Dipinti di Luc Tuymans…
Luc Tuymans
Takashi Murakami raccoglie quasi 9 milioni di dollari per il Giappone
Takashi Murakami e la solidarietà hanno assestato un bel colpo all’interno del variegato mondo del mercato dell’arte. Giusto lo scorso mercoledì, il re del pop giapponese ha praticamente riempito la sala vendite di Christie’s New York alle 9:30 di mattina, totalizzando il ragguardevole bottino di 8.7 milioni di dollari. Si è trattato di un evento di beneficenza ed i ricavi sono andati al Giappone, per tentare di arginare i danni economici e strutturali causati dal tremendo terremoto dello scorso 11 marzo e dal conseguente tsunami che ha devastato le vite di centinaia di migliaia di innocenti. Si stima infatti che più di 300.000 persone siano rimaste senza casa, praticamente una crisi umanitaria che ad oggi non sembra migliorare.
Tornando all’evento, anche se Christie’s e Murakami hanno scelto un orario piuttosto mattiniero, i collezionisti non si sono lasciati scoraggiare e sono accorsi in massa, mentre uno streaming online ha facilitato la partecipazione dei collezionisti asiatici. Ovviamente Murakami, che ha contribuito con 4 opere appositamente realizzate per l’evento, non è stato l’unico big a partecipare all’asta ma è stato affiancato da altre stars del contemporaneo. Jeff Koons, ad esempio, con la sua opera Balloon Monkey Relief ha raggiunto 1 milione di dollari partendo da una quotazione di 600.000 dollari.
Art basel si apre con un tripudio di vendite
Il mercato dell’arte sembra essere in piena salute, questo è quanto emerge dalle prime giornate di Art Basel, la fiera d’arte contemporanea più celebre del mondo che ogni anno si tiene a Basilea in Svizzera. Già dalle prime battute della kermesse, molte gallerie hanno totalizzato alcune vendite interessanti, confermando il momento positivo dell’art economy. La galleria di Los Angeles Blum & Poe ha dichiarato di aver venduto tutto lo stand. Tra i pezzi venduti figura l’opera Korin Dokuro di Takashi Murakami, ceduta per 550.000 dollari assieme ad un dittico pittorico dal titolo My Lonesome Cowboy e Hiropon.
Blum & Poe ha inoltre venduto due dipinti di Carroll Dunham per 150.000 dollari al pezzo come anche alcuni dipinti di Mark Grotjahn ceduti per 90.000 dollari l’uno. Anche la galleria Emmanuel Perrotin ha venduto un’opera di Murakami, si tratta di una scultura dal titolo Yume Lion, ceduta ad un collezionista europeo per 1.3 milioni di dollari. Perrotin ha ceduto anche l’opera Rocks di Tatiana Trouve per 90.000 euro.
La stampa contro Charles Saatchi e la sua nuova mostra
Fioccano le critiche per l’ultima mostra organizzata da Charles Saatchi nella suo quartier generale di Londra. Come precedentemente accennato in un nostro articolo, il magnate ha tentato di bissare il successo della generazione Young British Artists, manipolo di artisti assemblati a mestiere negli anni ’90 per raggiungere le vette dell’arte. In quegli anni Tracey Emin, Steve McQueen, Tacita Dean, Liam Gillick, Damien Hirst e CHris Ofili, assieme a tante altre stars del contemporaneo hanno raggiunto quotazioni incredibili, catapultando Saatchi nel gotha del mercato dell’arte.
Oggi, dopo la crisi finanziaria, la fine della bolla speculativa dell’arte e l’avvento delle nuove generazioni artistiche, l’impresa del ricco mercante sembra decisamente ardua e come da copione la mostra dal titolo orwelliano Newspeak: British Art Now (in visione appunto alla Saatchi Gallery dal 30 maggio al 17 ottobre) ha mancato rovinosamente il bersaglio. Il prestigioso quotidiano inglese The Guardian ha definito l’evento come un confuso assortimento di opere “alle volte buone, spesso cattive e per la maggior parte anonime”. Il quotidiano si è inoltre scagliato contro il catalogo della mostra apostrofandolo come “orrido ed incomprensibile”.
Nuove sedi per il Baibakov e per Gagosian mentre Koolhaas…
Maria Baibakova è tornata all’assalto. La facoltosa e bellissima figlia del magnate Oleq Baibakov, già fondatrice nel 2008 del Baibakov Art Center ha infatti deciso di portare a termine l’ultima fase di sviluppo del suo centro per le arti che in soli due anni ha esposto nomi del calibro di Luc Tuymans, Paul Pfeiffer, Sterling Ruby e Matthew Brannon. Il Baibakov saluterà infatti gli spazi dell’ex fabbrica di cioccolato Red October di Mosca per spostarsi in uno spazio vicino il fiume Paveletskaya.
La nuova location occuperà circa 13.000 metri quadrati di superficie, donando così al Baibakov Center un’aura ancor più sofisticata e museale. Lo spazio aprirà al pubblico il prossimo 27 maggio con la mostra Perpetual Battles dove figurreranno artisti come Cyprien Gaillard, Saadane Afif e Adel Abdessemed.
Luc Tuymans, pittore di storie che l’umanità vorrebbe dimenticare
Durante una visita a New York lo scorso autunno, il celebre pittore belga Luc Tuymans raccontò ai microfoni del New York Times una triste storia proveniente dalle sue memorie di fanciullo. All’età di 5 anni Tuymans era una sera a cena con tutta la famiglia riunita attorno al tavolo. Il fratello della madre del pittore stava sfogliando un album di fotografie quando cadde una vecchia foto di uno zio del pittore. In quella foto lo zio, appena adolescente, era ritratto con tanto di saluto nazista. “Per la prima volta appresi che i due fratelli di mio padre avevano fatto parte della gioventù hitleriana, fu un duro colpo anche per mia madre visto che la sua famiglia fece parte della resistenza e nascose alcuni rifugiati ai tempi della seconda guerra mondiale”.
Da quel giorno il fantasma di quel nero passato aleggiò continuamente tra le mura domestiche, rovinando i rapporti della famiglia, “ho imparato a mangiare molto in fretta per andarmene via dal tavolo” ha dichiarato Tuymans. Questa storia ci aiuta a comprendere quanto l’arte di Luc Tuymans (che dallo scorso week end è ospitato dal San Francisco Museum of Modern Art per una grande retrospettiva del suo lavoro) sia fortemente caratterizzata da una personale maniera di rappresentare i drammi collettivi ed il desiderio di rimuoverli da parte della società.
Alti e bassi alla Moscow Biennale 2009
Forse è stata la migliore di tutti i tempi, forse la peggiore ma la terza Moscow Biennale ( che rimarrà aperta fino al prossimo 25 ottobre ) ha sicuramente impressionato il suo pubblico offrendo uno spettacolo senza precedenti e nuove idee sul fronte creativo. Certamente non tutto è andato per il verso giusto, alcuni progetti si sono persi nella nebbia come ad esempio quello di Anthony Gormley che doveva installare alcune sculture nel centro di Mosca e che non ha potuto portare a termine il suo progetto per noie burocratiche.
Anche l’artista francese Bertrand Lavier ha perso il suo spazio al Museo Dell’Architettura per alcuni litigi con il direttore della struttura. Infine una retrospettiva sull’Arte Povera intitolata Capitalism as Religion non è stata più organizzata a causa della mancanza di fondi ( crisi finanziaria docet ).