospiti che per le realtà locali, viadellafucina incoraggia altresì la collaborazione tra artisti e imprese nella produzione di opere d’arte nonchè il coinvolgimento della popolazione locale.

Il Libro nero della 54 esima Biennale di Venezia

Mercoledì 2 maggio 2012 al MAXXI B.A.S.E. – Sala incontri del museo MAXXI di Roma, avrà luogo la presentazione del volume Il Libro nero della 54 esima Biennale di Venezia a Cura di Eugenia Battisti. Edito Lulu Press, il libro è giunto oramai alla sua terza edizione (la prima realizzazione del progetto risale alla Biennale del 2007) ed in questa occasione presenta alcuni spunti su temi di ricerca fondamentali della storia dell’arte contemporanea, trattati recentemente in ambito accademico e museale.

Il progetto editoriale, che quest’anno offre l’analisi critica della Biennale diretta da Bice Curiger col titolo ILLUMInazioni, consiste in una raccolta di saggi ed interventi di giovani studiose d’arte contemporanea, ciascuna specializzata in un peculiare aspetto della realta’ artistica odierna.Un’interessante punto d’osservazione alternativo su di una manifestazione internazionale che ad ogni sua edizione non cessa mai di compiere una continua trasformazione sia di comportamenti che di linguaggi in relazione all’arte contemporanea.

Arte & Design Argentini in Italia al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

Dal 2 maggio al 2 giugno 2012 nella splendida cornice della città di Torino presso il Museo Regionale di Scienze Naturali si potrà ammirare in un unico evento il progetto Arte & Diseño Argentino en Italia – Arte & Design Argentini in Italia. L’evento, promosso dal Ministero degli Affari Esteri Argentino, dall’Ambasciata Argentina in Italia, con il patrocinio del Comune di Torino, della Camera del Commercio e la Regione Piemonte, ha come obiettivo primario la divulgazione dell’arte e del design argentino attraverso una mostra e varie iniziative che creeranno una vera e propria piattaforma di dialogo tra l’Argentina e l’Italia, due paesi da sempre legati da affinità sociali e culturali.

L’evento sarà composto da due sezioni: DesignAbroad, curato da Creatività Etica e Contemporary Art Abroad curato da Massimo Scaringella e Lic, Lìa Cristal, all’interno delle quali sarà possibile ammirare la meravigliosa natura dell’arte e del design argentino, individuando quegli elementi di raccordo con le estetiche ed i concetti della creatività italiana. Il progetto vuole creare una vera e propria collaborazione fra le istituzioni locali ed i principali attori del progetto, a tale fine si creeranno una serie d’incontri tra i partecipanti argentini ed i differenti protagonisti dei settori arte e design italiano.

Luca Bertolo alla Nomas Foundation di Roma

Giovedì 3 maggio, Nomas Foundation presenta l’ultimo capitolo di A painting cycle. A chiudere il ciclo degli incontri dedicati alla pittura contemporanea è l’artista Luca Bertolo. Nei suoi lavori – disegni, dipinti, collage – l’artista mette in atto una sofisticata riflessione sui modi della rappresentazione. La sua indagine pittorica da una parte segue un approccio concettuale, dall’altra rivela una marcata attenzione verso i materiali e la dimensione figurativa, in cui assume un ruolo primario il linguaggio, analizzato nella sua trasformazione – deframmentazione e ricomposizione – attraverso lo strumento pittura.

Luca Bertolo sarà in conversazione con Pier Luigi Tazzi, critico d’arte e curatore di numerose mostre in Italia e all’estero. E’ stato docente alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e Lecturer e Tutor in istituti di educazione artistica in Europa e in Asia. Attualmente è presidente della Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago, curatore permanente del progetto Spread in Prato, e professore all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Alla Tate St Ives c’è Alex Katz

Nato nel 1927 a Brooklyn, New York, Alex Katz è uno degli artisti viventi più importanti degli stati uniti. Nel 2012 Katz celebrerà il suo 85 ° compleanno, e una carriera che abbraccia sei decenni. Per la sua prossima mostra alla Tate St Ives (dal 19/5/2012 al 23/9/2012), Katz ha pensato bene di riunire oltre 30 tele, oltre a collage e ritagli, che abbracciano l’intera gamma della sua carriera dal 1950 ad oggi.

Data la posizione della Tate St Ives, e l’approssimarsi della stagione estiva, la mostra pone un accento particolare sui paesaggi marini e sulle scene di spiaggia, così come immagini di vacanze di famiglia e amici, dipinte nella casa dell’artista sul mare di Lincolnville, Maine , dove continua a trascorrere le sue estati.

