Pillole di Biennale 05 – La quiete prima della tempesta

(Dove eravamo rimasti…) Una volta rifocillati eravamo pronti per avviarci verso il grande spauracchio di questa Biennale, parlo ovviamente del Padiglione Italia. Per nostra fortuna sulla strada incontrammo un paio di belle sorprese, che a pensarci bene è proprio questo il bello di una manifestazione come questa: passare da una stanza all’altra e lasciare che l’arte ti nutra pendendoti alla sprovvista.

Il Padiglione dell’Argentina è stato una di queste sorprese, Adrián Villar Rojas è nato nel 1980 a Rosario ed è bello pensare che un ragazzo così giovane sia stato scelto per occupare il primo padiglione permanente della nazione. E se l’età può contar poco che dire allora dell’opera che ha ideato? El asesino de tu herencia – L’assassino della tua eredità, il titolo da solo è una dichiarazione di intenti che inserito all’interno di un contesto del genere a me fa venir voglia di abbracciare l’artista. Per me il suo lavoro è uno dei migliori visti in Biennale, non so se è una questione anagrafica che avvicina il suo discorso al mio, ma esiste un equilibrio di forme perfetto, una monumentalità perfettamente inserita nello spazio e una sinergia con lo spettatore palpabile che rendono le sue sculture in argilla qualcosa che va ben oltre l’immagine di arte latino-americana.

Quando l’arte italiana si trasforma in un “tour all’interno del cervello di Silvio Berlusconi”


Lo stato di profonda consunzione in cui versa la cultura italiana non mi stupisce più di tanto ma il bello è che le cose in questi ultimi tempi sono decisamente peggiorate. Fino a poco tempo fa le brutte figure restavano in famiglia, oggi grazie a Vittorio Sgarbi, all’ex ministro Sandro Bondi che ha caldeggiato la sua nomina alla curatela del Padiglione Italia ed al presidente della Biennale Paolo Baratta che lo ha praticamente appoggiato in tutto e per tutto (richiamandolo con lettere profumate ad ogni suo finto tentativo di rinunciare le dimissioni), l’arte contemporanea italiana è divenuta lo zimbello di tutto il mondo.

Proprio oggi Adrian Searle del Guardian ha pubblicato un articolo che suona più o meno così: “Il Padiglione Italia, un padiglione evitato dalle persone sane e visitato solo da quelli che ci sono capitati per caso. Noiosamente provocatoria, la mostra di Sgarbi è piena di cose orribili e kitsch, con un allestimento che fa impallidire. Con i suoi cliché ed il suo populismo-spazzatura il Padiglione Italia è come un tour all’interno del cervello di Silvio Berlusconi”.

Padiglione Minestrone Italia™ by Vittorione Nazionale™: cosa ne pensano i giornali?

Un'immagine dell'allestimento finale del Padiglione Italia

Sul Padiglione Minestrone Italia™ del Vittorione Nazionale™ in quel della Biennale abbiamo scritto fin troppo e ci sembra inutile giudicare ulteriormente qualcosa di  talmente assurdo e doloroso per la nostra martoriata nazione. Riportiamo qui di seguito alcuni articoli apparsi sui maggiori quotidiani italiani, lasciandoli parlare al nostro posto, via alle danze:

“Se l’arte non è «Cosa Nostra», rimane però, in Italia, un affare di famiglia. Perché come racconta lo stesso Sgarbi, c’è chi ha scelto un’artista anche perché era figlio di un conoscente (ad esempio Francesca Leone, nominata da Ennio Morricone che era amico del padre) o di un parente. E in realtà, più che lo stato dell’arte («Perché dovevo limitare le opere? Non potevo mica limitare il numero degli intellettuali cui affidare la scelta», dice lui), il Circo Sgarbi racconta lo stato e i gusti degli intellettuali italiani.” di Rocco Molinterni su La Stampa del 1 giugno 2011.

Ed invece all’estero parlano di noi: “Sgarbi? un perfetto sconosciuto fuori dall’Italia”

Avevamo pubblicato un articolo affermando che all’estero a nessuno importa di Vittorio Sgarbi e del suo Padiglione Italia alla 54esima Biennale di Venezia. Ebbene purtroppo avevamo sbagliato, questo perchè per nostra somma vergogna uno dei più importanti magazine di arte contemporanea, vale a dire Artinfo, ha pubblicato proprio ieri un articolo firmato da Benjamin Genocchio che evidenzia con freddezza gli orrori sgarbiani.

