Errori ad arte, quando gli esperti sono poco esperti


Nel corso di questa settimana avevamo stilato un articolo incentrato sugli errori della critica contemporanea. Esistono però altre figure legate all’arte che sbagliando combinano molti più danni di quelli prodotti dai curatori. Stiamo parlando degli esperti e degli studiosi,  categorie illustri che tanto hanno dato alla storia dell’arte ma che molte volte hanno contribuito a creare disastri irreparabili con le loro avventate attribuzioni. Ora, fortunatamente, la scienza ha risolto molte spigolose questioni grazie ai raggi x, all’analisi dei pigmenti ed alle altre tipologie di esami digitali.

Purtroppo però c’è ancora chi si fida unicamente dei suoi occhi e che, avendo studiato attentamente un dato maestro della pittura, crede di poterne riconoscere a prima vista qualsiasi capolavoro nascosto. L’ultimo danno in ordine di tempo è stato causato da un pool di studiosi cinesi che avevano erroneamente attribuito un dipinto anonimo al maestro Xu Beihong.

Continua l’epopea delle foto di Ansel Adams

La storia infinita delle fantomatiche foto perdute e ritrovate di Ansel Adams si fregia di un altro misterioso capitolo. Come già spiegato in un nostro precedente articolo, l’artista Rick Norsigian comprò nel 2000 una scatola contenente alcuni negativi, il tutto costò circa 45 dollari. Lo scorso mese, esattamente dieci anni dopo, l’artista ha annunciato nel corso di una conferenza tenutasi in una galleria di Beverly Hills, che i negativi erano in realtà degli scatti di Ansel Adams. Norsigian ha fatto valutare i negativi in vetro da un team di esperti prima di annunciare la scoperta, ora quei negativi potrebbero valere 200 milioni di dollari.

Matthew Admas, nipote del grande fotografo, si è però subito opposto al parere degli esperti dichiarando che le foto in questione non sono state scattate dal suo celebre nonno. In seguito si è aggiunta al tutto anche una donna di Oakland, Marian Walton che ha dichiarato di possedere una foto identica ad uno dei negativi di Norsigian.

Scoperte nuove inestimabili foto di Ansel Adams. Ma saranno poi vere?


L’artista Rick Norsigian ha molte ragioni per gioire, alcuni negativi che aveva comprato dieci anni fa da un rigattiere per 45 dollari oggi potrebbero valere circa 200 milioni di dollari. La rocambolesca storia comincia a Fresno a 260 Km da San Francisco. Rick Norsigian decide di acquistare per un (è il caso di dirlo) pugno di dollari una scatola piena di negartivi. Tornato a casa Rick sviluppa le foto e scopre un’incredibile somiglianza con le immagini scattate da Ansel Adams (1902-1984) vero e proprio maestro statunitense della fotografia in bianco e nero.

Letteralmente sbalordito dalla scoperta, Rick tenta di far autenticare la fotografie ma per dieci anni nessuno gli crede: “Non esistono autorità ufficiali in grado di autenticare le fotografie, contrariamente a quanto succede in pittura. Inoltre le opere non hanno nessuna firma che possa condurre all’artista che le ha scattate”.

Quell’opera è di Leonardo Da Vinci, anzi no! anzi si!

Alcuni anni fa, precisamente nell’estate del 2008 la stampa internazionale diffuse una notizia a dir poco stupefacente.  La scoperta di una nuova opera di Leonardo Da Vinci, un ritratto di una bellissima donna dai capelli d’oro ritratta di profilo, appassionò milioni di appassionati d’arte in tutto il mondo. Secondo quanto descritto all’epoca, un dealer americano chiamato Peter Silverman si recò in visita da un suo amico svizzero che aveva appena comprato il dipinto in questione (di un autore anonimo) per una cifra del tutto modesta. Una volta giunto a casa del suo amico Silverman capì che l’opera non poteva essere stata creata da mani anonime e dopo alcune ricerche attribuì il disegno a Leonardo.

