Scandalo negli U.S.A. collezionismo a numero chiuso per speculare sulle opere

di Redazione Commenta

Il New York Times ha pubblicato lo scorso 16 aprile un dossier a dir poco allarmante sul mercato dell’arte americano, svelando alcuni retroscena a dir poco sconcertanti che pensavamo potessero esistere solamente all’interno di alcune pellicole cinematografiche hollywoodiane. Provate a pensare ad un mercato dell’arte contemporanea dove gli artisti ed i galleristi si impegnano affinché le opere messe in vendita siano comprate solamente da una ristretta cerchia di collezionisti, anche se altri compratori sarebbero disposti ad offrire una cifra più alta per aggiudicarsi tale opera, difficile da credere certo, ma non finisce qui.

I collezionisti facenti parte di questa sorta di club del contemporaneo sono in seguito tenuti a non rivendere le opere in questione  per alcuni anni, anche se il valore delle opere nel frattempo ha raggiunto quotazioni piuttosto alte, chi non rispetta le regole è fuori dal club e non può più comprare opere di determinati artisti rappresentati da determinate gallerie. L’obbiettivo è quello di far raggiungere a tali opere un valore vertiginoso e c’è un semplice modo per farlo. Il gruppo di collezionisti amici acquista alcune opere di un artista e se le tiene per diverso tempo mentre ne cede altre gratuitamente ad un museo od altra importante istituzione pubblica. Così facendo l’artista guadagna prestigio e vede salire in maniera esponenziale le sue quotazioni. In tutto ciò l’artista, la galleria ed i collezionisti amici guadagnano un sacco di soldi mentre gli altri collezionisti, pur potendo permettersi cifre ingenti, non hanno accesso alle opere se non fanno parte del giro.

Tutto questo allarmante ma non facilmente dimostrabile giro di affari è stato denunciato dal collezionista di Miami Craig Robins ma come detto non ci sono dimostrazioni concrete della sua esistenza. Secondo il New York Times, Jeffrey Deitch avrebbe recentemente parlato di collezionisti da evitare poiché colpevoli di far scendere di quotazioni alcuni artisti “Un collezionista mi ha umiliato poiché ha acquistato alla Deitch Projects un’opera facendoci credere di cederla in seguito ad un museo ma poi l’ha rivenduta all’asta poco tempo dopo. Io sono rimasto sconcertato e gli ho detto che non avrei mai più fatto affari con lui”. E forse in queste affermazioni risiede un significato ben più profondo di quanto possiamo aspettarci.

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