Ebbene il Vittorione Nazionale™ aveva sbandierato a destra e mancina la sua voglia di selezionare artisti liberi dal sistema,  artisti fuori dalle mafiette e dagli “ospedali dell’arte”, ecco invece cosa ha scritto Genocchio sul conto del noto storico dell’arte: “Il desiderio di alcune nazioni di soddisfare il loro sistema artistico è talmente forte che spesso le stesse sbagliano le selezioni per gli artisti ed i curatori dei rispettivi padiglioni nazionali alla Biennale di Venezia. La nomina di Vittorio Sgarbi come curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2011 è un chiaro esempio di questa spiacevole sindrome.

I Padiglioni di Sgarbi? All’estero non se ne parla, ci sono altri “intrighi internazionali”

Nella foto Corban Walker e Emily-Jane Kirwan con a fianco un'opera dell'artista

Vi siete mai chiesti cosa ne pensano all’estero della nostra arte contemporanea? Intanto possiamo assicurarvi che fuori dai nostri confini il mondo intero ci ignora o quasi.  Già, si parla di arte italiana solo per quanto riguarda notizie su furti, o su grandi mostre dei maestri della pittura. Per il resto l’attenzione dei media (almeno in questo periodo) è tutta per la Biennale, ma tutti gli articoli che abbiamo letto non parlano assolutamente del Padiglione Minestrone Italia organizzato da Vittorio Sgarbi. In parole povere le polemiche le facciamo noi in casa ma all’estero non se ne curano neanche.

Il Financial Times ad esempio ha recentemente redatto un articolo che parla delle nazioni “new entries” come l’Arabia Saudita e l’India. Artinfo ha invece pubblicato una guida con alcuni alberghi, ma le sistemazioni ci appaiono molto costose (ammesso che ci sia ancora posto).

Artista attento! La Biennale 2011 non fa curriculum

Ormai nel web circolano già le prime foto del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia firmato Vittorione Nazionale©. Artibune ad esempio ha fornito un servizio fotografico abbastanza esauriente il quale mostra in anteprima assoluta lo scempio che ci condannerà alla pubblica gogna finale sotto gli occhi di tutto il mondo. Noi, in un articolo di diversi giorni or sono vi avevamo già mostrato alcune possibili opere ma dobbiamo dire che la realtà dei fatti è ancor più dura da digerire di qualsiasi altra congettura: Il Padiglione Italia sarà una fiera rionale senza precedenti.

Questo molti di voi l’avevano ben compreso ma oggi volevamo parlarvi dell’ennesima caduta di stile (sembra che non ci sia mai limite al peggio ) dell’intera macchina Biennale architettata da Sgarbi. Ebbene come noto quest’anno migliaia di artisti sono stati chiamati ad esporre all’interno dei vari “padiglioncini” della Biennale Diffusa, (dis)organizzati nelle varie regioni italiane.

La Rai taglia Sgarbi, la Curiger può salvare l’Italia dell’arte

Il grande trambusto generato da Vittorio Sgarbi attorno al Padiglione Italia della prossima Biennale Di Venezia sembra non aver mai fine ed anzi dopo le oramai numerose defezioni degli artisti invitati (anche a loro insaputa), il polverone è talmente fitto che non si riesce a capire poi tanto di quello che veramente vedremo a Venezia. Quello che è certo è che Sgarbi ha già incassato un sonoro “no”da parte del pubblico ma stavolta si tratta di quello televisivo.

Già perché la prima puntata dello show  intitolato “Ci tocca anche Vittorio Sgarbi”, si è tramutata in un lunghissimo e sfiancante monologo-autodifesa che ha letteralmente fatto flop, costringendo i vertici della RAI a sospendere la trasmissione. Che sia questo un segno dell’inizio della fine? Polemiche a parte vorremmo ricordare che oltre alle “meraviglie” che saranno esposte nel Padiglione Italia,  il pubblico internazionale potrà ammirare l’altro volto dell’arte italiana, vale a dire quello vero.