Secondo il dealer le quotazioni dell’opera si aggirerebbero attorno ai 154 milioni di dollari ed il personaggio raffigurato altri non sarebbe che Bianca Sforza, figlia del duca di Milano. Tempo dopo ci si rese conto che la storia di Silverman presentava alcune incongruenze e venne a galla la verità. Il dealer aveva infatti comprato di persona l’opera (non esisteva nessun amico svizzero) da Christie’s per 21.850 dollari.

Roma insorge contro i writers, intanto c’è chi spende 30.000 sterline per un falso Banksy

Abbiamo già affrontato in più riprese il caso graffiti writing, particolare forma di street art che da sempre è oggetto di molte polemiche. Sono in tanti infatti a giudicare quest’espressione artistica come un semplice scarabocchio dimenticando che grandi nomi come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat hanno cominciato proprio “scarabocchiando” per le strade cittadine. Ovviamente non tutto può essere considerato arte ed è naturale che molti graffiti tali non sono ma semplici svolazzi che imbrattano edifici, monumenti ed altre realtà architettoniche di interesse storico.

Per arginare il problema e scindere l’arte dal deturpamento del bene pubblico, molte città del mondo hanno studiato numerosi provvedimenti, dalla ferrea repressione ai moderati deterrenti. Il Regno Unito ha invece interpellato i cittadini istituendo un sondaggio sulle opere urbane da cancellare e quelle da tenere. Il comune di Roma ha ultimamente deciso di adottare le maniere forti contro gli attacchi urbani dei writers ed ha così intenzione di creare una banca dati su internet contenente tutti i nomi degli street artist capitolini.

Lo stato italiano si compra un falso crocifisso di Michelangelo

 Gli sprechi del governo italiano non sono certo una novità, tra infrastrutture lasciate a metà, fantomatici ponti sullo stretto di Messina e siti internet istituzionali come italia.it che chiudono dopo 18 mesi di agonia e milioni di euro per la progettazione non c’è di che lamentarsi. Ovviamente anche la cultura gioca un ruolo fondamentale nel balletto degli sprechi e l’ultima notizia che ci giunge dal mondo dell’arte rappresenta la solita e triste conferma di tutto ciò.  Il governo italiano ha infatti acquistato un anno fa un crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo. L’opera è stata comprata da un art dealer di Torino che ha più volte confermato la genuinità della stessa, proveniente da una famiglia fiorentina.

Inizialmente l’opera era stata valutata 15 milioni di euro ma l’affare si è concluso per circa 3 milioni di euro. L’acquisto è stato presentato in pompa magna nel dicembre dello scorso anno, la figura lignea è stata presentata a Papa Benedetto XVI. L’opera è stata poi esposta nelle sale parlamento italiano e successivamente ha girato la nazione in una serie di mostre che hanno attratto migliaia di visitatori. Il governo italiano aveva inoltre intenzione di prestare l’opera di Michelangelo alla National Gallery di Washington e di onorare così il presidente americano Barack Obama. Peccato però che l’opera in questione potrebbe essere falsa.

Ci risiamo, Robert Capa è un bugiardo

Se ne era parlato, se ne era discusso. Si era detto che la foto era un falso proprio come la teoria delle bugie raccontate dalla NASA apparse anni fa sul libro Non siamo mai andati sulla luna di Bill Kaysing. Poi lo scorso anno il New York Times aveva dato la notizia del recupero, dopo 70 anni, del negativo originale grazie all’ International Center of Photography di Manhattan confermando che il famoso miliziano si chiamava Federico Borrell García ed era morto a Cerro Muriano. Ovviamente si parla della famosa foto di Robert Capa, che ritrae un miliziano repubblicano morente durante la guerra civile spagnola.

Bene dopo tutto questo polverone In questi giorni nuove ombre sono calate sulla veridicità del celebre scatto. Il Periodico de Catalunya ha infatti pubblicato un articolo affermando che la foto sarebbe frutto di un set fotografico. Secondo il giornale spagnolo, il miliziano Federico Borrell García non morì in quel modo e non a Cerro Muriano ma a 50 chilometri di distanza dal luogo dello scatto.