Che fine ha fatto la Net Art?

In questi giorni si è tenuta l’Internet Week, kermesse newyorkese tutta dedicata alla scoperta e alla valorizzazione delle arti digitali. Tra i panels presenti alla manifestazione, uno in particolare ci è sembrato alquanto interessante, vale a dire quello intitolato Has The Internet Made Everyone an Artist? (internet ha trasformato tutti quanti in artisti?). La discussione si è tenuta mercoledì ed è stata moderata da CJ Follini, co-fondatore di welcometoCOMPANY.com, Paola Antonelli, curatore del MOMA, gli artisti Ivan Toth Depena e Sarah Small e Susi Kenna direttore di Contemporary Art for Excursionist.

Anche se il talk era orientato su questioni insolitamente diverse dal suo titolo, come la conservazione dei lavori di net art, questo spunto potrebbe esserci d’aiuto per lo sviluppo di una discussione più vicina alla materia in questione. Come già detto più volte su questo blog, l’avvento di internet ha facilitato la fruizione e la produzione dell’arte contemporanea.

Quayola, il genio italiano trionfa all’estero

Nemo propheta in patria verrebbe da dire, visto che dalle nostre parti il suo nome non è molto conosciuto. All’estero invece Quayola è un nome di tutto rispetto viste le ripetute esperienze internazionali a New York, Londra, Miami, Parigi e chi più ne ha più ne metta. Di fatto Quayola ha esposto maggiormente al di fuori dei nostri confini, tipico esempio di un sistema al collasso che non si cura dei talenti che possiede.

Il nostro Davide Quagliola è italianissimo, anzi romanissimo verrebbe e da molto è impegnato in sperimentazioni che si aprono alle varie esperienze percettive come le sculture digitali, le performances e le installazioni audiovisive. In questi ultimi tempi diversi magazine internazionali hanno parlato di Quayola, in merito ad una ricerca che il nostro ha portato a termine dal suo quartier generale di Londra.

Streamfest, cultura eco-digitale nel Salento

La quinta edizione del festival di cultura eco-digitale è dedicato al cibo. Nei cinque giorni convivranno buone pratiche di sostenibilità, nuove tecnologie, sperimentazione artistica e produzione alimentare. Tra gli ospiti Jeff Mills, Miss Kittin, DonPasta, Sasha Funke e molti altri.

Streamfest, il festival di cultura eco-digitale, giunge quest’anno alla quinta edizione e si ripropone ancora una volta come uno degli appuntamenti più interessanti e attesi per gli amanti della musica elettronica coniugata ad iniziative che supportano la cultura ecosostenibile. Dal 7 all’11 agosto i centri storici di Lecce e Galatina, il Parco Gondar di Gallipoli e la Fiera del Salento faranno da cornice all’ormai consueto percorso itinerante del festival.

Anche la Digital Art ha bisogno del…restauro

Sembra una barzelletta ma purtroppo le cose stanno proprio così, nell’era del digitale la Digital Art sta affrontando un duro periodo per quanto riguarda la conservazione delle opere. Tutta colpa della tecnologia che con i suoi rapidi cambiamenti rende praticamente illeggibili le opere più datate. Proprio così, con l’avanzamento della tecnologia le scoperte passate divengono irrimediabilmente obsolete ed anche i supporti o i files devono essere trasformati in qualcosa di leggibile per le nuove macchine.

E’ chiaro però che non tutto può essere aggiornato senza perdere qualcosa in termini di qualità. Pensate ad esempio ad un’opera digitale creata mediante l’utilizzo di un floppy disk da 8 pollici, nessun computer odierno potrebbe leggerla. L’opera dovrebbe essere quindi passata su altri supporti e letta tramite speciali emulatori presenti sui moderni pc, ma a quel punto l’emulatore dovrebbe essere talmente preciso da non corrompere l’estetica dell’opera. Inoltre, spesso sono proprio le macchine utilizzate dall’artista per dare corpo all’opera ad esser superate da altre tecnologie che non permettono più di ottenere un effetto simile all’originale.