Il Padiglione Italia che sarà…

Giancarlo Vitali

Ecco a voi la lista completa (diramata dal sito della Biennale) dei 200 artisti selezionati dai 200  intellettuali chiamati da Vittorio Sgarbi a riempire il Padiglione Italia, alla prossima Biennale di Venezia. Ovviamente si tratta di una lista “in divenire” visto che qualche artista (vedi Luca Vitone e Paolo Grassino) ha già proclamato una saggia defezione.  Ogni commento appare superfluo, noi vi offriamo qualche immagine di ciò che il mondo potrebbe ammirare della nostra arte contemporanea:

ARTISTA  –  INTELLETTUALE
Accardi Carla  – Enzo Boschi
Acerbi Petrassi – Rosetta Roman Vlad
Adami Valerio   – Marino Livolsi
Anvidalfarei Lois  – Joseph Zoderer
Argeles Gloria  –  Vivian Lamarque
Arrivabene Agostino – Pierluigi Pizzi
Asti Adriana –  Galli Della Loggia
Atti Patrizia – Luigi Koelliker
Bafico Enrico – Anacleto Verrecchia
Balena Vincenzo –  Maurizio Cucchi
Barbieri Olivo – Italo Zannier
Bartolini Giuseppe – Antonio Moresco
Bazzocchi Paolo –  Massimo Donà
Beecroft Vanessa – Linda Nochlin
Begnoni Renato – Italo Zannier
Bergomi Giuseppe – Mario Botta
Bertelli Pino –  Don Andrea Gallo
Bertozzi e Casoni  – Walter Siti
Bertusi Jasmine – Giuseppe Scaraffia

La Biennale di Vittorione Nazionale©? all’insegna del culatello!

Pensavate forse che la conferenza stampa di Vittorio Sgarbi per il Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia avrebbe chiarito qualche dubbio sull’andamento dei lavori? Beh noi non lo pensavamo affatto e siamo sicuri che anche voi siete sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Ciò che è andato in scena ieri a Roma negli spazi del San Michele è stato uno vero e proprio incidente estetico difficilmente ripetibile nei prossimi cento anni di storia planetaria.

Il Vittorione Nazionale© ha praticamente tenuto in ostaggio giornalisti ed astanti per circa 3 ore, un tempo interminabile riempito da una lunghissima lista di nomi. Il tutto si è aperto con la dichiarazione: “Sono stati invitati oltre 2000 artisti perchè vorrei sapere chi decide se un determinato artista può entrare o no alla Biennale? La mafia del mercato. Io la combatto». Nulla si è saputo sulla Biennale Diffusa visto che continua a circolare una lista di nomi piena di artisti che hanno in termini già rifiutato la candidatura, nessuno ha distribuito un kit stampa degno di questo nome. Si è saputo solo che il suo progetto di invitare 230 artisti al Padiglione Italia è ben appoggiato dal presidente di Fondazione Roma Emmanuele Emanuele che che fino a ieri ha finanziato tutto e da Antonia Pasqua Recchia,direttore generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee che ha dichiarato che il curatore non ha ancora percepito un centesimo per il suo immenso e mirabile progetto curatoriale.

Padiglione Italia Vuoto!

Dopo gli abbandoni ed i successivi ritorni del Vittorione Nazionale™ al Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, (noi avevamo già predetto tali e tante tarantelle molti mesi fa con questo articolo-provocazione) il mondo dell’arte del nostro martoriato stivale ha subito lanciato un toto-padiglione per scegliere un nuovo paladino in grado di traghettare la nostra arte fuori dalle acque oscure all’interno delle quali ci ha portato Sgarbi. Artribune ha sollevato il nome del bravo Andrea Bruciati. Comunque sia l’allarme è rientrato.

