Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta The colour is bright the beauty is generous, la prima grande retrospettiva dell’artista taiwanese Michael Lin. La mostra – in corso dal 17 ottobre 2010 al 13 febbraio 2011 – è curata da Marco Bazzini, Direttore artistico del Centro Pecci, e Felix Schöber, in collaborazione con l’Atelier di architetti giapponesi Bow Wow.
Michael Lin si è affermato a livello internazionale con i suoi monumentali dipinti a muro e su pavimento che, in suggestive installazioni ambientali, ridisegnano e ripensano lo spazio mettendo in discussione i confini tradizionali tra pittura, architettura e design. Nato nel 1964 a Tokyo e trasferitosi negli Stati Uniti per completare la propria formazione artistica, nel 1993 Lin rientra a Taiwan. Questo ritorno influenza la sua sensibilità estetica e lo porta a fare propri i motivi decorativi, spesso floreali, tipici dei tessuti tradizionali taiwanesi degli anni Cinquanta, che diventano la cifra stilistica della sua produzione artistica.
Meticolosamente realizzati a mano, i dipinti di Michael Lin si confrontano con la poetica del minimalismo e la nozione di avanguardia e mirano a mettere in discussione concetti quali modernità, tradizione e identità culturale, dando vita a situazioni e spazi di interazione umana che offrono allo spettatore una ricca esperienza visiva. Per l’artista assumono infatti importanza due nozioni fondamentali dell’estetica del sublime: le emozioni umane e la bellezza.
Il percorso della mostra, concepito insieme agli architetti giapponesi Atelier Bow-Wow, alterna lavori creati da Lin a partire dal 1996 a installazioni realizzate in situ. Fra queste figurano un dipinto murale che corre lungo tre sale del museo ed entra in dialogo con il Wall Drawing #1 realizzato nel 2006 da David Tremlett – artista capace di elaborare lo spazio attraverso forme bidimensionali e colori a pastello applicati con le mani – e il pavimento di un’intera sala ricoperto da motivi floreali dipinti.
The colour is bright the beauty is generous ripropone, tra i numerosi lavori esposti, alcune tra le opere più importanti che hanno segnato la ricerca di Lin. Tra queste “Please remove your shoes before stepping on the carpet and feel free to choose from the selection of music” – un’installazione realizzata per la prima volta nel 1996 presso la Galleria IT Park a Taipei – e l’installazione “Imported” – originariamente creata nel 1998 a La Ferme du Buisson a Parigi – entrambe ripensate appositamente per gli spazi del museo pratese. Nei lavori come “Untitled Cigarette Break“ del 1999, invece, i tipici motivi floreali ricoprono modelli classici di mobili del Bauhaus, creando, con un gesto apparentemente semplice, un curioso effetto visivo che restituisce lo sguardo ironico dell’artista sulla modernità. Una simile ricerca ispira la collaborazione con la società di design Moroso che ha portato alla creazione dell’installazione site specific “Spring 2003”, presentata per la prima volta nello ShowRoom a Milano in occasione del Salone del Mobile, ed esposta successivamente ad Art Basel e al Palais de Tokyo di Parigi.
Nella serie di dipinti “Island life” (2006) Lin ripropone alcuni modelli di tappeti provenienti dall’Afghanistan e dallo Xinjiang e una carta d’identità rilasciata dalla Repubblica Popolare Cinese a un cittadino di Taiwan: come spesso avviene, anche in questo caso l’attenzione di Lin non si sofferma sulla grande politica, ma si concentra piuttosto sulla molteplicità fluida degli elementi che caratterizzano la quotidianità. L’indagine che Lin effettua sullo spazio non si limita all’utilizzo della pittura e dell’architettura, ma include anche il video come in “What a difference a day made” che coinvolge musica, video e performance e ricostruisce un interno pieno di chincaglierie, in cui le centinaia di oggetti – realmente acquistati dall’artista in una vecchia ferramenta di Shanghai – sono stati scrupolosamente catalogati e archiviati per colore, forma e utilizzo, quasi fossero reperti all’interno di un museo di storia naturale; completano l’installazione alcuni video che ritraggono l’acrobata cinese invitato da Lin per la prima presentazione dell’opera nel 2008 alla Shanghai Gallery of Art. Attraversando la scena, caratterizzata da una connotazione culturale molto forte, lo spettatore è spinto a interrogarsi sul concetto di memoria, nostalgia, smarrimento.