Felix Gonzalez-Torres ispira la Istanbul Biennial 2011

Carlos Herrera

Le Biennali come molti di voi sapranno ruotano attorno ad un tema principale, un appiglio che ogni buon curatore utilizza come nastro di partenza da cui partono sia le manifestazioni creative degli artisti sia l’allestimento dell’evento. Solitamente questo appiglio si sviluppa partendo da temi filosofici o sociali, basti pensare ad ILLUMInazioni – ILLUMInations di Bice Curiger o a Fare mondi- Making Worlds di Daniel Birnbaum, tanto per restare dalle parti della Biennale di Venezia.

A volte però capita che lo spunto scelto dal curatore di turno sia un artista, un personaggio talmente ispirato e seminale da influenzare intere schiere di artisti ed eventi. I curatori Jens Hoffmann e Adriano Pedrosa hanno appunto pensato ad un artista quando hanno deciso di sviluppare il tema principale della loro Istanbul Biennial 2011, apertasi lo scorso 17 settembre (in visione fino al prossimo 13 novembre 2011). L’artista in questione è il grande Felix Gonzalez-Torres, raffinato e poetico artefice di creazioni artistiche spesso destinate ad esaurirsi per mano dello spettatore alla stregua del ciclo vitale dell’uomo. 

Mostre da vedere in giro per il mondo

Ai Weiwei

Nel precedente articolo parlavamo di chiusura estiva dell’arte contemporanea, quindi prima della “serrata d’agosto” c’è ancora tempo per ammirare alcune grandi mostre in giro per il mondo tra gallerie private e istituzioni pubbliche. Cominciamo da Ai Weiwei, attualmente in prigionia da oltre un mese. Dell’artista non si hanno notizie ma se volete ammirare i suoi lavori potrete farlo alla Lisson Gallery di Londra che ospita alcune sue magnifiche opere fino al 16 luglio 2011.

Parlando di Weiwei, il grande Anish Kapoor gli ha dedicato la sua ultima monumentale fatica intitolata Leviathan. L’opera è attualmente visibile al Grand Palais di Parigi fino al prossimo 23 giugno. Se desiderate ammirare un vero e proprio maestro della scultura non perdetevi la personale di John Chamberlain, da oltre 25 anni sulla cresta dell’onda. L’artista è solito creare entusiasmanti forme dal metallo contorto. La mostra di Chamberlain sarà visibile fino al prossimo 11 giugno alla Pace Gallery di New York.

Due mostre alla Galleria Massimo De Carlo di Milano

Il 15 febbraio 2011 la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura due mostre: la personale di Piotr Uklanski e la collettiva Are You Glad to Be in America?. Uno degli artisti storici della galleria, torna a Milano presentando dei nuovi lavori su tela. Ispirandosi al “tie and dye”, una tecnica molto antica di tinteggiatura che prevede la creazione di nodi sui tessuti e la conseguente penetrazione o meno del colore, Piotr Uklanski espone sette grandi lavori per la prima volta in Italia.

Piotr Uklanski sperimenta ancora su formati, tecniche e supporti differenti. E questo nuovo ciclo di opere, tappa più recente nella produzione dell’artista, riflettono sul significato della pittura e sul gesto del dipingere: generalmente si parla di pittura quando pigmenti vengono applicati su una superficie per realizzare segni e figure; invece, nel caso dei lavori di Piotr Uklanski, è fondamentale non la saturazione quanto la decolorazione, lo sbiancamento di alcune parti di colore già steso, attraverso reazioni chimiche fra i liquidi e la tela colorata su cui vengono versati. In questo modo i lavori si posizionano a metà fra casualità e precisa volontà dell’artista.

Reed Seifer e l’arte dell’ottimismo

 Avete mai sentito parlare di Reed Seifer? Il celebre graphic designer ed artista concettuale statunitense è balzato agli onori della cronaca alcuni anni fa (esattamente nel 1995) quando ha deciso di varare un suo personale quanto creativo progetto denominato Project Optimism. L’artista ha iniziato con la produzione di spillette con su scritta la frase Optimism ed in seguito la sua popolarità è talmente cresciuta che Seifer ha deciso di creare una serie di oggetti artistici in grande tiratura sempre con la stessa frase inneggiante all’ottimismo. Nel corso degli anni Seifer ha prodotto lattine ed altri oggetti di uso comune sempre con la sua cifra stilistica.

Certo il progetto dell’artista non combatterà la fame del mondo e non aggiungerà nulla di nuovo alla storia dell’arte concettuale ma da oggi potrà sicuramente potrà in qualche modo tirar un poco su il morale dei cittadini newyorchesi. La Metropolitan Transportation Authority, la società che si occupa della metropolitana della grande mela, ha deciso infatti di iniziare una proficua collaborazione con Reed Seifer ed ha quindi stampato a chiare lettere la parola Optimism sul retro dei biglietti della metropolitana.