Colette accusa: “Lady Gaga mi ha copiato”

Era da tempo che non parlavamo della nostra eroina Lady Gaga e molti di voi avranno pensato di essersene finalmente liberati. Ebbene, non è così perché le avventure della bizzarra icona del pop alle prese con l’arte contemporanea sono lungi dall’essere terminate. Come ben ricorderete la nostra prezzemolina era stata assoldata dal presitigioso luxury brand Barneys per realizzare una nuova gamma di prodotti ad edizione limitata ed un’installazione ubicata nel mitico 5 piano di Madison Avenue a New York, quello con le finestrone immortalate da decine di pellicole cinematografiche, per intenderci. Inutile aggiungere che le deboli capacità creative della nostra eroina devono per forza di cosa esser coadiuvate da una qualche sorta di scopiazzatura, altrimenti le velleità all’interno della scena del contemporaneo si tramuterebbero in una chimera.

Oltre ad aver copiato un’opera di Jana Sterbak per il suo ormai famigerato vestito di carne, Lady Gaga ha attinto a piene mani anche dai costumi di Leigh Bowery, dalle creazioni di Jean Paul Gaultier e dai cappelli di Isabella Blow. Per Barneys, Gaga ha deciso di scopiazzare da Colette,  artista multimediale newyorchese che nel corso della sua carriera ha esposto al Guggenheim ed al MOCA di Los Angeles. Colette è molto conosciuta negli ambienti underground di New York, il suo lungo cammino è infatti iniziato con la street art per proseguire in seguito con pittura, fotografia ed installazioni.

La collezione attiva al Museion di Bolzano

Riattivare, ricomporre e “risvegliare” le opere smembrate, spente e riposte nei depositi del museo. È quello che accade nella mostra “La collezione attiva” ( in visione dal 25 novembre 2011 al 16 settemrbe 2012) con cui Museion chiude la stagione espositiva 2011 – il titolo si riferisce all’atto di riattivazione dei video e delle installazioni in occasione della loro presentazione.

In mostra una selezione di opere di recente acquisizione dalla collezione Museion, la maggior parte presentate per la prima volta. Tra queste, l’installazione di Vito Acconci Candy Bar From GI Joe, 1977 e From Here to There di Jana Sterbak, presentata alla biennale di Venezia nel 2003; Particle Projection (Loop), 2007 di Simon Starling e il video di Francesco Jodice Dubai_Citytellers (2010). La mostra offrirà anche l’occasione per vedere e rivedere importanti opere della collezione quali A Change Of Mind, 2007 di Elmgreen & Dragset e Sediments Sentiments (Figures of Speech), 2007 di Allora & Calzadilla.

Lady Gaga si veste di carne e copia Jana Sterbak

La nostra peperina Lady Gaga ne ha combinata un’altra delle sue, dopo aver dichiarato a gran voce di voler entrare nel mondo dell’arte contemporanea, dopo aver collaborato con il nostro Francesco Vezzoli e dopo essere stata più volte “beccata” assieme al curatore del MoMa  Klaus Biesenbach, la biondissima clone di Madonna ha letteralmente stupito il pubblico la scorsa domenica agli MTV music video awards.

A dire il vero sono stati in molti ad accusarla di cattivo gusto e gli animalisti sono andati su tutte le furie. A scatenare il vespaio di polemiche questa volta ci ha pensato il vestito indossato dalla celebre cantante: un ammasso di carne macellata, braciole e fettine di vitella incluse.  Lady Gaga ha dichiarato di aver già indossato un simile costume per la cover di Vogue Hommes giapponese del prossimo ottobre, lo scatto è stato effettuato (neanche a farlo a bella posta) da Terry Richardson, uno che con gli scandali ci va letteralmente a nozze. Tra scarpe di, borsetta e cappello ricavati da bistecchine fresche Lady Gaga ha dichiarato che il suo gesto può assumere molteplici significati: “Se non combattiamo per i nostri diritti e per quello in cui crediamo in un prossimo futuro non avremo più diritti di un pezzo di carne ed io non sono un semplice pezzo di carne”.

Jana Sterbak – Through the eye of the other

Arte Contemporanea a Teatro, il programma di collaborazione Fondazione Bevilacqua La MasaTeatro La Fenice di Venezia a cura di Francesca Pasini, prosegue con il progetto dell’artista canadese, di origine ceca, Jana Sterbak (Praga 1955), Through the eye of the other, che comprende la proiezione del video Waiting For High Water sullo schermo tagliafuoco e l’esposizione di una scultura. Il progetto si inaugurerà sabato 27 febbraio dalle ore 19 alle 21 dove resterà visibile fino al 28 marzo, mentre la proiezione del video verrà replicata dal 14 al 21 marzo.

Dopo la Biennale del 2003, quando le era stato affidato il padiglione del Canada, Jana Sterbak compie un doppio ritorno a Venezia, la proiezione Waiting For High Water (2005), e’ infatti dedicata alla città nel momento in cui la marea sta salendo. E’ la seconda di una serie di video su piu’ schermi, che fanno parte della -composizione- realizzata con il cane Stanley, al quale era stata applicata sul corpo una videocamera. La prima, From Here to There, girata nell’inverno 2002-2003 nel Golfo di Saint Lawrence, era stata presentata al padiglione canadese nel 2003, mentre Waiting For High Water, girata nel 2004 e’ stata presentata per la prima volta alla Biennale di Praga del 2005.

Jana Sterbak da Parigi a Milano

 la galleria Raffaella Cortese di Milano ha inaugurato il 26 maggio la seconda mostra personale dell’artista di origine ceca, canadese di adozione, Jana Sterbak. In contemporanea al Centre Pompidou di Parigi in occasione della mostra ELLES sarà presentata una delle sue opere più rappresentative: Vanitas.

Jana Sterbak prevalentemente conosciuta per le performance degli anni ’70 e ’80 che indagavano tematiche quali il potere e la sessualità, ha sempre lavorato con differenti media tra cui scultura, installazioni, fotografia, video e performance. Il percorso iniziato con la mostra del 2006 presentando in galleria il video February, si è sviluppato fino alla realizzazione, nel 2008, di un più lavoro più ampio legato al tema delle quattro stagioni, quattro video ispirati ai paesaggi rinascimentali dipinti da Pieter Bruegel nel 1565.