LPM 2011 – LIVE PERFORMERS MEETING

La nona edizione di LPM – Live Performers Meeting si sta avvicinando! Dal 19 al 22 maggio il Nuovo Cinema Aquila di Roma sarà preso d’assalto da quasi 500 tra vj, videoartisti e performer internazionali, pronti a rivoluzionare la cultura visiva contemporanea, passando attraverso live video e multimedialità. LPM è da ormai 8 anni un appuntamento irrinunciabile per vj e visual artists provenienti da tutto il mondo, il piu grande evento dedicato a video, new media e tecnologie digitali a livello internazionale, tanto da attirare nella capitale centinaia di artisti dai quattro angoli del globo, oltre a curatori, studiosi ed appassionati del genere. LPM non è un festival, ma un meeting vero e proprio, luogo di dialogo, confronto e scambio volto ad una continua sperimentazione e ricerca stilistico-espressiva nel campo della cultura del video, con un interesse particolare per tutto ciò che riguarda la pratica live.

Per 4 giorni, quindi, vj, visual artists e new media artists si alterneranno nelle 3 sale del Nuovo Cinema Aquila per dare vita ad un flusso di immagini, suoni e performance che trascineranno inevitabilmente lo spettatore in un’esperienza sinestetica e coinvolgente. Artisti dai backgrounds estremamente diversi si esibiranno a rotazione, dando la loro personale interpretazione di una delle sette tematiche che caratterizzano questa edizione: Re-encode, Videntity, Cinematic Derives, Sensible Data, 3D-stereoscopic, Urban Art Media Drifts e Video Mapping. Quest’anno il programma è coordinato da una commissione di artisti di fama mondiale in modo da grarantire al pubblico il meglio di ciò che offre della scena internazionale. Inoltre quest’anno LPM ospita la tappa italiana di VJ Torna, vj contest nato a Budapest: più di 80 vj si sfideranno in una lotta all’ultimo frame.

A Roma un Capodanno con…Aphex Twin

Roma, 31 dicembre 2010: Aphex Twin, re indiscusso della musica elettronica mondiale, sarà l’ospite di punta di un evento unico ed esclusivo, The Rephlexeve una kermesse multimediale che l’eclettico artista ha voluto realizzare in Italia insieme agli acclamati dj della scuderia Rephlex e ad un team di visual artist specializzati in video mapping, 3d e laser show.  L’appuntamento è al Palazzo dei Congressi di Roma per la notte più lunga dell’anno, quella che ci “traghetterà” nel 2011, una notte speciale dedicata ai riflessi, quelli della musica, quelli di una festa, quelli di chi ama lo scambio di energia e di chi guarda avanti e produce.

Arti digitali ed elettroniche vissute per una notte non più come musica unicamente da intrattenimento, ma come linguaggio intrinsecamente e definitivamente legato a forme artistiche e culturali multi-livello: una festa dove, a far ballare con “i piedi e il cervello”, ci saranno Aphex Twin e i dj che, con la stessa modalità divertimento-impegno, realizzeranno uno show contemporaneo, raffinato ma soprattutto trasversale.

Fare arte con iPad e iPhone? Semplice, basta distruggerli

Abbiamo visto che molti artisti sono attualmente impegnati a creare nuove e mirabolanti opere mediante l’iPad e l’iPhone. Ebbene si, i gioiellini di Steve Jobs sono ricchi di applicazioni che permettono anche ad un bimbo di eseguire interessanti disegni con pochi tocchi sul display. Ovviamente non tutti riescono a tirar fuori qualcosa di interessante, basti pensare a  David Hockney che ultimamente con l’iPad sta tirando fuori una crosta dietro l’altra mentre la stampa e la critica lo esaltano come il nuovo messia della Digital Art.

