Christian Boltanski rappresenterà la Francia alla Biennale di Venezia 2011

Francia, Francia ed ancora Francia, dopo un periodo di silenzio i transalpini hanno deciso di stupirci e di puntare al rilancio di tutta la nazione nel gotha dell’arte contemporanea internazionale che fino ad ora vedeva un poco in ribasso le quotazioni di una patria capace di sfornare grandi talenti come Sophie Calle e Claude Lévêque. La Francia dicevamo non ha intenzione di rimanere incollata al passato, ai suoi grandi musei di arte moderna ed ai suoi grandi maestri della pittura.

Per questo la nazione d’oltralpe si sta muovendo in fretta ed ha già reso noto il suo programma per la Biennale Di Venezia 2011, annunciando che il celebre artista francese Christian Boltanski rappresenterà il suo paese all’interno della prestigiosa kermesse veneziana. La notizia potrebbe stupire visto che la Biennale si è da poco conclusa registrando un record assoluto di presenze ma è noto che le grandi manifestazioni devono essere meticolosamente progettate con largo anticipo. A quanto dichiarato da Artforum il padiglione transalpino sarà curato da Jean-Hubert Martin, stimato professionista che ha già ricoperto il ruolo di direttore del Centro Pompidou di Parigi e del Kunst Palast di Dusseldorf in Germania.

Miroslaw Balka mette in scena il nulla alla Turbine Hall

Molti di voi forse pensano che l’arte contemporanea sia totalmente vuota, altri forse ne sono totalmente sicuri. La Tate Modern con la sua decima mostra alla Turbine Hall ha deciso di togliere ogni dubbio e commissionare a Miroslaw Balka un enorme spazio vuoto ed oscuro, certamente poco adatto a coloro che hanno i nervi scoperti e paura degli spazi poco rassicuranti.

L’installazione dal titolo How it is è in realtà una grande camera d’acciaio lunga trenta metri profonda dieci ed alta tredici, una volta entrati all’interno di essa i visitatori sono liberi di camminare nella più totale oscurità, sperando di non inciampare o scontrarsi con le altre persone. La direzione della Tate Modern ha però precisato che la sicurezza e la salute pubblica sono di primaria importanza in questo genere di manifestazioni artistiche e allo scopo ha sguinzagliato una serie di guardiani muniti di torce che avranno il compito di raccogliere e guidare i “dispersi” o coloro i quali dovessero sentirsi poco bene all’interno di questa tetra e terribile opera.

Biennale di Venezia, second act

Per quanto riguarda i Padiglioni Nazionali ecco la nostra lista dei preferiti. Gli Stati Uniti hanno allestito una vera e propria retrospettiva dedicata al genio di Bruce Nauman, la mostra rappresenta un’occasione unica per ammirare il talento del grande artista americano.

The Collectors ai padiglioni Danimarca e Paesi Nordici ha confermato le aspettative pre-Biennale, Elmgreen e Dragset hanno allestito un vero e proprio teatro vivente che ha catturato l’attenzione degli spettatori, affascinanti le architetture e le opere proposte, vasta la selezione di grandi artisti e maestri della provocazione come Maurizio Cattelan e Tom of Finland . Poetica ed ironica la rivelazione Australia con Shaun Gladwell che si diverte a rievocare cavalli di battaglia del suo paese come il famoso film Mad Max (Interceptor).

Ancora Biennale, Claude Lévêque al padiglione francese

Anche la Francia ha scelto, Claude Lévêque rappresenterà la nazione transalpina alla 53esima edizione della Biennale di Venezia. Il Padiglione francese sarà quindi occupato da un’ installazione intitolata Le Grand Soir. L’artista stesso ha selezionato come curatore del padiglione Christian Bernard, direttore del Museo dell’arte moderna e contemporanea di Ginevra.

Lévêque, nato nel 1953 a Nevers in Francia è stato per anni considerato uno dei maggiori esponenti della scena dell’arte francese ed internazionale. I suoi lavori si riallacciano alla cultura popolare, all’ambiente circostante ed alle immagini mentali. L’artista ricrea delle ambientazioni con oggetti presi in prestito dall’ambiente che lo circonda i quali accrescono la tridimensionalità  di un’installazione che sfrutta l’estremo potere sensoriale di luci e suoni. Lévêque mediante l’uso di tali provocazioni sensoriali scuote le reazioni e le percezioni dello spettatore circondandolo di nuove architetture visive.