Fumo di Londra 1 – Pittura e scultura? vive e vegete!

Dalle nostre parti pittura e scultura sono divenute una metafora, anzi una banalità. Una massa informe di critici ed addetti del settore anemici ed annoiati ci ha da tempo convinto che essere un pittore equivale ad essere un reazionario, essere scultore significa essere un retrogrado, uno zombie che attende solamente il classico colpo in testa.

Robert Morris

 

Robert Morris, nato a Kansas City nel 1931, studia filosofia e psicologia, formazione che avrà ampia influenza sul suo percorso artistico. Da sempre interessato al corpo umano, al movimento di questo nello spazio e alla sua relazione con gli oggetti, Morris si esprime in un ambito strettamente concettuale, oscillando tra il Minimalismo, la Land Art ed altre correnti, senza però legarsi mai a nessun movimento artistico. Il suo percorso è piuttosto caratterizzato da una solida base teorica e la sua ricerca è sempre accompagnata da saggi e altri scritti di approfondimento…

L’obituary poco consono di Franz West sul Guardian

Come molti di voi ben sapranno, il mondo dell’arte contemporanea ha subìto lo scorso 25 luglio una grave perdita. Franz West, uno dei più importanti protagonisti della scena artistica e vera e propria icona della scena austriaca è venuto a mancare a 65 anni dopo aver lottato duramente contro il cancro. “Mi approccio all’arte in maniera seria perché credo sia in contraddizione con gran parte del mondo” disse il grande maestro in una sua nota intervista e forse la contraddizione delle sue forme colorate e polimorfe ha più volte riprogrammato l’essenza stessa del processo creativo.

 Ma la vera contraddizione questa volta è toccata ad uno dei più stimati organi di stampa dell’intero globo vale a dire al prestigioso The Guardian. La testata, commentando la dipartita del grande scultore ha infatti usato queste parole: “L’artista austriaco Franz West, morto ieri notte, è stato un vero e proprio giullare, un provocatore, un creatore di oggetti benigni ma al tempo stesso minacciosi.

Se 100% Brumotti incontrasse James Turrell…

 

Oltre alle installazioni luminose, James Turrel ha prodotto una notevole quantità di spazi autonomi, costruzioni  denominate Dark Spaces e Skyspaces studiate per alterare le percezioni del fruitore. Una dei progetti più celebri in tal senso è il Roden Crater Project, progetto finanziato dal conte Giuseppe Panza di Biumo a cui Turrell si sta dedicando dal 1974. Parliamo della trasformazione di un cratere vulcanico in un’opera d’arte, un “monumento alla percezione” costituito da installazioni ipogee che moltiplicano e la potenza dei fenomeni luminosi.

Il Roden Crater Project è un’opera in continuo divenire, ma c’è un’altra opera di Turrell, completata da un bel pezzo, che invece appare in continuo disfacimento. Stiamo parlando di Blueblood (1998), Skyspace installato negli spazi esterni del Santa Fe Center For Contemporary Arts, negli Stati Uniti. L’opera, inizialmente pensata per raccogliere la luce è attualmente adibita a raccogliere le erbacce e sembra sia destinata a tornare velocemente alla natura.

Paola Pivi e l’aeroplano capovolto

Come ben ricorderete, il nostro beneamato Jeff Koons ha da diverso tempo in tasca un progetto a dir poco faraonico. Il re del pop avrebbe infatti già progettato una scultura che riproduce una locomotiva a grandezza naturale attaccata ad una gru. Secondo i piani,  il treno dovrebbe penzolare a testa in giù sull’High Line di New York, un parco lineare costruito esattamente sui binari dove scorreva una vecchia linea metropolitana.

 La locomotiva di Koons è una riproduzione di un Baldwin del 1943 e, udite udite, sarà realmente in funzione tanto che tutti potranno veder le ruote muoversi con fumo e fischio annessi. 25 milioni di dollari dovrebbe essere il costo dell’intera produzione ma ad oggi i lavori sono fermi per mancanza di fondi. Nel mentre qualcuno ha già battuto sul tempo Koons, installando non una vecchia locomotiva bensì un modernissimo aeroplano.

Scultura internazionale al PAN di Napoli

Giovedì 17 maggio 2012, nelle sale del primo piano del PAN | Palazzo delle Arti di Napoli sarà inaugurato il progetto espositivo, Memory. International Contemporary Sculpture, a cura di Ian Rosenfeld. Ospitata per la prima volta in un’ istituzione museale italiana, dopo essere stata esposta nel 2011 a Londra, Memory è una collettiva composta da dieci scultori, provenienti dai sei paesi: Italia, Spagna, Germania, Inghilterra, Finlandia, Stati Uniti, che interpretano, ciascuno secondo la propria cifra stilistica, il tema della memoria.

In mostra l’umorismo dello scultore tedesco Andreas Blank che lavora le materie classiche della scultura, come l’alabastro e la pietra arenaria ma con un modus operandi puramente contemporaneo; la finlandese Kaarina Kaikkonen, crea le sue opere riutilizzando vecchi vestiti, in ognuno dei quali ancora si respira il vissuto delle persone che li hanno indossati.