Un’inconsueto connubio tra arte e giustizia sociale alla Nomas Foundation

Archivio o Fondazione? E’ questa la domanda che lo spettatore si pone varcando la soglia della Nomas Foundation di Roma, nelle cui sale espositive si respira un’inconsueta atmosfera crepuscolare emanata da The Veterans Book Project. Non tele appese al muro ma sedie e scrivanie su cui sono adagiate lampade da tavolo, penne e libri. Ideatrice di tutto ciò è Monica Haller (Minneapolis, 1980), artista visiva laureata in Processi di Pace e Studi sui Conflitti presso il College of St. Benedict. Dopo aver frequentato un Master in Arti Visive presso il Minneapolis College of Art and Design, l’americana ha deciso di concentrare la sua ricerca sul tema della giustizia sociale.

La mostra, a cura di Stefano Chiodi, consiste nella realizzazione di una Biblioteca ovvero una raccolta di trenta testi prodotti in collaborazione con i veterani USA delle guerre in Iraq e in Afganistan, i loro familiari e semplici civili. Esemplare è il racconto di una donna irachena che ha perso le gambe a causa di un missile atterrato ‘per sbaglio’ nel suo letto. Sono loro i veri protagonisti, coloro che narrano un vissuto terribile, fatto di tragedie e traumi incancellabili. Nel corso di un anno si sono svolti otto workshop durante i quali la statunitense, oltre a svolgere i compiti di redattrice e grafica (raccogliendo le testimonianze, indirizzando e aiutando gli ‘scrittori’ nell’editing), ha conosciuto in prima persona le vittime di tali ingiustizie e ha ascoltato le loro esperienze disumane diventandone una teste. Nascono, così, volumi pensati come stratificazioni di indescrivibili sensazioni rese tangibili attraverso un perfetto collage di lettere, fotografie, e-mail e annotazioni impresse nei loro diari personali.

Al Macro di Roma una tavola rotonda sulla mostra di Monica Haller

Martedì 13 dicembre alle ore 18:00, il Museo MACRO di Roma inaugura una tavola rotonda intorno ai temi sollevati dalla mostra di Monica Haller in corso presso la Nomas Foundation fino al 23 febbraio 2012. Intervengono: l’artista, Andrea Cortellessa, Arturo Mazzarella, Tommaso Pincio, modera Stefano Chiodi. The Veterans Book Project e’ una biblioteca che Monica Haller sta creando insieme ai veterani delle guerre americane degli ultimi anni.

L’artista non e’ l’autrice dei libri, ma compone gli elementi del progetto e la griglia che gli autori possono riempire, cura lo spazio per i loro esperimenti e fornisce il software editoriale open source da lei messo a punto. L’artista e’ un’ascoltatrice, una redattrice, una grafica, una testimone. Usa il formato del libro per la sua materialita’, per la sua qualita’ di veicolo di storia e di memoria.

Monica Haller – The Veterans Book Project

The Veterans Book Project è una biblioteca di libri che Monica Haller sta costruendo insieme ai veterani delle guerre americane di questi anni. Molti libri sono di soldati, uno è di una madre, un altro del fratello di un militare morto in battaglia, un altro ancora di una donna irachena che ha perso le gambe quando un missile statunitense è atterrato sul suo letto. Sono loro gli autori, loro gli esperti. Muovendo dal dimenticato, dal banale o più esattamente da ciò che non è mai stato registrato nella memoria, Haller chiede ai veterani di superare la retorica e puntare al centro del problema. Una foto scattata con il cellulare, una mail, un’annotazione di un diario, un’amnesia: le risorse sono senza limiti. La biblioteca cresce e prende forma con l’eredità delle guerre.

Haller non è l’autrice dei libri. È colei che compone gli elementi del progetto e la griglia che gli autori possono riempire. L’artista cura lo spazio per i loro esperimenti e fornisce il software editoriale, una piattaforma stabile per questo spesso fragile materiale. L’artista è un’ascoltatrice, una redattrice, una grafica, una testimone. Usa il formato del libro per la sua materialità, per la sua qualità di veicolo di storia e di memoria, per la sua stabilità e mobilità. Otto workshop in un anno hanno prodotto trenta libri e migliaia di copie in circolazione. In un tempo di guerre “infinite”, Haller costruisce una comunità di autori e lettori per creare attraverso i libri discussioni e un continuo scambio di conoscenze sulla guerra.