Le simpatiche avventure del corso rubasoldi

Corsi e master per diventare curatori d’arte contemporanea, corsi per diventare giornalista, corsi ed accademie private per diventare artisti, corsi e megacorsi per diventare fundraiser. Con la cultura non si mangia ma state pur certi che alle spalle della cultura ci mangiano in molti. La maggior parte di questi corsi privati costa un occhio della testa anche se la durata e la frequenza degli stessi è quasi sempre molto breve. Il costo ovviamente sarebbe una male minore se poi questi alti studi portassero ad un reale inserimento all’interno del mondo del lavoro.

Ed invece ragazzi miei niente da fare, una volta usciti dalle aule dovrete dimenticarvi ciò che avete appreso e ricominciare da zero, con qualche soldo in meno. Nella maggior parte dei casi questi corsi sono portati avanti da docenti che, non avendo la fortuna o le qualità per esercitare la propria professione, hanno deciso di riciclarsi come teorici d’antan. La teoria si sposa poco con la pratica, giacchè una persona che non ha mai esercitato la professione di fundraiser difficilmente vi potrà insegnare come raccogliere fondi per i vostri progetti.

Non si paga per esporre

Voi, proprio voi che ci seguite da casa, da lavoro o da qualunque parte, in mezzo a voi ci sono tanti artisti, giovani talenti in cerca di spazi per esporre o magari creativi maturi che ancora non hanno avuto la possibilità di mostrare adeguatamente il proprio lavoro. Ebbene fate attenzione, aprite gli occhi perchè i vostri sogni potrebbero tramutarsi in incubi. Già perché come accade da tempo nel nostro bel paese, qualcuno è sempre a caccia delle vostre aspettative per spillarvi qualche soldo. Stiamo ovviamente parlando di tutte quelle gallerie e riviste che vogliono farvi una mostra o un articolo in cambio di denaro. Questi individui sono soliti contattare le loro prede tramite email al limite del ridicolo. Pubblichiamo qui di seguito degli esempi (fin troppo reali) giunti nella nostra casella nei giorni scorsi, ricordando al nostro pubblico che non si paga per esporre.

Mail della Galleria xxxxx:

Gentile Artista,

sappiamo quanto sia importante nel tuo lavoro, la visibilità e la notorietà. Esporre le proprie opere in una galleria d’arte spesso è oneroso o poco fruttifero.

Quindi cosa fare?

Oggi vorremmo proporti un’assoluta novità che farà parlare per molto tempo il web intero. La prestigiosa galleria d’arte XXXX, la quale annovera tra i suoi artisti, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx, Xxxx; Xxxx, Xxxx e Xxxx, dà la possibilità a chiunque lo desideri (previa visione delle opere e approvazione) di esporre le proprie opere nel nostro sito, una vera e propria galleria d’arte virtuale che conta circa 2.000 visite al giorno.

Quelle 100 scatole Brillo non sono di Andy Warhol, è una truffa ma il truffatore è morto da un pezzo.

Povero Andy Warhol, in questi giorni si starà sicuramente rivoltando nella tomba oppure dato il suo proverbiale umorismo, se la starà ridendo da lassù. Già perché in questi ultimi giorni alcune celebri scatole Brillo, ad essere precisi sono più di 100, sono state dichiarate delle mere copie dalla Andy Warhol Art Authentication Board, dopo tre anni di accurate investigazioni.

Nel 1968 le 100 scatole incriminate andarono in mostra al Moderna Museet di Stoccolma, sotto la curatela di Pontus Hultén. Ma nel 2007 il quotidiano svedese Expressen avanzò l’ipotesi delle 100 scatole false. Secondo il quotidiano infatti ad andare in mostra non furono scatole in legno prodotte da Warhol, bensì di scatole in cartone provenienti proprio dalla fabbrica Brillo che sono poi state immesse nel mercato dell’arte, creando non poco scompiglio.

Continua l’epopea delle foto di Ansel Adams

La storia infinita delle fantomatiche foto perdute e ritrovate di Ansel Adams si fregia di un altro misterioso capitolo. Come già spiegato in un nostro precedente articolo, l’artista Rick Norsigian comprò nel 2000 una scatola contenente alcuni negativi, il tutto costò circa 45 dollari. Lo scorso mese, esattamente dieci anni dopo, l’artista ha annunciato nel corso di una conferenza tenutasi in una galleria di Beverly Hills, che i negativi erano in realtà degli scatti di Ansel Adams. Norsigian ha fatto valutare i negativi in vetro da un team di esperti prima di annunciare la scoperta, ora quei negativi potrebbero valere 200 milioni di dollari.

Matthew Admas, nipote del grande fotografo, si è però subito opposto al parere degli esperti dichiarando che le foto in questione non sono state scattate dal suo celebre nonno. In seguito si è aggiunta al tutto anche una donna di Oakland, Marian Walton che ha dichiarato di possedere una foto identica ad uno dei negativi di Norsigian.

Scandalo negli U.S.A. collezionismo a numero chiuso per speculare sulle opere

Il New York Times ha pubblicato lo scorso 16 aprile un dossier a dir poco allarmante sul mercato dell’arte americano, svelando alcuni retroscena a dir poco sconcertanti che pensavamo potessero esistere solamente all’interno di alcune pellicole cinematografiche hollywoodiane. Provate a pensare ad un mercato dell’arte contemporanea dove gli artisti ed i galleristi si impegnano affinché le opere messe in vendita siano comprate solamente da una ristretta cerchia di collezionisti, anche se altri compratori sarebbero disposti ad offrire una cifra più alta per aggiudicarsi tale opera, difficile da credere certo, ma non finisce qui.

I collezionisti facenti parte di questa sorta di club del contemporaneo sono in seguito tenuti a non rivendere le opere in questione  per alcuni anni, anche se il valore delle opere nel frattempo ha raggiunto quotazioni piuttosto alte, chi non rispetta le regole è fuori dal club e non può più comprare opere di determinati artisti rappresentati da determinate gallerie. L’obbiettivo è quello di far raggiungere a tali opere un valore vertiginoso e c’è un semplice modo per farlo.