Temporaneo, Arte contemporanea nella citta’ in evoluzione

di Redazione Commenta


Come si racconta il cambiamento di una città? Come si fa spazio alla modernità in un tessuto urbano connotato dalla storia?  Quattro opere di giovani artisti italiani esposte in luoghi pubblici della città di Roma alterano temporaneamente il paesaggio urbano, interrompendo l’abituale fruizione dello spazio pubblico attraverso interventi che mutano l’immaginario di chi e’ solito attraversare quei luoghi. Temporaneo rappresenta, attraverso il linguaggio dell’arte, il cambiamento che riconfigura le nostre città in una prospettiva contemporanea e diventa l’occasione per ripensare alla categoria di monumento in una prospettiva performativa che riscrive temporaneamente i luoghi dell’abitare.

Artisti e opere:
Francesco Arena, Torre, 2007 – EUR Laghetto, Passeggiata del Giappone – Antistante Palazzo ENI Torre, 2007. Simile alle torri di avvistamento e realizzata con una struttura di metallo che sostiene 340 metri quadri di parquet, Torre, e’ un’ opera che segna un limite tra memoria e oblio della storia del ventesimo secolo. I 340 metri quadri corrispondono infatti, alla presunta superficie in cui gli operai dello stabilimento siderurgico “Ilva” di Taranto furono assoggettati a mobbing. Una scala consente di salire in cima e guardare da un’altezza diversa il paesaggio circostante. Un monumento contemporaneo che indaga, comprende e reinterpreta i fatti accaduti, fornendo sugli stessi un diverso punto di vista. Simone Berti, Senza Titolo, 2008 – Casa del Jazz, Atrio – Viale di Porta Ardeatina, 55 . Una forma vegetale, un fiore artificiale, un giglio, per la precisazione, il cui stelo e’ formato da un tubo di cemento e i petali da riccioli di alluminio. La coesistenza tra forme naturali e componenti industriali, introduce lo spettatore in un mondo semi-organico, sospeso in una dimensione immaginaria, visionaria, apparentemente impossibile e al contempo sempre piu’ probabile. Senza Titolo modifica il paesaggio, introduce ad uno spazio urbano nuovo, popolato da figure imprevedibili, ad un artificiale pulsante.

Sandrine Nicoletta, Barrel (unit), 2010 – Università degli Studi Roma Tre – Piazzale del Rettorato, Via Ostiense, 159. Un’ opera di carattere politico, che riflette sul recente passato e sulla storia odierna. I barili, uguali a quelli contenenti il greggio, realizzati nel 2005, riportavano la scritta ‘Therefore we shall sleep well’, altri con il grafico della crescita del prezzo del petrolio e poi il semplice numero 100, manifestando la volontà di aprire un discorso critico / polemico, sulla presenza delle truppe americane in Iraq e sull’aumento del costo del petrolio. A quegli stessi barili, nel 2010 con Barrel (unit) se ne aggiunge uno bianco che sarà una superficie a disposizione delle riflessioni del pubblico, nel tentativo di comprendere se, al di là delle dichiarazioni politiche, qualcosa sia veramente cambiato.

Alberto Tadiello, LK100A, 2010 – Auditorium, Parco della Musica – Viale Pietro de Coubertin. Un’imponente scultura, un’ installazione sonora, nella quale la presenza fisica della struttura metallica incontra quella immateriale del suono, dando cosi’ vita ad un’opera extra-ordinaria e imprevedibile. LK110A, si presenta come un organismo nuovo nello spazio pubblico, un sistema complesso, che generando rumore, introdurrà una singolare presenza nel paesaggio urbano, producendo un nuovo stato di tensione nei passanti. Il suono si fa spazio: stordisce e sfiorisce.

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