Che la fine della bolla speculativa dell’arte contemporanea fosse legata al tracollo finanziario della Lehman Brothers lo sapevamo tutti ed anche Globartmag ha più volte parlato di questa delicata questione che ha letteralmente sovvertito le regole di un mercato dell’arte a dir poco pirotecnico il quale fino al 2008 aveva fatto registrare cifre surreali ed in crescita esponenziale.
Oggi però possiamo proclamare a gran voce che il mercato dell’arte si sta velocemente ridimensionando e che la bolla speculativa ha mietuto importanti vittime le quali stentano a riprendersi dai burrascosi eventi. Tali conclusioni sono tratte dall’ultima asta che Sotheby’s ha organizzato utilizzando la collezione di opere proveniente dalla Lehman Brothers e da Neuberger Barman. Ebbene mentre la vendita di molte opere è andata veramente bene, quando il turno è toccato a Damien Hirst, altro grande simbolo della bolla dell’arte, si sono registrati risultati a dir poco catastrofici. Hirst è stranamente legato a Lehman, visto che nel giorno della bancarotta del brand, esattamente il 15 settembre del 2008, l’artista organizzò una vendita all’asta delle sue opere che gli fruttò ben 198 milioni di dollari, record assoluto per un singolo artista.