Caso Sotheby’s vs movimentatori: c’è l’accordo!

C’è la crisi è vero ma sentir parlare di mancanza di fondi in un settore di lusso come quello delle aste sembra proprio un controsenso bello e buono.  Sta di fatto che in questi ultimi mesi un colosso come Sotheby’s ha maltrattato i suoi lavoratori che a loro volta hanno risposto con una dura stagione di proteste.  Tutto è cominciato a New York verso la fine d’agosto dello scorso anno. Circa 43 lavoratori del gigantesco brand internazionale hanno dato vita ad uno sciopero causato dal mancato rinnovamento del loro contratto, scaduto verso la fine di luglio.

I lavoratori del Teamsters Local 814 hanno successivamente iniziato un picchetto di protesta, realizzando ad oggi il più longevo sciopero della storia di Sotheby’s. In sostanza questo agguerrito team appartiene alla categoria dei movimentatori, un profilo altamente specializzato che si occupa di “maneggiare” e spostare fisicamente le preziose opere messe in vendita dalla casa d’aste.

Venti di guerra in arte

Il vento della protesta soffia in tutto il mondo. Del resto la Berlin Biennale 2012, che ha visto la partecipazione del guerrafondaio gruppo artistico russo Voina in veste di curatore, ha scelto di orientarsi su un tema legato alla politica vale a dire le rivolte che hanno scosso il mondo negli ultimi tempi.

Difficile offrire un’immagine reale della post-democrazia, gli artisti in mostra ci hanno provato ma non sempre ci sono riusciti. Da una rivoluzione teorizzata si passa a quella pratica, visto che nei giorni scorsi i movimentatori di Sotheby’s, oramai senza contratto da diversi mesi, hanno rinverdito la loro protesta con tanto di sit in davanti alla sede newyorchese della grande casa d’aste.

Sebastian Errazuriz porta occupy nelle case dei ricchi

Come tutti noi sappiamo, l’artista contemporaneo è sempre attento alle dinamiche sociali e spesso utilizza queste ultime all’interno dei propri lavori. La grande rivoluzione di questi ultimi mesi è senz’altro Occupy Wall street, il movimento di indignados statunitensi che si batte per abbattere lo strapotere del 1% della popolazione costituita da potenti oppressori e far così respirare quel 99% che non ha più diritti e spesso è costretto a vivere di stenti.

 Come già detto in numerosi articoli, l’arte è stata più volte usata per dar corpo e contenuto alle varie proteste inscenate da Occupy. La cosa che ci ha decisamente stupito è quella di vedere questo tipo di proteste giungere sin dentro uno dei dorati templi dell’arte quale la manifestazione fieristica. 

L’Italia dell’arte si organizza

 

Un cambiamento, un’inversione di rotta, la promessa di un nuovo ordine sociale fondato sulla giustizia e sulla legalità senza più sofferenze e carestie. Il cambiamento (e la conseguente lotta per ottenerlo) è il vero motore centrale che ha alimentato le rivoluzioni della Primavera Araba, le rivolte degli indignados, la pacifica invasione del popolo delle tende d’Israele e le azioni di massa di Occupy Wall Street, sino a giungere agli attacchi digitali di Anonymous.

In questo clima di grande agitazione ma soprattutto di trasformazioni sociali, anche il popolo della creatività ha deciso di darsi da fare per far parte del cambiamento e non lasciarsi sopraffare da esso. In Italia ad esempio sono sorti spontaneamente diversi gruppi d’azione, mirati a fare chiarezza sulle vicende museali. Se le istituzioni falliscono o comunque non hanno i fondi necessari per tirar avanti la baracca, significa che questi ultimi nella maggior parte dei casi vengono sperperati inutilmente.

Shepard Fairey tra gli autori di un libro per colorare sulla brutalità della polizia di New York

Bambini non fatevi trovare in possesso di questo libro, c’è il rischio che la polizia di New York ve lo confischi. La notizia di oggi è infatti dedicata al mondo degli adulti anche se si riallaccia idealmente a quello dei più piccini. Il Movimento Occupy Wall Street ha infatti da poco lanciato un’interessante iniziativa per sensibilizzare il pubblico sui numerosi atti di brutalità compiuti dalla polizia.