Scoprire Hunger dopo Shame

Come spesso succede dalle nostre parti, quando un regista riceve un successo inaspettato con una sua pellicola, anche le sue opere precedenti vengono ridistribuite. Anche con Steve McQueen è andata più o meno così. Parliamo ovviamente di una nostra vecchia conoscenza, visto che McQueen è anche uno dei più acclamati protagonisti dell’arte contemporanea. Nel 1999 si è aggiudicato il prestigioso Turner Prize e nel 2007 ha esposto alla Biennale di Venezia, sino a giungere al tripudio del 2009 dove sempre in laguna ha occupato il Padiglione Britannico, proponendo un film che vedeva come protagonisti proprio i Giardini di Venezia, visti nel periodo precedente l’esposizione, evidenziando così la differenza tra i sei mesi che ogni due anni vedono quella zona protagonista, e i rimanenti diciotto, dove la desolazione regna sovrana.

Noi quindi conoscevamo McQueen, i borghesucci del cinema italiano  dovevano ancora scoprirlo e lo hanno fatto con Shame, pellicola che ha stuzzicato i pruriti porno di chi non ha il coraggio di guardare un porno.

1 maggio musei aperti ad 1 euro!

Martedi 1° maggio molti musei statali saranno visitabili al costo di un solo euro.
Anche quest’anno dunque il MiBAC in occasione della festa dei lavoratori offre la possibilità a tutti gli italiani e ai turisti stranieri di conoscere e riscoprire il nostro grande patrimonio culturale e artistico ad un prezzo simbolico.

Ecco la lista delle strutture aperte:

ABRUZZO

Museo “Paludi” Celano AQ 8.30 – 19.30

Museo d’arte sacra della Marsica Celano AQ 9.00 – 19.30

Area Archeologica di Amiternum L’Aquila AQ 9.00 – 20.00

Area Archeologica di Alba Fucens Massa d’Albe AQ 9.00 – 20.00

Complesso Monumentale di Badia in Sulmona Sulmona AQ 9.00 – 19.30

Museo Archeologico Nazionale “La Civitella” Chieti CH 9.00 – 20.00

Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo Villa Frigerj Chieti CH 9.00 – 20.00

Parco Archeologico di Iuvanum Montenerodomo CH 10.00 – 13.00/15.00 – 18.00

Abbazia San Clemente a Casauria Castiglione a Casauria PE 9.00 – 19.30

Archivio di Stato di Pescara Pescara PE 7.30 – 18.30

Museo Nazionale Casa natale Gabriele D’Annunzio Pescara PE 9.00 – 19.30

Taverna Ducale Popoli PE 9.00 – 19.30

Archivio di Stato di Teramo Teramo TE 8.00 – 20.00

Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo Campli TE 9.00 – 20.00

Andy Warhol al Casello Aragonese di Otranto

Il Castello Aragonese di Otranto, dopo aver accolto all’interno delle sue possenti mura oltre 150mila visitatori con le mostre di Joan Mirò, Pablo Picasso e Salvador Dalì, dal 27 maggio al 30 settembre 2012 ospita le opere di Andy Warhol, il principe della pop art americana.  “Andy Warhol. I want to be a machine”, a cura di Gianni Mercurio, apre la quarta stagione artistica del Castello di Otranto, contenitore culturale gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie e dalla Società Cooperativa Sistema Museo di Perugia, con la direzione dell’architetto Raffaela Zizzari.

La mostra, attraverso circa cinquanta opere provenienti da collezioni private italiane e prodotte da Andy Warhol con la tecnica meccanica della serigrafia, presenta i temi fondanti dell’estetica dell’artista statunitense scomparso nel 1987: mito bellezza-successo (Marilyn), consumismo (Campbell’s Soup), simboli tragici (Electric Chair). Inoltre, saranno esposte opere significative come la serie dei Flowers, il Vesuvio (realizzato in occasione del suo soggiorno napoletano grazie al gallerista Lucio Amelio), i simboli del potere (Falce e Martello, Dollar Sign) e altre ancora.

Dan Barry alla galleria MondoPOP di Roma

Dal 5 Maggio al 2 Giugno MondoPOP presenta “Combinatoria” una mostra personale di Dan Barry. Combinatoria è composta da diversi gruppi di piccole opere a tecnica mista – che vanno da “elementi botanici antropomorfi” a “giovani con teste di frutta” – da ” piccole astrazioni di una parola ripetuta” a ” Drippy babies”. Il processo di Barry si articola in splendidi strati, gocce e sporco con immagini trovate ed usurate – con un disegno a matita meccanica ed altre forme di segno idiosincratico.

I suoi uccelli irreali, la cui fisionomia non è mai del tutto percettibile, sono i protagonisti di molte opere, quasi a significare che “ l’object trouvé “ nella sua unicità estetico/emozionale possa giungere in maniera inconscia dallo sguardo all’anima dello spettatore, ricreando in questo modo il processo di selezione/appropriazione compiuto dall’artista durante la loro realizzazione. Uccelli come simbolo della libertà, come libero è Barry di rappresentare ciò che vuole ma sempre in chiave ottimistica, assemblando, ritagliando, colorando, ed infine realizzando ex novo immagini che parlano del proprio io. Un io non criptico ed impenetrabile, ma collettivo e positivo perché l’arte deve essere vissuta come ultimo baluardo della vivacità e della gioia di vivere dell’essere umano, in questo mondo sempre più preso da problemi economico/sociali in cui l’estetica ed il gusto artistico non hanno più il posto che spetterebbe loro.