Quindi la domanda che vorremmo porvi è questa: è possibile tirar fuori una vera e propria opera d’arte con un iPhone o con un iPad? Risposta: si è possibile, basta distruggerlo completamente. O almeno  questo è quello che ha fatto il camaleontico artista statunitense Michael Tompert. Negli ultimi mesi Tompert non ha fatto altro che acquistare numerosi (e costosi) dispositivi di casa Apple per poi farli a pezzi.

James Franco si traveste e Adobe lancia il museo digitale

Terry Richardson colpisce ancora, questa volta con l’aiuto di James Franco. L’attore è ormai una conoscenza abituale nel mondo dell’arte contemporanea dato che sta tentando in tutti i modi di forzare le barricate e comprarsi un posto all’interno del sistema. Richardson ha fotografato Franco nei panni di un transgender con tanto di guanto di pelle in bella mostra.

Il frizzante scatto apparirà sulla copertina del secondo numero di Candy Magazine, pubblicazione che si è ironicamente autodefinita come “Il primo magazine di stile transversale“. Il magazine sembra piuttosto interessante ed al suo interno sono presenti articolo che giocano sui gender e sull’alta moda. Oltre a James Franco, Richardson ha fotografato anche Luis Vegas, l’editore del magazine, che nello scatto impersona il leader di Vogue, Anna Wintour.

Si sta come, d’autunno, sugli alberi, le foglie

La stagione artistica 2010-2011 è ancora un’incognita, molte sono infatti le aspettative e le promesse da mantenere ma ognuno di noi in cuor suo spera di poter vedere il nostro bel paese emergere da una situazione di stasi che da sin troppo tempo aleggia nel sistema.

Sarà la stagione del Maxxi, il gioiellino progettato da Zaha Hadid dovrà infatti zittire le mille critiche e proporre una linea espositiva di grande respiro, un programma in grado di reggere il confronto con la maestosità della struttura. Mentre gli artisti nostrani sono ancora combattuti tra il minimalismo e la Nuova Scuola di Lipsia, il Pop Surrealism e l’arte digitale sembrano in netto calo, tanto che molti esponenti di tale correnti artistiche si sono dati alla fuga, preferendo lidi ben più rassicuranti.

In mostra a Londra i pionieri dell’arte digitale

 Quando nella metà degli anni ’80 le guardie addette alla sicurezza della John Moores University di Liverpool trovarono un ragazzino al computer del laboratorio rimasero molto stupiti e gli chiesero cosa stesse facendo. Il ragazzo rispose che I suoi insegnanti gli avevano concesso il permesso di allenare le sue abilità di programmatore.  Quel ragazzino era Daniel Brown, oggi 32enne, uno dei più grandi digital designers dei nostri tempi ed autore della grafica esposta all’entrata di Decode:Digital Design Sensation, mostra sulla digital art che è stata inaugurata la settimana scorsa al Victoria & Albert Museum di Londra.

Ovviamente la manifestazione offre moltissimi altri spettacolari esempi di arte digitale proveniente da ogni parte del mondo a riprova del fatto che il new media è una tecnica in sempre più forte espansione e sempre più affascinante. Tra i corridoi del Victoria & Albert è facile ammirare quanto lontano si sia spinta la tecnologia dal tempo dei pionieri del digitale che negli anni ’50 (tra cui c’era anche il padre di Daniel Brown, Paul). A quei tempi i computers erano usati solo per scopi militari ma anche alcuni laboratori ed università avevano il privilegio di poter utilizzare quelle sofisticate ma ingombranti macchine. Matematici e Scienziati furono i primi a sperimentare le potenzialità grafiche dei computer alla stregua di un qualsiasi altro artista o designer. In mostra è possibile ammirare una fotografia del 1952 di Ben Laposky in cui onde elettroniche lampeggiano sullo schermo ed è quest’opera un vero punto d’inizio dell’arte digitale.