Secondo il mio modesto parere sarebbe stato meglio lasciare il Padiglione Italia vuoto, non per anarchia, nichilismo, sandinismo o quello che volete ma semplicemente per chiudere con il passato e per mostrare al mondo intero la nostra reazione. Non una presa di posizione o un chinare la testa passivamente quindi ma una vera e propria tabula rasa contro comportamenti che devono finire. Se non vi bastano queste parole, ecco altre ragioni per lasciare vuoto questo Padiglione:

Vittorio Sgarbi non lascia (purtroppo per noi) la Biennale

Una breve nota di stampa, rimbalzata su alcuni quotidiani proprio nel giorno della festa dei lavoratori, ha annunciato ieri la fine del burrascoso rapporto fra Vittorio Sgarbi e la Biennale di Venezia. Oggi invece, non senza una punta di tristezza, abbiamo appreso che sotto le pressioni di Silvio Berlusconi, Vittorio Sgarbi ha praticamente ritrattato tutto. Siamo giunti quindi all’ennesima puntata di una telenovela dal finale scontato che dar mesi sta tenendo con il fiato sospeso tutti gli amanti dell’arte dello stivale.

Vittorione Nazionale™ poteva certo risparmiarsi questa penosa rentree, ci saremmo risparmiati un Padiglione Italia da Televendita dell’arte. Berlusconi non è però l’unico ad aver riportato Sgarbi sulla retta via, anche il povero Paolo Baratta ha infatti lanciato numerosi richiami d’amore al suo adorato criticone: “Torna Vittorio, è tutto pronto, abbiamo le sedi per esporre i tuoi 700 artisti” e via dicendo, in un turbinio di affermazioni stucchevoli apparse in questi giorni su tutti i giornali.

Arte contemporanea italiana? Cosa?

Le follie dell’imperatore Vittorio Sgarbi che lascia definitivamente il Padiglione Italia alla  Biennale di Venezia (seguirà un nostro dettagliato reportage alle 15:00 di oggi), i musei che crescono a dismisura e non hanno i fondi necessari al minimo sostentamento, gli stessi musei che vengono lodati o criticati per le loro programmazioni, le roventi critiche all’artista italiano che espone all’estero, le invidie per il curatore italiano che organizza una mostra all’estero, le ripicche tra colleghi, i premi ed i festival, l’andamento di una fiera, le vendite e le quotazioni.

Ed ancora: se è vero, come ha fatto giustamente notare Artribune, che Vittorio Sgarbi è il re dei risultati su Google, è anche vero che questi risultati sono relativi alla sezione italiana del celebre motore di ricerca. Ma c’è di più:  anche a legger centinaia di magazine internazionali non si corre il minimo rischio di trovare tracce di italianità, tranne che per i soliti Vezzo Vezzoli™ o Cattelan.

Paolo Baratta, Luca Beatrice, Anita Ekberg ed il nuovo cinema Sgarbi

Alle prese di posizione del Vittorione Nazionale©, escluso dall’ennesima carica pubblica, il presidente della Biennale Paolo Baratta ha risposto con queste parole apparse sul Corriere del Veneto: «Per la mostra che realizza lì ha già chiamato vari intellettuali: è un bellissimo esercizio di analisi dello spaccato storico della società italiana e dei suoi rapporti con l’arte, un luogo dove si discute, si parla e non soltanto si rappresenta. È una bella cosa, per cui, per carità, la faccia!».

Il Giornale pubblica invece un’accorata e profumata lettera d’amore di Luca Beatrice indirizzata al nostro Vittorione: “Caro Vittorio, se è vera la tua intenzione di rinunciare alla curatela del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia, ti prego ripensaci(…) Questo potrebbe essere l’ultimo spazio che ci verrà dato prima che ritorni la restaurazione, e con essa quei padiglioni rigidi e frigidi, privi di sensualità e coraggio(…)

Tagli, Sgarbi ed invidie. La nostra scena dell’arte deve guardare avanti

Ci è giunta voce di un’altra bizzarra azione di protesta del CAM di Casoria ed abbiamo appreso anche la notizia dei primi ed improbabili nomi degli artisti selezionati dal Vittorione Nazionale© per la prossima Biennale di Venezia 2011. Abbiamo inoltre raccolto il piagnisteo dei musei che “lottano” contro i tagli alla cultura. Tuttavia,  noi questa volta non parleremo di tutto ciò.

Il motivo? Ebbene ci siamo un poco stancati di sentire a destra ed a mancina la medesima, banale musica, vale a dire un coro di voci che all’unisono inneggiano alla paura nei confronti dei tagli alla cultura ed al vilipendio della nostra martoriata scena artistica. Di buoni propositi neanche a parlarne così come non si attua mai un’attenta ricognizione sui veri fermenti artistici del territorio, quello che importa è il gossip, l’oltraggio.