Se 100% Brumotti incontrasse James Turrell…

 

Oltre alle installazioni luminose, James Turrel ha prodotto una notevole quantità di spazi autonomi, costruzioni  denominate Dark Spaces e Skyspaces studiate per alterare le percezioni del fruitore. Una dei progetti più celebri in tal senso è il Roden Crater Project, progetto finanziato dal conte Giuseppe Panza di Biumo a cui Turrell si sta dedicando dal 1974. Parliamo della trasformazione di un cratere vulcanico in un’opera d’arte, un “monumento alla percezione” costituito da installazioni ipogee che moltiplicano e la potenza dei fenomeni luminosi.

Il Roden Crater Project è un’opera in continuo divenire, ma c’è un’altra opera di Turrell, completata da un bel pezzo, che invece appare in continuo disfacimento. Stiamo parlando di Blueblood (1998), Skyspace installato negli spazi esterni del Santa Fe Center For Contemporary Arts, negli Stati Uniti. L’opera, inizialmente pensata per raccogliere la luce è attualmente adibita a raccogliere le erbacce e sembra sia destinata a tornare velocemente alla natura.

The Panza Collection. Conceptual Art al Mart di Rovereto

 Con la mostra The Panza Collection. Conceptual Art, il Mart di Rovereto rende omaggio ad uno dei piu’ grandi collezionisti internazionali del secondo dopoguerra, di recente scomparso: Giuseppe Panza di Biumo, grande sostenitore del Mart fino dalla metà degli anni Novanta, e tra i primi collezionisti ad aver concesso parte del loro patrimonio in deposito a lungo termine al Museo.

La mostra, programmata e progettata da Gabriella Belli insieme a Giuseppe Panza nel 2008, vedrà la luce nella formulazione originale pensata dallo stesso collezionista, che, come e’ noto a coloro che hanno avuto l’onore di lavorare con lui, ha sempre progettato fin nei minimi dettagli tutte le esposizioni dedicate ai lavori della sua vastissima collezione. L’idea di una mostra che avesse come oggetto le opere di arte concettuale presenti nella sua collezione, e’ nata dall’esigenza – con lui condivisa – di ripensare al deposito a lungo termine attualmente presente in museo, selezionando alcune nuove opere, con particolare riferimento all’arte concettuale, tendenza piu’ che mai attuale.

Lugano omaggia Giuseppe Panza di Biumo

La mostra “Omaggio a Giuseppe Panza di Biumo. Opere della Donazione al Museo Cantonale d’Arte” allestita al Museo d’Arte della Città di Lugano dal 4 luglio al 26 settembre 2010 è un omaggio che il museo cittadino e quello cantonale offrono congiuntamente alla figura del grande collezionista d’arte scomparso lo scorso 24 aprile, profondamente legato al Ticino. Questa esposizione inaugura una nuova linea programmatica congiunta dei due musei dal titolo “Collezionismo e Collezionisti”. Diversi eventi espositivi presentati regolarmente nei mesi estivi saranno dedicati a valorizzare il patrimonio artistico della Città di Lugano e del Cantone Ticino, nonché a favorire il dialogo con i collezionisti privati.

Giuseppe Panza di Biumo dà inizio alla sua avventura nell’arte nel 1954 con un viaggio in America. Sebbene inizialmente motivata dall’interesse per la situazione economica e sociale degli USA, la trasferta si rivelò fondamentale per scoprire l’universo artistico dell’epoca e per conoscerne i protagonisti. Da allora il collezionismo, come necessità intellettuale ed esistenziale, non lo abbandonò più. Dall’espressionismo astratto, al minimalismo, all’arte concettuale, Panza fu sempre un pioniere del gusto, il “primo” ad acquisire opere di figure ancora ignote. Coniugò una sua cifra originalissima, rigorosa e coerente, con un’appassionata frequentazione degli artisti, per lui sempre fonte di grande vitalità intellettuale.

Christiane Löhr – Dividere il vuoto

“Nel suo lavoro troviamo la poesia delle piccole cose della natura. L’artista – con le composizioni che costruisce unendo i fili d’erba – ci mostra la bellezza di un mondo delicato, che continua anche quando è privato della vita. E’ piccolo il materiale che l’artista usa e quindi anche le opere che crea. Rivela il paziente lavoro di chi ama le minuscole cose che ci circondano. Si riscopre così la nostra vera natura. Siamo viventi come le erbe dei prati. Torniamo a conoscere le nostre origini lontane, ma che anche oggi ci danno nutrimento.”

Così Giuseppe Panza di Biumo descrive il lavoro di Christiane Löhr, le cui opere sono esposte nella mostra Christiane Löhr. Dividere il vuoto, organizzata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano dal 20 maggio al 5 settembre: A Varese nelle Scuderie di Villa e Collezione Panza oltre cinquanta opere tra disegni, sculture e installazioni, la maggior parte delle quali realizzate esclusivamente per gli spazi espositivi del museo.

Christiane Löhr – artista tedesca le cui opere fanno parte della Collezione di Giuseppe Panza dal 2003 – crea sculture e installazioni attraverso il contatto diretto con la natura e la sua relazione con lo spazio. L’artista utilizza materiali inconsueti come i semi di diverse piante – cardo selvatico, edera, graminacei – oppure crini di cavallo per realizzare le sue installazioni che, come microcosmi lievi e raffinatissimi, rimandano a un’architettura immaginaria, preziosa e complessa, ma allo stesso tempo espressione di una solidità rassicurante.

Con Giuseppe Panza di Biumo muore anche una parte di James Turrell

La morte di Giuseppe Panza di Biumo ad 87 anni ha letteralmente sconvolto il mondo dell’arte. Se ne va un vero conte, nobile a pieno titolo non solo per casata ma soprattutto per sensibilità, cultura e spiccata visionarietà artistica. Nel corso della sua lunga vita Panza di Biumo ha collezionato e promosso capolavori dei più grandi nomi del contemporaneo come Mark Rothko, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, con un occhio di riguardo verso le ricerche minimaliste di Robert Irwin, Doug Wheeler e James Turrell.

Nel 1984 inoltre il noto collezioniste assieme a sua moglie Giovanna, vendettero 80 opere di espressionismo astratto e pop al Moca, Museum of Contemporary Art di Los Angeles per 11 milioni di dollari, contribuendo a formare il cuore della collezione permanente dell’importante istituzione museale statunitense. Panza di Biumo fu da subito attratto da Los Angeles: ” Una città nuova, dove gli artisti creavano qualcosa di veramente differente” dichiarò nel 1994 ai microfoni del Los Angeles Times.