Impossible Project, ben tornata Polaroid

Alzi la mano chi di voi non ha mai agitato una Polaroid in attesa di veder comparire l’immagine scattata solamente un attimo prima. Le pellicole istantanee Polaroid hanno per anni dato la possibilità a milioni di persone di sviluppare in pochi secondi le loro fotografie rappresentando una valida risposta al moderno digitale e fornendo un valido supporto in svariati ambiti professionali.

Inoltre grazie alla sua versatilità ed ai suoi caratteristici colori la pellicola Polaroid divenne nel corso degli anni un vero e proprio media artistico, basti pensare alle scomposizioni di David Hockney ed ai nudi di Nobuyoshi Araki. Anche Andy Warhol non riusciva a separarsi dalla sua macchina fotografica Polaroid Sx-70 con cui fotografava in modo maniacale qualsiasi cosa. La lista di artisti contemporanei che hanno utilizzato la pellicola brevettata dalla famosa industria inglese è lunghissima, si va da Helmut Newton a Mary Ellen Mark passando da Lucas Samaras, Duane Michals e tanti altri.

Le Polaroid di Nobuyoshi Araki

Il processo polaroid è ideale per la visualizzazione immediata del soggetto ripreso. Nobuyoshi Araki non poteva sfuggire al suo fascino seduttivo, proprio lui che sulla seduzione ha fondato fama e mito. La selezione in mostra dal 19 novembre presso la Chiesa dell’Alba in occasione di Lucca Photo Fest rappresenta il ventaglio dei suoi interessi, o meglio dei soggetti che stimolano la sua fantasia: nudi femminili, ovviamente, fiori, il cielo di Tokio e piccoli oggetti kitsch.

Junichi Shioda, curatore del Tokio Museum of Contemporary Art, commenta: “Le fotografie di Araki sono uno specchio che riflette la realtà nella quale viviamo. Questa realtà include Tokio, una città di energie forti e vuoto umano, lo schiamazzo dei quartieri di divertimento, la casualità degli eventi nella vita quotidiana, le sensuali donne nude, amore e sesso, il cielo e i fiori, vita e morte.”  Ciò che più impressiona il pubblico occidentale è la sua fotografia di nudo femminile, di certo carica di erotismo che spesso non viene compreso, meglio frainteso quale fosse la rappresentazione della donna oggetto.

Short stories 2 – FaR EasT

CHI: Tre artisti coreani: Yulim Song (1983 – Seoul), Jin Han Lee (1982 – Seoul) e Sea Huyn Lee (1967 – Geoje Island), assieme a quattro giapponesi: Kyoko Kanda (1977 – Tokyo), Shimon Minamikawa (1972 – Tokyo), Takako Kimura (1974 – Chiba) e Nobuyoshi Araki (1940 – Tokyo).

DOVE: Galleria Zonca & Zonca – Milano

QUANDO: 15 settembre – 28 ottobre 2011

COSA: La mostra collettiva si prefigge di delineare il panorama dell’arte asiatica attuale attraverso alcuni dei suoi attori. Se non consideriamo le fotografie di Araki, unico “anziano” esposto, che non sono certo nuove o innovative, anche se a mio parere le sue polaroid di fiori sono sempre apprezzabili, ci troviamo di fronte ad una mostra abbastanza fresca e piacevole. Le opere di Takako Kimura rientrano nel cliché dell’estica da manga: scatole laccate in cui vengono disposti piccoli oggetti come pupazzetti e miniature di cibo.

Psicoanalisi e arte contemporanea a New York

Alzi la mano chi di voi non si è mai avvicinato ai misteri della psicoanalisi imbattendosi in teorie su associazioni libere, lapsus, atti involontari e l’interpretazione dei sogni. D’altronde il caro e vecchio Sigmund Freud anche se da molti studiosi è considerato superato è pur sempre il padre della psicoanalisi e come tale affascina da sempre schiere di curiosi di tutto il mondo.

Anche gli artisti, in quanto curiosi per eccellenza, sono stati influenzati dalle teorie del celebre dottore austriaco, per questo fino al 22 agosto prossimo la galleria Haunch of Venison di New York ha deciso di ospitare un’interessante mostra collettiva dal titolo The Figure and Dr. Freud, evento che racchiude le opere di 31 grandi artisti del secolo scorso i quali hanno indagato sulla figura umana vista attraverso gli occhi del Dr. Freud.