Veronica Dell’Agostino – Aimless

di Redazione Commenta

Dopo il punctum di Rita la personale di Rita Vitali Rosati che ha riaperto la terza stagione espositiva dal titolo Quid est veritas (?), della home gallery Sponge Living Space di Pergola (PU), sabato 23 ottobre 2010 alle ore 18:00 è la volta di Aimless personale di Veronica Dell’Agostino a cura di Micol Di Veroli.

La totalità dell’esperienza umana è costituita da una moltitudine di sottoinsiemi, cellule di esperienze che vanno ad unirsi ad altre loro simili, formando il magma pulsante della memoria. Organizzare queste cellule è per ogni organismo senziente un meccanismo indispensabile che permette di ampliare le cognizioni personali. Imparare dal passato significa quindi evolversi all’infinito.  Spesso le esperienze passate sono costellate da momenti traumatici misti ad attimi di gioia estrema, da  perdite e riconquiste, da battaglie perse e guerre vinte. Nel mezzo di tutti questi tumulti si estende la linea sottile e continua del silenzio, una sequela di giorni persi nelle piccole cose, nella reiterazione di gesti dosati e minimi, nella ricerca senza scopo. Anche in questi momenti apparentemente insignificanti ed inutili, l’essere umano riesce ad estendere il proprio sentire avvicinandosi alla stessa presenza/assenza del divino. La sperimentazione fotografica di Veronica Dell’Agostino è completamente immersa nella silente nebbia in cui dimorano gli abissi del nostro essere, in quella linea di momenti inutili e senza fine che sembrano rubare il nostro tempo. Fotogramma dopo fotogramma si dipana la trama di una storia presente in ognuno di noi. Le ore passate in attesa della persona amata, le lunghe pause di tempo nella speranza di un seppur minimo cambiamento all’orizzonte.

L’apparente inconsistenza di queste scene liquide e sedimentate rivela all’occhio dello spettatore la totalità delle cose esistenti, perse nella loro indifferenza ed in questo è possibile creare una connessione reale con ciò che ci circonda. Veronica Dell’Agostino si muove senza fretta, con lo scopo di raccogliere lunghi filamenti di poetica libertà per poi intrecciarli in visioni multiple che rappresentano il continuo scorrere di un tempo fermo. Nel cuore di questa profonda stasi, si verificano innumerevoli ed impercettibili variazioni che alimentano i sentimenti, accrescendone la sensibilità. Ed in questi minuti ricami fatti di luci ed ombre si ricrea il mito della pura libertà, della libertà di perdersi in ciò che si vuole.

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