Haiti: il terremoto distrugge anche l’arte

di Redazione Commenta

A poco più di due settimane dal terribile terremoto che il 12 gennaio ha raso al suolo Haiti stroncando la vita di almeno 150.000 persone,(Alcuni esperti stimano che le morti saliranno a più di 200.000 persone, più del 2 percento della popolazione) le autorità cittadine sono alle prese anche con gli ingenti danni al patrimonio culturale nazionale. Stando a quanto riportato sul New York Times molti degli edifici storici della città sono stati irreparabilmente distrutti, incluso il palazzo della Corte Suprema, la cattedrale di Notre Dame, la cattedrale della Santa Trinità ed il Palazzo Nazionale, casa in stile rinascimentale francese del presidente haitiano.

In merito a questo gravissimo disastro Axelle Liautaud, un celebre art dealer del luogo ha dichiarato: “Ovviamente dobbiamo occuparci prima delle persone ma se siamo ancora una nazione, anche dopo tutta questa disperazione, è anche grazie alle nostre forti radici culturali”. Le più importanti opere custodite al National Museum sono riuscite ad uscire illese dal terremoto ma va detto che la nazione possiede molti capolavori d’arte haitiana di proprietà di collezionisti privati che in tutti questi anni,caratterizzati da un regime politico instabile, si sono rifiutati di donare opere al museo. Questo significa che molte opere custodite nelle case dei collezionisti sono andate irrimediabilmente perse e non sarà facile contare quelle che mancano all’appello.

George Nader Senior è uno di quei collezionisti che ha nel corso di alcune decadi è riuscito ad ammassare un volume di 12.000 opere stimate tra i 30 ed i 100 milioni di dollari. Gran parte della casa di Nader è crollata, distruggendo una parte sostanziale delle opere da lui possedute tra cui figurano anche lavori di Antoine Obine, Wilson Bigaud e Bernard Sejourné. Fino ad ora Nader è riuscito a riprendersi dalle macerie circa 50 dipinti. Noi speriamo vivamente che la popolazione riesca a ricevere tutti gli aiuti possibili, l’arte in questo caso deve farsi da parte.

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