Tradizione e Innovazione allo Shanghai Italian Center di Shanghai

In occasione di Shanghai Expo 2010 svoltasi dal 1 maggio al 31 ottobre 2010 La Triennale di Milano ha realizzato per conto del Commissariato Generale del Governo Italiano per l’Esposizione Universale di Shanghai 2010 la mostra La città dell’uomo, Vivere all’Italiana che ha registrato un’affluenza di circa 10.000.000 di visitatori (il secondo padiglione più visitato di tutta l’edizione cinese).  Il Governo Italiano ha donato il Padiglione Italiano al Governo della Repubblica Popolare Cinese con la garanzia che il padiglione stesso rimanesse nella sua attuale collocazione e fungesse da centro di scambio culturale e affari tra i due paesi.

Il padiglione Italiano, infatti, sarà il centro di Shanghai Italian center, cittadella della cultura e della formazione che il governo cinese ha affidato per la gestione a Shanghai Expo Group che ha stipulato un accordo di partnership strategica con la Triennale di Milano. Tale accordo, sancito con il supporto della Municipalità di Shanghai, Shanghai Expo Bureau e il Ministero degli Affari Esteri Italiano, la Commissione Italiana per Expo 2010, il Consolato italiano in Shanghai, ha destinato il padiglione a essere una piattaforma di scambio culturale tra Italia e Cina e ha incaricato la Triennale di Milano di sviluppare un sistema espositivo di rappresentazione della cultura italiana e cinese con un concept e allestimento differente ogni anno per tre anni.

Bill Viola alla collezione Panza di Varese

“One of the things the camera taught me was to see the world, the same world that my eye sees, in its metaphoric, symbolic state. This condition is, in fact, always present, latent in the world around us” Bill Viola Il FAI – Fondo Ambiente Italiano rende omaggio all’artista internazionale simbolo della video art Bill Viola con la mostra Bill Viola. Reflections nella prestigiosa sede di Villa e Collezione Panza a Varese dal 12 maggio al 28 ottobre 2012.  Le dodici videoinstallazioni in mostra documentano la ricerca artistica di Bill Viola dalla metà degli anni Settanta a oggi e sono state pensate e scelte dall’artista appositamente per Villa Panza, celebre nel mondo per la collezione d’arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto a partire dagli anni ’50.

I lavori di Viola dialogheranno, quindi, in una “affinità elettiva” con l’humus della collezione di Giuseppe Panza, in un progetto che trasformerà lo spazio espositivo delle Scuderie e di un’ala del primo piano della Villa in un percorso di spiritualità, un viaggio tra luce, colore e misticismo. Bill Viola, genio lirico e poetico della videoarte, è pioniere della tecnica filmica in formato videotape, che sperimenta a partire dal 1972 insieme ad altri due maestri come Bruce Nauman e Nam June Paik. L’artista usa il video per esplorare il fenomeno della percezione, inteso come cammino per giungere alla conoscenza di se stessi. Il suo lavoro si concentra sulle universali esperienze dell’uomo come la nascita e la morte, e ha le sue radici nell’arte occidentale e orientale così come nelle diverse tradizioni spirituali, dal buddismo zen, al sufismo islamico, al misticismo cristiano.

Fabbrica Europa 2012 a Firenze

Fabbrica Europa 2012 presenta quest’anno un programma vario e articolato, ricchissimo di prime nazionali e creazioni originali – tra cui lo spettacolo di apertura OEDIPUS / BÊT NOIR di Wim Vandekeybus (Teatro della Pergola, 3 maggio, h 21.15) – che dal suo centro catalizzatore storico, la Stazione Leopolda, si dirama nella città di Firenze con eventi in altri spazi e con azioni performative che interesseranno piazze, strade, scorci rinascimentali e snodi urbani. L’obiettivo è quello di dar vita a una vera e propria mappa del contemporaneo tesa ad allargare l’azione culturale e a coinvolgere oltre al già numeroso pubblico del festival anche i cittadini solitamente distanti dai linguaggi artistici. (v. CALENDARIO)

Alla Stazione Leopolda – insieme a eventi di danza e musica nazionali e internazionali – trova spazio, per tutta la durata del festival, POST ELETTRONICA, un progetto speciale curato da Valentina Gensini e Letizia Renzini che indaga i territori indefiniti ma sempre più floridi della sperimentazione “post-elettronica”, in un tributo a John Cage che intende rilevarne l’eredità contemporanea: artisti che provengono da diverse parti del mondo e che hanno in comune un uso drammaturgico e gestuale delle nuove tecnologie.