La Kodak dichiara bancarotta, fine di un’epoca?

di Redazione Commenta

I primi segni del collasso li avevamo registrati qualche tempo fa, quando la Polaroid aveva definitivamente dismesso la produzione delle sue storiche pellicole istantanee. In seguito anche la Kodak aveva lanciato disperate grida di soccorso, terminando la produzione della storica pellicola Kodachrome, emulsione che dal 1935 aveva praticamente scritto la storia della fotografia mondiale. Oggi, dopo 131 anni di gloriosa attività è la stessa Kodak a dichiarare bancarotta.

La domanda è stata presentata dalla Eastman Kodak Company e da tutte le sue società controllate negli Stati Uniti  alla corte distrettuale del Southern District di New York.Per quanto riguarda il resto del mondo, le filiali della grande azienda continueranno a tener fede agli impegni presi con clienti e fornitori, almeno stando a quanto dichiarato da Philip Cullimore, Direttore di Kodak Europe: “La decisione presa dalla casa madre negli USA di ricorrere al Chapter 11 per la riorganizzazione volontaria delle società americane, non riguarda il nostro business europeo. In Europa, abbiamo assistito a uno spostamento sempre maggiore verso le applicazioni imaging rivolte al mercato Business to Business. Queste applicazioni, nel Vecchio Continente, sono caratterizzate da una significativa presenza nel comparto della stampa e stanno mostrando significative e rapide crescite”ma appare chiareo che le notizie proventi dagli States non sono propriamente incoraggianti e non fanno ben sperare sul futuro dell’intera azienda.

L’avvento del digitale ha quindi assestato un duro colpo all’ennesimo gigante della fotografia analogica, e dire che la Kodak aveva più volte tentato di gettarsi nel grande mercato delle nuove tecnologie, producendo macchine fotografiche e stampanti inkjet. La concorrenza di altri grandi brands specializzati in fotografia digitale hanno però impedito alla Kodak di trovare campo libero come in passato. Se a questo aggiungiamo il vertiginoso calo di lavoro dei minilab e quindi delle foto “stampate”  e la conseguente entrata nel mercato delle tante altre carte per stampa a basso costo, allora è facile rendersi conto che la situazione è a dir poco drammatica. Vedremo cosa ci riserverà il futuro, per adesso incrociamo le dita e tifiamo per casa Kodak.

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