La fotografia che cambia

Andiamo a vedere cosa accade nel mondo della fotografia, visto che in questi ultimi mesi alcuni grandi cambiamenti sembrano voler rivoluzionare in maniera drastica un processo creativo che per moltissimo tempo si è unicamente affidato alla magica consistenza della pellicola. Parlando del classico “film”, giorni or sono vi avevamo girato la triste notizia del fallimento della Kodak.

Oggi è arrivata l’ulteriore mazzata, la storica azienda ha infatti annunciato di voler cessare la produzione di apparecchi fotografici, macchine fotografiche e cornici digitali. Il tutto è stato annunciato con serenità ma un’azienda che è costretta a ridurre ai minimi termini la gamma dei suoi prodotti non è certo messa bene. Nel frattempo il mercato fotografico è stato invaso dalle mirrorless camera, una curiosa ibridazione tra le portatili e le DSLR. Tali fotocamere riescono a ridurre gli ingombri grazie all’assenza del celebre specchietto ed al contempo sono capaci di produrre pregevoli immagini per merito di ottiche intercambiabili e sensori di grandi dimensioni.

La Kodak dichiara bancarotta, fine di un’epoca?

I primi segni del collasso li avevamo registrati qualche tempo fa, quando la Polaroid aveva definitivamente dismesso la produzione delle sue storiche pellicole istantanee. In seguito anche la Kodak aveva lanciato disperate grida di soccorso, terminando la produzione della storica pellicola Kodachrome, emulsione che dal 1935 aveva praticamente scritto la storia della fotografia mondiale. Oggi, dopo 131 anni di gloriosa attività è la stessa Kodak a dichiarare bancarotta.

La domanda è stata presentata dalla Eastman Kodak Company e da tutte le sue società controllate negli Stati Uniti  alla corte distrettuale del Southern District di New York.Per quanto riguarda il resto del mondo, le filiali della grande azienda continueranno a tener fede agli impegni presi con clienti e fornitori, almeno stando a quanto dichiarato da Philip Cullimore, Direttore di Kodak Europe:

I Colorama tornano finalmente in mostra


Avete presente i Colorama? Bene per quanti di voi non li conoscessero i Colorama erano delle trasparenze retroilluminate stampate con un ingranditore speciale create dalla Kodak per pubblicizzare il proprio marchio. I Colorama erano immensi, tali fotografie che molto spesso fissavano scene di vita quotidiana americana, potevano raggiungere i 5 metri e mezzo di altezza e i 18  metri di lunghezza misure impensabili per i comuni apparecchi di stampa dell’epoca.

Stiamo infatti parlando del 1950 e la Kodak decide di piazzare le sue “foto più grandi del mondo” proprio dentro la Grand Station di New York. Per anni quelle gigantografie simbolo di un benessere e di un capitalismo ormai agli sgoccioli, hanno attirato l’attenzione di oltre 650mila turisti e passeggeri. Questo almeno fino al 1990, anno in cui la Kodak ha deciso di terminare la produzione di quelle meraviglie che descrivevano di volta in volta le giornate di vacanza, i paesaggi naturali fino ad arrivare a momenti storici come lo sbarco sulla luna.

La fotografia digitale ha ucciso il mestiere del fotoreporter

 Quando Matt Eich (ora 23enne) entrò nella scuola di fotogiornalismo nel 2004, l‘industria giornalisitica era già in declino. Matt però fotografa sin da quando bambino, la fotografia è quello che gli riesce meglio perciò ha continuato a percorrere tale strada anche dopo il matrimonio e la nascita di suo figlio. Ora Matt riesce a vendere qualche fotografia, lavorando come freelance per qualche magazine: “Devo lavorare sodo e scattare molte fotografie, poi devo piazzarle. Nessuno ti paga uno stipendio fisso, prima il fotogiornalismo era un mestiere, ora è divenuto puro caos, mi guadagno da vivere unendo un puzzle di piccoli lavoretti per alcuni giornali” ha dichiarato Matt.

Sharon Pruitt invece ha 40 anni ed è madre di sei figli, suo marito è un militare e tutta la famiglia vive nella Hill Air Force Base nello Utah. Dopo una vacanza alle Hawaii nel 2006, Sharon ha caricato su Flickr alcune foto scattate con una macchina fotografica digitale Kodak da 99 dollari. La celebre compagnia Getty Images ha notato le sue foto ed ora le ha concesso uno stipendio mensile per l’acquisto di foto da rivendere a terzi, “alle volte riesco a pagarmi anche tutte le bollette con lo stipendio della Getty” ha dichiarato Sharon.

La kodak dice addio alla Kodachrome

Abraham Zapruder usò una bobina di Kodachrome caricata nella sua cinepresa  8 millimetri per filmare una scena che nel corso della nostra vita tutti noi abbiamo visto almeno per una volta, l’assassinio del presidente John F. Kennedy.

Anche il famoso fotografo Steve McCurry usò un rullino Kodachrome per il suo ritratto di ragazza Afghana che oltre a guadagnarsi la copertina del National Geographic nel 1985 divenne celebre almeno quanto la foto del miliziano morente durante la guerra civile spagnola del 1936 scattata da Robert Capa.

E che dire delle centinaia di migliaia di artisti contemporanei e milioni di persone in tutto il mondo che hanno utilizzato il famoso rullino per immortalare sequenze artistiche o solamente fotogrammi di un viaggio di piacere. Oggi tutto questo si perderà con la velocità di uno scatto fotografico perchè la Eastman Kodak Co. ha da pochi giorni annunciato che la sua più famosa pellicola, la Kodachrome appunto, cesserà di essere prodotta a breve.