Dopo la spaventosa tragedia della morte dello scultore Wael Issa Kaston, ucciso dal governo siriano in questi giorni di guerra civile, altre nuove decisamente allarmanti ci giungono da un paese del Medio Oriente. Stavolta è l’Iran a minare seriamente la libertà di espressione del proprio popolo. L’industria cinematografica iraniana è infatti a rischio manipolazione da parte del governo.
Già nel 2010 i leaders iraniani si scagliarono contro Jafar Panahi, regista di Lo Specchio, Offside e Oro Rosso che gli è valso nel 2003 il premio della giuria a Cannes. In quel frangente il regista fu arrestato per la partecipazione ai movimenti di protesta contro il regime iraniano. Dopo la mobilitazione delle organizzazioni a difesa dei diritti umani e del mondo del cinema a livello internazionale, venne rilasciato su cauzione il 24 maggio dello stesso anno ma Il 20 dicembre 2010 Panahi venne condannato a 6 anni di reclusione domiciliare con il divieto di dirigere, scrivere e produrre film, viaggiare e rilasciare interviste sia all’estero che all’interno dell’Iran per 20 anni.