Rachel Whiteread, quando l’assenza diventa presenza

Girovagando per le vie di Trastevere è possibile rimanere stregati da un atipico slang inglese proveniente dallo Street View della Galleria Lorcan O’Neill. Qui sono esposti Untitled II ovvero la materializzazione del vuoto presente sotto uno sgabello e Thresold una porta traslucida rosa. Sono solo alcuni dei nuovi lavori di Rachel Whiteread (Londra, 1963 – vive e lavora a Londra), per la seconda volta ospite della galleria. Rachel Whiteread è una delle poche artiste della sua generazione che ha prodotto importanti opere pubbliche come House (Londra, 1993) o Holocaust Memorial nella Judenplatz di Vienna (2000). Inoltre, nel 1997 ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia, ed ha esposto nelle maggiori gallerie internazionali.

12 artisti inglesi per i posters di Londra 2012 ma Damien Hirst non c’è

Tutta la Gran Bretagna è  già in fermento per le prossime olimpiadi che si terranno nell’estate del 2012. Ovviamente tra gli eventi collaterali vi sono anche numerose manifestazioni culturali, basti pensare al Fourth Plinth, celebre quarto plinto di Trafalgar Square che nel 2012 vedrà avvicendarsi il bambino d’oro sul cavallo a dondolo di Elmgreen & Dragset ed il gigantesco gallo blu di Katharina Fritsch.

Ovviamente le olimpiadi di Londra avranno anche un simbolo d’eccezione, vale a dire l’Orbit, l’avveniristica torre progettata da Anish Kapoor che dominerà la capitale britannica come un immenso disco volante purpureo. In questi giorni abbiamo appreso che 12 artisti inglesi sono stati scelti (da una lista di partenza di oltre 100 artisti) per creare una serie di posters commemorativi delle olimpiadi. Tra gli artisti nominati svettano i nomi di Tracey Emin, Martin Creed, Michael Craig-Martin e Chris Ofili.

Damien Hirst, Marc Quinn e i Duran Duran guidano la rivolta inglese

Quando il mondo della cultura made in England si arrabbia (per non pronunziar altre parole) lo fa sul serio. Come già anticipato in altri nostri articoli, il governo britannico ha proposto di rialzare le tasse universitarie annuali a circa 14.000 dollari (9.000 sterline circa). Ovviamente gli studenti di tutto il Regno Unito si sono subito opposti a questa incredibile e sfrontata richiesta ma la loro protesta è stata in queste ultime ore rilanciata da altre figure di spicco. Un gruppo di 90 tra artisti visivi, musicisti ed altre figure creative della Union Jack si è infatti unito alla sommossa popolare, portando nuova linfa a sostegno di una causa che ci sembra più che giusta.

Tra i magnifici 90 svettano i nomi degli artisti Damien Hirst, Marc Quinn e Rachel Whiteread, dei musicisti Mick Jones (Clash),  Bobby Gillespie (Primal Scream),  Nick Rhodes (Duran Duran) e dei fashion designers Stella Mc Cartney e Lily Cole. Il bello è che i magnifici 90 non hanno solamente cercato di dare un aiuto morale ai giovani studenti ma si sono offerti di pagare le multe di questi ultimi al grido di “Can’t pay your fees? We’ll pay your fines!(non potete pagare le rette? noi pagheremo le vostre multe!), incitando così i giovani ad una sana disobbedienza nei confronti di uno stato ladrone.

Rachel Whiteread, cambiare la scultura dall’esterno

Solitamente Rachel Whiteread è celebre per le sue sculture ed installazioni di grandi dimensioni ma nella mostra Drawings attualmente ospitata alla Tate Britain di Londra da oggi fino al 16 gennaio 2011, l’artista della generazione Young British Artists ha stupito il pubblico, presentando ad una vasta selezione di schizzi e disegni, una parafernalia di piccoli oggetti e sculturine. Stiamo parlando di singolari elementi quali mobili da casa di bambole, piccole gabbie per uccelli e calchi di vetro di quello che potrebbe sembrare un intestino umano.

C’è anche un calco del naso dell’attore Peter Sellers. Va detto che la maggior parte del corpus artistico di Rachel Whiteread è costituito proprio da calchi di comuni oggetti domestici, basti pensare alla celebre opera intitolata Ghost (1990), una riproduzione di un intero soggiorno della sua casa d’infanzia che l’ha resa una vera e propria figura di spicco all’interno del dorato mondo dell’arte contemporanea.

Opere di Banksy,Tracey Emin e Marc Quinn a meno di 50 euro? con il kit potete farvele da soli!

Alzi la mano chi di voi, guardando un’opera d’arte contemporanea esposta in qualsivoglia museo o galleria, non ha mai pronunciato la fatidica frase: “Certo, quest’opera potevo farla anche io“. Ovviamente dopo Marcel Duchamp e dopo l’invasione di Minimalismo ed Arte Concettuale, il divario tra oggetto d’arte ed oggetto comune si è notevolmente assottigliato. In più va detto che molte opere d’arte contemporanea vengono create utilizzando materiali facilmente reperibili e nella maggior parte dei casi non serve nemmeno una determinata abilità o tecnica.

Ebbene, forte di ciò il fantasioso progetto iArtist London, ha deciso di abbattere in maniera definitiva il divario tra arte e pubblico, concedendo a tutti la possibilità di creare un oggetto d’arte. A dirla tutto non si tratta di creare un’opera dal nulla ma di riprodurre alcune fra le più celebri opere della scena del contemporaneo. In pratica il cliente sceglie quale opera riprodurre e compra un vero e proprio kit di montaggio con spiegazioni incluse, il tutto per poche sterline. Con un teschio di plastica, alcuni brillantini ed un poco di colla è possibile mettersi in casa Love of God, il celebre teschio diamantato di Damien Hirst.

Tracey Emin, Yayoi Kusama, Damien Hirst e l’arte degli scacchi

ProjectB di Milano porta per la prima volta in Italia, in occasione della 49ma edizione de I Saloni, il Salone Internazionale del Mobile 2010, The Art of Chess, in collaborazione con RS&A che ha commissionato le scacchiere ad alcuni degli artisti più amati e discussi del panorama contemporaneo internazionale, già esposte nel 2009 al museo di arte contemporanea di Reykjavik. L’interesse delle avanguardie verso gli scacchi fu di centrale importanza per lo sviluppo delle scacchiere d’artista nella prima metà del XX secolo. Da Marcel Duchamp a Man Ray, Max Ernst, Alexander Calder, André Breton e Isamu Noguchi sono stati tutti appassionati giocatori.

La prima volta che una collezione di artisti di questo calibro si sono trovati a celebrare il gioco degli scacchi è stato a New York nel 1944 per la mostra L’immagine degli scacchi presso la Julien Levy Gallery. In mostra a Milano sette scacchiere – a dimensioni reali – dove base, pedine re e regine sono state reinventate da sette artisti: Tracey Emin, Tom Friedman, Damien Hirst, Barbara Kruger, Yayoi Kusama, Alastair Mackie, Rachel Whiteread.