I Tempios Migrantes di Ernesto Morales

di Redazione Commenta

L‘Istituto Italo-Latino Americano di Roma e l’Ambasciata Argentina in Italia, in collaborazione con l’Associazione Interno Ventidue Arte Contemporanea, hanno il piacere di presentare il 22 marzo Tiempos Migrantes, mostra personale dell’artista argentino Ernesto Morales. La mostra raccoglie i risultati della ricerca piu’ recente dell’artista argentino connessa fondamentalmente al linguaggio della pittura, utilizzando video e la fotografia come strumenti di indagine formale e concettuale volti all’approfondimento dei temi affrontati quali la memoria, l’identità culturale, l’esilio e le migrazioni.

Dopo la grande mostra personale Ciudad de Memorias, realizzata a Buenos Aires lo scorso agosto 2009 presso il Museo Municipal de Bellas Artes Benito Quinquela Martin, il progetto espositivo Tiempos Migrantes segna un nuovo punto di svolta nel percorso artistico di Ernesto Morales, presentando per la prima volta al pubblico le opere inedite della serie vacas migrantes che testimoniano il passaggio ad una fase piu’ strettamente aggiornata sulla trasposizione simbolica e metaforica delle tematiche oggetto della ricerca dell’artista.Nelle sue ultime opere Ernesto Morales testimonia infatti la necessità di rivivere la geometria degli spazi urbani attraverso l’esperienza della memoria e della distanza interpretate secondo un codice emozionale prettamente soggettivo che attiene al vissuto e all’immaginario emotivo di ognuno.

Come sottolinea Lorenzo Canova, autore del testo critico che accompagna la mostra, nel suo ciclo piu’ recente Morales ha ulteriormente ampliato la sua ricerca attraverso l’inserimento di nuovi elementi iconografici presenti simbolicamente all’interno di scenari urbani desolati e ancor piu’ silenziosi, quali inserti di ampie campiture vegetali e forme animali, come mucche e stormi di uccelli migratori, protagonisti inconsapevoli di diverse situazioni allusive e talvolta paradossali dove possono diventare il “simbolo dei problemi, dalle resistenze e degli sconvolgimenti indotti dalle migrazioni, una sorta di testimonianza muta che puo’ aprirsi verso le opposizioni al cambiamento o verso l’accettazione delle trasformazioni sociali e storico-politiche rappresentate dalla tensione dialettica tra gli animali, la terra e tutto il paesaggio che nelle sue mutazioni rappresenta una metafora eloquente delle dialettiche e delle trasformazioni del presente e del futuro”.

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