Si tratta del Police Brutality Coloring Book, un libro da colorare (proprio come quelli che si comprano ai più piccoli) dove sono raffigurati gli atti di ritorsione innescati dalla polizia ai danni del movimento newyorchese. Al libro da colorare hanno partecipato 46 artisti, tra cui spiccano i nomi di Shepard Fairey e Tim Biskup. L’idea è sorta all’indomani di un duro attacco compiuto dalla polizia in quel di Zuccotti Park con largo uso di spray al peperoncino e botte da orbi. L’ideatore del progetto, l’artista Joe Nelson, ha quindi deciso di contattare tutti i colleghi di sua conoscenza ed organizzare un meeting proprio in Zuccotti Park per sensibilizzarli sull’accaduto ed informarli sul progetto di artist’s book.

L’immagine della violenza

In questi giorni di dure battaglie sociali abbiamo avuto modo di vedere molte immagini di tensione o di felicità. Televisioni, quotidiani cartacei e blog hanno lungamente documentato le ribellioni del mondo arabo, la rabbia del popolo greco e la gioia carnevalesca di quello italiano durante la capitolazione di Silvio Berlusconi. Globartamg non è un blog di politica ma, come abbiamo avuto modo di vedere, spesso le rivolte politiche e sociali hanno utilizzato l’arte come veicolo per divulgare e documentare quanto fatto.

L’arte nasconde sempre un sentimento di rivoluzione, forse anche per questo tale impeto non può non accostarsi alla necessità di un cambio sociale. Uno dei gruppi di rivolta pacifica che di questi tempi si è avvalso dell’arte contemporanea e nello specifico della performance art è Occupy Wall Street.

Sotheby’s chiude al pubblico

L’infinita diatriba tra i movimentatori di opere d’arte e Sotheby’s sembra esse lungi dal terminare. Se ben ricorderete il gigante internazionale delle aste d’arte aveva scatenato le ire dei suoi lavoratori per il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Questi ultimi avevano quindi organizzato diversi scioperi, forti della collaborazione con Occupy Wall Street, vale a dire gli Indignados statunitensi.

In più, negli ultimi tempi Sotheby’s, oltre a non rispondere alle richieste di lavoratori altamente specializzati che lavorano da più di 7 anni, ha deciso di rimpiazzare gli stessi con alcuni operai presi in prestito dalla Crozier Fine Arts, altra azienda che si occupa di movimentazioni di opere d’arte. Una sorta di sostituzione di lavoratori in sciopero che rappresenta un vero e proprio attacco frontale all’istituzione di questa sacrosanta forma di protesta.

Wall Street occupata a colpi d’arte contemporanea

Dopo le rivolte di Grecia, Spagna e Tunisia e le varie attività di protesta come quella delle tende a Tel Aviv in Israele, anche gli Stati Uniti hanno deciso di insorgere contro il tradimento degli ideali, le morse della crisi economica ed il fallimento della politica globale. Da oltre due settimane infatti, New York è teatro delle attività di Occupy Wall Street, una sorta di Costituente composta da veterani, insegnanti, studenti, disoccupati e quanto altro, che ha scelto come quartier generale Zuccotti Park, proprio sotto i grattacieli di Wall Street.

Il movimento si è detto tradito dalla politica di Barack Obama, indignato a causa della corruzione ed affamato dalla miseria imperante ed ha quindi deciso di piantare le tende e dormire all’aperto, organizzando ogni giorno numerose attività e raccogliendo un sempre più crescente numero di adepti. Proprio lo scorso 1 ottobre, circa 700 manifestanti sono stati arrestati per aver preso d’assalto uno dei simboli dell’america moderna, il Ponte di Brooklyn. Occupy Wall Street ha fermato il traffico per oltre due ore, prima di cadere nella rete delle forze di polizia. Ovviamente anche il mondo della creatività si è unito alla causa del movimento e numerose scuole d’arte come numerosi artisti hanno già offerto i loro contributi.